Michael (Sam Worthington) e Joanna (Keira Knightley), giovani di successo sposati da appena tre anni, vivono insieme in un modernissimo appartamento di Manhattan. Grazie al lavoro di lui, funzionario per una grande azienda che si occupa di ristrutturazioni di immobili commerciali, lei può svolgere liberamente e senza preoccupazioni l’attività di scrittrice, invogliata e per nulla ostacolata dal marito. Una sera, durante una festa con i compagni di lavoro di Michael, Joanna coglie una particolare intesa fra lui e la sua nuova collega di lavoro Laura (Eva Mendes), si insospettisce e inizia ad interrogarlo. Lei non è sicura di quello che ha visto, lui non è sicuro di quello che prova. Poco dopo Michael deve partire per un viaggio di lavoro proprio insieme a Laura, mentre Joanna resta sola a casa e una mattina incontra l’ex fidanzato Alex (Guillame Canet). Last night è la prima prova come regista della già sceneggiatrice e produttrice Massy Tadjedin. Quello che accade in una sola notte può fare mettere in crisi le convinzioni di una vita, le sicurezze che col tempo si sono costruite su pilastri. In questo dramma sentimentale, o meglio thriller dei sentimenti, ci si pongono tante domande, ma la principale, quella che è al centro di tutta la vicenda è: può il sospetto bastare a provocare, o addirittura a giustificare, l’infedeltà? Joanna e Michael sono sicuri di amarsi, ma appena lei lo accusa di tradirla con Laura lui, nonostante la rassicuri, va in tilt perché non riesce più a capire se l’attrazione che provava nei confronti dell’altra donna c’era già prima o nata in seguito alle insinuazioni della moglie. Casualmente, quando Michael parte, lei finisce per trovarsi nella stessa situazione nel momento in cui rincontra la sua vecchia fiamma, tanto da chiedersi: che cosa li ha fatti lasciare? Lei pensa a lui perché lo ama ancora o è una forma di ripicca per quello che crede possa aver fatto Michael? Massy Tadjedin esplora provocatoriamente, penetrando nelle profondità psicologiche dei suoi personaggi, il concetto di coppia, di fedeltà, di desiderio e inganno, facendo luce sulle zone d’ombra insite in qualsiasi rapporto sentimentale. Ribaltando ogni tipo di convenzione morale la regista non assume stabilmente alcuna posizione, ponendosi di volta in volta dal punto di vista di ognuno dei componenti del quadrilatero amoroso in modo che, a seconda dell’ottica, i motivi che spingono ognuno ad agire possano apparire sempre giustificabili. Questo meccanismo fa si che lo spettatore si trovi coinvolto emotivamente nei dubbi e nei drammi personali dei vari protagonisti e che dunque, immedesimandosi e comprendendoli, non riesca a condannarli e a schierarsi totalmente. Osservando tutto quello che accade, Last night fa riflettere sul relativismo dei sentimenti e sull’impossibilità di giungere a definizioni assolute, il che fa in modo che si possa arrivare a ritenere giustificabile, e non necessariamente condannabile, perfino l’infedeltà. Il finale poi, che potrebbe echeggiare quello di Lost in Translation di Sofia Coppola, completa giustamente questa complessa psicologia delle passioni lasciando la possibilità di dire ancora qualcosa.