Dopo due anni dall’ultima trasposizione cinematografica, vede il buio delle sale cinematografiche Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero, terzo capitolo attesissimo dai fan della saga letteraria che lo considerano uno dei migliori libri scritti da C.S. Lewis. Andrew Adamson appare questa volta nei panni del produttore, e dietro la macchina da presa è sostituito da Micheal Apted (007 – Il mondo non basta, Amazing Grace). 1943, Cambridge. Lucy ed Edmund sono stati divisi dai fratelli Peter e Susan che si trovano negli Stati Uniti. Per sfuggire ai bombardamenti, i due fratelli più piccoli vivono con i loro zii e un viziato cugino di nome Eustace. I due avvertono la mancanza di Narnia, luogo magico del quale sono Re e Regina. Ma proprio quando il cugino Eustace tenta di metterne in dubbio l’esistenza, i tre adolescenti vengono “risucchiati” da un mare in tempesta fuori-uscito da un quadro appeso alla parete delle loro camera. Dalle acque verranno salvati dal Principe Caspian che rivela loro che Narnia non ha mai visto un periodo di tale pace e letizia come quello. Per lo meno all’apparenza, visto che i giovani protagonisti scopriranno molto presto di avere a che fare con agenti del male ben più peggiori di quelli conosciuti in passato. Qui, infatti, il cattivo da sconfiggere non è un mostro o una strega bensì quei sentimenti maligni che nascono dentro ognuno di noi e che ci portano a dubitare persino di un fratello o di una sorella. Questo capitolo si dimostra essere un vero e proprio ibrido con una dose minore di fantasia e di avventura. Nulla da eccepire sugli effetti speciali (live action e CGI, in particolare) né tanto meno sulla fotografia praticamente perfetti, eppure la storia è poco coinvolgente con i suoi dialoghi banali e un po’ bacchettona quando si tratta di mostrare ai bambini (senz’altro coloro che amano maggiormente questa storia) la disinzione tra giusto e sbagliato. La visione del film in 3D (riconvertito, non natio), oltretutto, è altamente sconsigliata visto che questa tecnica, particolarmente di moda al giorno d’oggi, non viene sfruttata a dovere e non è nemmeno funzionale alla trama.