Il padre di Daniel (Matthew Macfadyen) e Robert (Rupert Graves) è venuto improvvisamente a mancare e tutta la famiglia si raccoglie nella casa di campagna per celebrarne il funerale. Questa sorta di riunione forzata fa sì che in breve quello che doveva essere un rito funebre si trasformi in una giornata infernale in cui equivoci, rivelazioni e incredibili accadimenti portano alla luce verità nascoste e mettono seriamente in pericolo l’equilibrio familiare. I due fratelli non fanno altro che litigare, Daniel è difatti geloso di Robert perché è riuscito a diventare uno scrittore di successo andandosene via a New York e abbandonando tutti. Martha (Daisy Donovan), nipote del defunto, giunge con il suo fidanzato Simon (Alan Tudyk) per presentarlo al padre, prima di arrivare all’abitazione la donna dà per sbaglio al futuro marito un acido scambiandolo per valium, trovato in una boccetta a casa di suo fratello Troy (Kris Marshall). Nel frattempo uno strano nano di nome Peter (Peter Dinklage) si aggira per casa, il burbero zio Alfie (Peter Vaughan) impreca contro tutti, la fragilità della vedova viene messa a dura prova, l’ipocondriaco Howard (Andy Nyman) non fa altro che sudare e chiedere pareri sulla strana macchia che ha sul polso, Simon se ne va in giro nudo sul tetto e dalla bara provengono rumori sinistri. Il regista di In & Out e de La donna perfetta, Frank Oz, firma una commedia low budget dai toni allegramente macabri e dal titolo Funeral party, presentato per la prima volta fuori competizione al Festival del cinema di Locarno del 2007. Una pellicola in cui ci si prende gioco delle situazioni più convenzionali che si creano nel momento in cui parenti e persone sconosciute si trovano insieme ad un funerale. L’irriverenza di Oz non risparmia nessuno: dal paraplegico sboccato con improvvisi attacchi di dissenteria al morto stesso in onore del quale è stata organizzata la cerimonia ma che in realtà è l’ultima persona di cui ci si interessa; perfino l’ossequioso rispetto del cadavere viene meno di fronte all’esigenza di nascondere alla comunità perbenista delicate informazioni sui gusti sessuali del defunto. Basandosi essenzialmente su una struttura di tipo classico, Funeral party è un procedere inarrestabile di situazioni imbarazzanti intrise di quell’humor tipicamente inglese che si abbatte, ad uno ad uno, su tutti i componenti della famiglia, offrendo talvolta anche qualche spunto di riflessione leggermente più profondo, non prendendosi però mai troppo sul serio. L’interpretazione del bravissimo cast, fatto di volti noti e non, contribuisce alla riuscita di un film che ha nella coralità uno degli elementi più interessanti. Da bravo figlio di burattinai, Oz riesce a muovere equamente i fili di tutti i suoi personaggi, concedendo il giusto spazio e non tralasciando di sbeffeggiare nessuno, preti e vedove comprese.