L’amore è il sentimento che muove tutto. È quell’emozione che condiziona la vita di ogni persona, spesso, cambiandone la rotta. Questo è proprio quello che vuole raccontare Giovanni Veronesi nel terzo capitolo della (momentanea) trilogia dei suoi manuali d’amore. Difficile capire quando la freccia di Cupido deciderà di colpirci, può succedere prima del matrimonio, oppure, alla soglia della terza età. E così, il regista toscano, affida il compito di scegliere contro chi scagliare le sue frecce al giovane attore romano Emanuele Propizio (Mio fratello è figlio unico), che ne prepara tre, una per ogni capitolo della pellicola. Nel primo, la giovinezza, Roberto (Riccardo Scamarcio), un avvocato prossimo alle nozze con la dolce Sara (Valeria Solarino), prende una sbandata clamorosa per la libertina e sensuale Micol (Laura Chiatti). Con lei scoprirà che è ancora possibile il divertimento spensierato, le corse sulla spiaggia, le notti folli… tutto, però, senza amore né responsabilità. Ma è davvero questo quello che vuole? Nel secondo, la maturità, il noto giornalista televisivo Fabio (Carlo Verdone) viene sedotto dall’intrigante Eliana (Donatella Finocchiaro) che, da donna sexy e attraente, si trasforma in una petulante e aggressiva stalker. Possibile far tornare tutto come era prima senza rovinare un idilliaco matrimonio? Nel terzo e ultimo episodio, “oltre”, la vita di Adrian, uno stanco professore americano (Robert De Niro), viene sconvolta quando incontra Viola (Monica Bellucci), la seducente figlia del suo unico amico, il portiere Augusto (Michele Placido). È più importante l’amicizia o la passione? A 70 anni la risposta sarebbe scontata… o no? Giovanni Veronesi è uno dei registi made in Italy che vuole rivolgersi al suo pubblico giocando con gli stereotipi che parlano del popolo italiano. L’intera trilogia dei suoi Manuali, propone degli spaccati di vita in cui ognuno può o meno riconoscersi. La morale di queste pellicole ci ricorda che esiste un momento, durante la nostra esistenza, in cui le cose cambiano improvvisamente, in cui tutto ciò in cui abbiamo sempre creduto crolla miseramente: noi rimaniamo lì, sperduti, esposti ai colpi delle frecce d’amore. Ma oltre alle gag tipiche della comicità italiana moderna, più o meno divertenti, in Manuale d’Amore 3 i motivi per ridere sono davvero pochi e gli unici sorrisi strappati allo spettatore sono quelli che nascono dal sollievo di vedere i titoli di coda. Sebbene una star di alto calibro come De Niro serva ad evidenziare le qualità di un (vero) attore, la situazione non migliora, la pellicola non diverte e la noia in sala è in agguato.