Dove avevamo lasciato Marty McFly (Michael J.Fox) e Doc Emmett L. Brown (Christopher Lloyd)? Tutto sembrava sistemato e le cose tornate alla normalità per il giovane scavezzacollo e il bizzarro scienziato. Il 1955 pareva un lontano ricordo, e la vita nel presente era finalmente a portata di mano. Ma un seguito naturalmente non può basarsi sul quieto vivere, ed ecco perciò che le cose sono destinate inesorabilmente a complicarsi per i simpatici protagonisti. Neanche una notte di quiete, ed ecco che Marty vede dinanzi a lui comparire la magica DeLorean che riporta Doc nientemeno che da un viaggio nel futuro. Il geniale uomo di scienza informa il suo amico che è stato nel 2015, e ha visto il futuro figlio di Marty e Jennifer (Lea Thompson) mettersi nei guai, e spinge così il ragazzo a recarsi con lui nel futuro per cercare di cambiare gli eventi. Arrivati a destinazione i due lasciano Jennifer (aggiuntasi "curiosamente" alla missione) all'interno dell'avveniristica vettura, dopo averla addormentata con un induttore di sonno. Ma durante la loro permanenza nel 2015, lasciano che il vecchio Biff Tannen (Thomas F. Wilson) finisca per modificare il passato e a Marty e Doc non resterà nient'altro da fare che tornare nel 1955 e cercare di rimettere, nuovamente, le cose a posto. Di sicuro la trama di questo secondo episodio è la più complessa di tutta la trilogia, oltre a essere quella con più sbalzi temporali che vede i "nostri" muoversi a salti di trent'anni per rimediare ai danni da loro stessi, involontariamente, provocati. Questo ha dato modo a Robert Zemeckis di sbizzarrirsi a più non posso con le soluzioni visive, andando a modificare personaggi e luoghi a seconda dell'impatto che i passaggi nelle varie epoche hanno avuto sulla vita dei protagonisti, e ancora una volta i nostri dovranno vedersela con il villain impersonato da Thomas F. Wilson, qui nel doppio ruolo di Biff e di suo nipote. Questo dà modo di regalare numerose autocitazioni e riferimenti al capitolo precedente (su tutte la scena dello skate) e di ampliare numerose sottotrame che erano rimaste celate. Inoltre, grazie alla futuristica, per i tempi, camera Vista Glide, possiamo osservare Michael J. Fox in "doppia (e tripla) veste" contemporaneamente sullo schermo. Se per Robert Zemeckis non è una novità osare dal punto di vista tecnologico, ancora una volta è degno di attenzione lo sguardo "complessivo" con cui il regista riesce a inglobare tutti i dettagli del "dittico" (in attesa che divenisse trilogia), muovendosi con disinvoltura tra i vari periodi storici. Il futuro mostrato è affascinante, ma il premio di miglior ambientazione lo vince il 1985 alternativo, in cui Marty si trova addirittura dinanzi a una "versione" di sua madre vistosamente ritoccata dalla chirurgia estetica. La scelta poi di ripercorrere luoghi e modi visti nel primo film, oltre a permeare il tutto di un'aura recentemente nostalgica, si rivela convincente e avvincente ai fili del contesto narrativo. Come al solito le interpretazioni di Michael J. Fox, Christopher Lloyd e tutti gli altri protagonisti si confermano, con le dovute proporzioni riservate ai loro ruoli, un misto di simpatia e effervescenza catalizzanti ai fini della vicenda. In attesa naturalmente del viaggio nel west che pochi anno dopo avrebbe concluso l'epopea.