Steven Antin, conosciuto soprattutto come attore e sceneggiatore (I Goonies, Sotto accusa, NYPD Blue), torna per la seconda volta dietro la macchina da presa con Burlesque, musical contemporaneo che ha come protagonista la pop star Christina Aguilera, al suo debutto cinematografico dopo le colleghe Britney Spears, Alicia Keys, Norah Jones e Beyoncé, affiancata dall’inossidabile Cher, da Stanley Tucci e dall’attore di The O.C. Cam Gigandet. Ispirato a Cabaret di Bob Fosse, il film è stato sceneggiato dallo stesso regista e ha richiesto una lavorazione di circa cinque mesi, dal novembre 2009 al marzo 2010. La trama è tutta incentrata sulla povera e sfortunata Alice Rose (Christina Aguilera), per gli amici Ali, che ha perso la madre a sette anni e, stanca di fare la cameriera nell’Iowa, si trasferisce a Los Angeles in cerca di fortuna. Passeggiando per le strade della città in cerca di un lavoro viene immediatamente attratta dal “Burlesque Lounge”, un locale dove si svolgono spettacoli in stile burlesque per l’appunto, gestito con fatica e passione da Tess (Cher) con l’aiuto di Sean (Stanley Tucci). Ali, dotata di gran talento sia come ballerina che come cantante, vorrebbe salire a tutti i costi su quel palco, inizialmente però riesce a farsi assumere solo come cameriera grazie anche all’intercessione di Jack (Cam Gigandet), ma la determinazione e la testardaggine che la contraddistinguono faranno sì che riesca ben presto ad imporsi e far vedere a Tess e a tutti gli altri di che cosa è capace. «Nei primi anni del XX sec. il burlesque fu associato, negli Stati Uniti, allo spogliarello, allora ispirato alle rappresentazioni parigine del Moulin Rouge degli ultimi anni dell’Ottocento. In precedenza la definizione di burlesque consisteva in uno spettacolo cantato e ballato, comico e parodistico. Era considerato uno spettacolo osé rivolto al grande pubblico» spiega Antin che ha dichiarato che l’intento principale del suo film era quello di recuperare la vecchia tradizione di questo genere di spettacolo riproponendola in chiave contemporanea. Evidentemente però il regista si deve essere talmente concentrato su questo aspetto da tralasciare tutto il resto visto che Burlesque sembra un mega videoclip della Aguilera, con una trama e una sceneggiatura che, eccetto qualche battuta, sono di una mediocrità disarmante. E va bene che il musical non si è mai distinto per l’originalità delle sue storie ma in questo caso ad essere scadente è l’intera pellicola, dalla davvero poco credibile protagonista ad una Cher imbalsamata e senza sfumature (si perde anche il più talentuoso Stanley Tucci), al belloccio di turno Gigandet con un sorriso ammiccante perennemente stampato in faccia. Non basta mettere insieme le ugole di due cantanti di successo che si dimenano sul palco accompagnate da ballerine in abiti succinti che esibiscono le proprie doti dall’inizio alla fine, non basta far cambiare mise alla protagonista ad ogni scena per mostrare quanto siano esplosive le sue forme esaltate da fasciatissimi vestitini all’ultimo grido, non bastano lustrini, paillettes, parrucche e ventagli piumati sventolati in belle coreografie se tutto è fine a se stesso. Burlesque non è altro che un’operazione commerciale che sfrutta il nome di due star americane costruendo un prodotto strabiliante (almeno a fidarsi della mega promozione che c’è stata in patria), ma in realtà pieno di nulla, un ridicolo e ipocrita universo patinato.