Un road movie che vede protagonisti Robert Downey Jr. e Zach Galifianakis, diretto da Todd Phillips (Una notte da leoni), evoca nella testa di un potenziale spettatore l’idea che si tratti di un film di buona qualità, sicuramente capace di intrattenere con grasse risate per l’ora e mezza della sua durata. La realtà dei fatti non corrisponde pienamente a queste aspettative, ma procediamo con ordine. Arrivato all’aeroporto di Atlanta, Peter Highman (Robert Downey Jr.) un architetto che sta tornando a Los Angeles da sua moglie Sarah (Michelle Monaghan), in attesa del loro primo figlio, incontra casualmente Ethan Tremblay (Zach Galifianakis), aspirante attore che sarà la causa di una serie infinita di disavventure, ma anche la persona che lo tirerà fuori dalle più assurde situazioni. Per uno scambio di valigie e una serie di fraintendimenti, i due si ritroveranno ad affrontare insieme un viaggio in macchina attraverso gli Stati Uniti, durante il quale dovranno far convivere caratteri decisamente agli antipodi: Peter è infatti una persona estremamente seria, concreta, irascibile, mentre Ethan è un bambinone ingenuo e un po’ tonto, che viaggia in compagnia del fedele cagnolino Sonny. Sulla carta il concetto della strana coppia costretta dagli eventi a trovare un modus vivendi comune è foriera di tanti spunti comici, e innegabilmente Peter e Ethan si trovano in un gran numero di situazioni fuori dall’ordinario. Questo purtroppo non è sufficiente a garantire che tali situazioni si configurino come momenti di grandi risate: a causa di una sceneggiatura deficitaria e di dialoghi non troppo ispirati, il film non riesce mai a decollare pienamente, manca di verve e, malgrado dimostri in alcuni frangenti di saper strappare una risata, complessivamente risulta più noioso che divertente. Alla sensazione di “stonatura” che il film dà contribuiscono anche una serie di altri elementi inseriti come a forza in un’architettura che non sembrava prevederli: su tutti, il più faticoso da accettare è il tentativo di rendere amici due personaggi incompatibili in maniera così viscerale da risultare quasi fastidiosi quando sono da soli, regalando invece i momenti migliori nei frangenti in cui sono separati (come nella scena che vede partecipare Juliette Lewis) o quelli in cui un terzo elemento contribuisce ad armonizzarli (come nella sequenza in cui recita Jamie Foxx). Parto col folle è un film con poca ispirazione, che non può essere bocciato in toto solo in virtù della buona prova degli attori, soprattutto di un grandissimo Robert Downey Jr., il quale dimostra una volta di più le proprie capacità dando sostegno ad una pellicola che, paradossalmente forse per il genere, trova più in lui che in Galifianakis il proprio puntello. Alla luce dell’impegno di attori protagonisti e non, resta la sensazione che con un più attento lavoro in fase di sceneggiatura Parto col folle non avrebbe potuto ambire ad essere un gran film, ma sicuramente un film più divertente di quel poco che riesce ad essere.