Uscita posticipata a giugno per questo Body Sob 19 (cadavere numero 19), distribuito in Europa con quattro anni di ritardo (il film è del 2007). Il regista thailandese Paween Purijitpanya propone un thriller/horror psicologico di classica matrice orientale con un risultato finale sicuramente discreto. Chonlasith (Arak Amornsupasiri) vive a casa della sorella Aey (Ornjira Lamwilai): la sua vita è tormentata da visioni in cui vede ripetutamente uccidere una donna di nome Dararai (Pattawarin Timkul), il cui corpo viene poi fatto a pezzi e gettato in un secchio dal suo assassino. L’orrendo spirito di Dararai continua a tormentarlo chiedendogli di cercare la verità e Chonlasith si vede costretto a chiedere aiuto alla psicologa Usa (Krithera Inpornvijit). Chon dovrà fronteggiare l’ira dello spirito di Dararai che ucciderà tutte le persone più vicine a lui fino alla scoperta di un’incredibile verità . La forza del film risiede nella trama, rafforzata proprio dalla sua apparente banalità : la prima mezz’ora risulta infatti scolastica e scontata, poi il castello costruito dalla sceneggiatura smonta pezzo dopo pezzo tutte le convinzioni maturate fino a quel momento, mantenendo alta l’attenzione dello spettatore. Originali e suggestive alcune scene, in primis l’uccisione dell’infermiera con le farfalle o quella del dottore in un vero e proprio lago di sangue. A rallentare la corsa del film, qualche ingenuità di troppo che appesantisce decisamente il tutto: alcuni dialoghi decisamente rivedibili, qualche scena che travalica il limite del ridicolo (su tutte la lezione di Dararai all’Università ), l’inutile e onnipresente gattaccio nero che segnala la presenza dello spirito di Dararai e un finale decisamente fin troppo lungo e pesante che poteva tranquillamente essere snellito e risultare molto più efficace. Rivedibili anche molti effetti di computer grafica che inficiano il risultato finale di molte scene: la succitata scena delle farfalle, ma anche la figura del fantasma di Dararai, troppo finto per poter essere credibile. Un peccato, perché con qualche accortezza in più il film sarebbe stato decisamente più godibile.