La televisione, da sempre, crea fenomeni nazional-popolari che poi l'industria dello spettacolo cerca di sfruttare il più possibile. Esempio lampante i comici e cabarettisti televisivi, la cui popolarità ha spesso spinto diversi produttori cinematografici a investire sulle doti comiche dei vari mattatori della risata in tv. Alcune volte il successo è travolgente e duraturo (Aldo, Giovanni e Giacomo); altre volte abbiamo potuto godere di buoni prodotti (come i film di Ficarra e Picone), molte altre volte, però, i film si sono risolti in un mezzo flop di pubblico e critica nonostante l'ottimo materiale di partenza. Viene da chiedersi perché, anche se la risposta è intuibile: uno sketch, che può risultare irresistibile per cinque minuti, non può essere semplicemente dilatato per un'ora e mezza e pretendere gli stessi risultati che garantisce a Zelig. Con queste premesse poco promettenti e apparentemente forte solo dell'interprete principale, è così arrivato nei cinema, a fine 2009, Cado dalle nubi, che sigla tra l'altro la prima regia dello sceneggiatore comico Gennaro Nunziante, con protagonista Checco Zalone - al secolo Luca Medici - fra i cabarettisti più seguiti dell'ultimo decennio. Checco Zalone è un rozzo ragazzotto di Polignano a Mare che sogna il mondo dello spettacolo. Per sbarcare il lunario lavora come muratore nella ditta dello zio, ma la sua passione per la musica lo porta spesso (e più che volentieri) ad esibirsi al piano bar di un ristorante della zona. Il suo repertorio neo-melodico fa acqua da tutte le parti, ma Checco è benvoluto dai compaesani per la sua genuinità. Quando la fidanzata storica lo lascia accusandolo di essere un fallito, a Checco cade il mondo addosso: decide così di lasciare tutto e rifarsi una vita a Milano, da sempre piena di opportunità per chi vuole sfondare nel mondo della musica. Accolto dal cugino Alfredo (Dino Abbrescia) che tenta in tutti i modi di nascondere la sua omosessualità alla famiglia, Checco ha così l'opportunità di fare nuove conoscenze, tra cui quelle con la bella Marika (interpretata da Giulia Michelini), ma soprattutto di combinare nuovi guai in terra “straniera”, tra gay-bar e famiglie leghiste. Sembrava impossibile e invece Cado dalle nubi diventa uno dei più grandi successi commerciali del 2009 (ben quattordici milioni di euro al botteghino), arrivando a intaccare gli introiti del cinepanettone De Laurentiis e riuscendo a spaventare addirittura Avatar. Con la genuina spavalderia che caratterizza il suo personaggio, Zalone conquista le sale grazie a una comicità spicciola, ben congegnata, dissacrante e autoironica. Irriverente e adorabilmente sboccato, Zalone non risulta ad ogni modo mai eccessivo - una dote non da poco vista la “scurrilità facile” a cui ci ha abituati la commedia natalizia italiana. Certamente Cado dalle nubi non è un film perfetto: si nota infatti qualche ingenuità registica e talvolta un approccio televisivo, che sfilacciano la narrazione rendendola poco compatta. La vicenda stessa prosegue per inerzia, d'altro canto, è talmente divertente che non si sente il bisogno di una sceneggiatura più classica, salda sui propri binari. E alla fine della visione, non si può fare a meno di canticchiare le demenziali canzoncine di Checco, da Angela a Gli uomini sessuali.