Con la regia di Tony Scott e un cast di livello, che comprende fra gli altri Denzel Washington, Chris Pine e Rosario Dawson, Unstoppable – Fuori Controllo si propone come un film d’azione ad alta tensione, basato su un fatto realmente accaduto in Pennsylvania nel 2001. Per una serie di sfortunate coincidenze, fra caso ed errore umano, un enorme treno merci che trasporta alcune sostanze pericolose ed estremamente infiammabili, insieme a migliaia di tonnellate di carburante, inizia una folle corsa senza conducente. Le autorità si attivano subito, bloccando il traffico ferroviario e cercando di risolvere una situazione che minaccia di diventare uno dei peggiori disastri della gloriosa storia americana del trasporto su rotaia. Quello stesso giorno un novellino (Chris Pine) assume il ruolo di capotreno di un convoglio che lo vedrà a bordo insieme ad un macchinista veterano (Denzel Washington). Quello che dovrebbe essere un tranquillo primo week-end di lavoro si trasformerà in una corsa contro il tempo all’inseguimento del treno fuori controllo. Premesse che non risultano originalissime per un action che nel complesso, seppur risulti capace di creare tensione, non può fare a meno di muoversi sui binari di una certa linearità, rendendo prevedibile il proprio svolgimento. Le storie dei protagonisti si inseriscono nella narrazione principale contribuendo a dare profondità al racconto, così come le diverse prospettive dalle quali la storia ci viene raccontata, che comprendono quelle dei comprimari adiuvanti come il personaggio di Rosario Dawson, le dirette televisive e le riunioni della società proprietaria dei treni, durante le quali vengono proposte e approvate discutibili linee d’azione. Un Denzel Washington efficace ma molto invecchiato, si divide scena, oneri e onori con un Chris Pine a suo agio nei panni dell’eroe “di provincia”, il tipico ragazzotto americano, brusco ma fondamentalmente buono. Unstoppable – Fuori Controllo non è un film memorabile. Malgrado questo, Tony Scott ha saputo dare un certo ritmo alla propria opera, che sa intrattenere (senza poter stupire) grazie anche, oltre alla discreta alchimia fra i due protagonisti, ad un montaggio molto dinamico. Proprio quest’ultimo aspetto probabilmente contribuisce a rendere più accattivante di quanto non sia una storia di “eroismo di provincia”, di vinti che diventano vincitori a dispetto della compagnia per la quale lavorano, in virtù di una minaccia che si trasforma, per loro, nell'opportunità della vita.