Primo progetto in carne e ossa dopo l'esordio nell'animazione in CG con Monster House, City of Ember è il secondo film di Gil Kenan, regista cresciuto tra Los Angeles e Israele. Uscito in Italia a ridosso delle festività natalizie, è come si poteva aspettare un classico racconto dalle influenze fantasy con giovani protagonisti e il canonico percorso di formazione che è ormai una costante nei film per famiglie di matrice hollywoodiana. Bisogna quindi saper dire qualcosa, trovare un valore aggiunto per uscire dalla mediocre standardizzazione che il genere ha subito dopo il successo, strameritato, della trilogia tolkeniana, che invece di dare il via a una sfilza di fantasy epici e maturi, ha per lo più dato inizio a un proliferare di prodotti in serie ad uso e consumo dei più piccoli, puntando spesso solo sugli effetti speciali. Questo, pur sottolineando la differenza culturale e anche narrativa che passa tra il capolavoro di Tolkien e il romanzo di Jeanne Duprau da cui Ember - Il mistero della città di luce è tratto, per far comprendere che forse senza il primo non sarebbe mai stato realizzato il secondo. Ember è una città sotterranea, che da circa 200 anni è costretta a vivere senza aver mai visto la luce del sole. Illuminata soltanto dalla luce di un generatore, che però si sta lentamente esaurendo, è governata dall'ambiguo sindaco Cole (Bill Murray). La vita del tenace Doon (Harry Treadaway), figlio del saggio Loris Harrow (Tim Robbins) e della volenterosa Lina Mayfleet (Saoirse Ronan), orfana da poco di entrambi i genitori, è a un punto di svolta. Con l'avvicinamento all'età adulta, infatti, giunge anche il giorno di assegnazione dei lavori, svolta ogni anno e tenuta dal sindaco in una cerimonia pubblica. Con un'estrazione a sorte, Doon si ritrova a lavorare nelle tubature della città, mentre Lina ha il compito di portare i messaggi da una parte all'altra del distretto assegnatole. Insieme i due amici scopriranno un intrigo che coinvolge le più alte cariche politiche, e che potrebbe ricondurre finalmente Ember e i suoi abitanti a rimirar le stelle. Non sarebbe neanche malvagia l'ambientazione di questo fantasy "sotterraneo", per quanto con le sue influenze da cyberpunk molto soft non aggiunga granché a quanto già visto. Il problema è che la storia appassisce col passare dei minuti, proponendo un'evoluzione dai risvolti prevedibili con una "cricca" di personaggi stereotipati, tra i quali si salva solo il sindaco interpretato da un sempre magnifico Bill Murray. Certo, va fatto notare che il tutto è per un prodotto comunque indirizzato a una fascia under 15, anche se esistono altre pellicole (come Un ponte per Terabithia) che riescono a trasmettere sensazioni ed emozioni in maniera molto più genuina, senza per forza abbondare di sfarzosi effetti speciali. Si potrebbe definire il classico leit motiv nel quale una bella confezione fa da sfondo a una storia trita e ritrita, dove due ragazzi hanno in mano il destino di tutti. Vi è da spendere una nota però per una fotografia in grado di trasmettere il giusto senso di oppressione e oscurità che il luogo richiedeva, incapace però da sola di reggere le labili fondamenta di un prodotto fatto ad uso e consumo del pubblico tradizionale di bambini e genitori. Nel cast, oltre al già citato Murray, unica nota positiva è la bella e brava Saoirse Ronan, reduce dall'ottima prova in Espiazione e tra le giovani stelle di Hollywood più in ascesa. Inutile invece il breve cammeo di Tim Robbins, davvero sprecato, così come Martin Landau nei panni di un addetto alle tubature. Ember - Il mistero della città di luce si rivela perciò potenzialmente interessante solo per un pubblico “selezionato”, risultando invece noioso per tutti gli altri.