photo

NETFLIX

copertine blog.jpeg

NOW TV

le parti noiose tagliate
footer

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram
pngwing.com(17)
sis nero
sisbianco
sisbianco

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

un progetto di Piano9 Produzioni

CONTENUTI IN EVIDENZA

Il rito

10/03/2011 11:00

Tania Marrazzo

Recensione Film,

Il rito

È giunta l’ora di rispolverare il kit anti demone...

12371-.jpeg

È giunta l’ora di rispolverare il kit anti demone. Prendete crocifisso, acqua benedetta, magari munitevi anche di una collana d’aglio, ripassate gli scongiuri e preparatevi ad entrare in sala, lì il male vi attende! Satana, è di nuovo lui. Sembra che le major hollywoodiane proprio non resistano a stargli lontano, non sarà che ad essere possedute siano proprio loro? Ogni volta che al cinema viene nominato il signore delle tenebre il riferimento a L’esorcista, il capolavoro di William Friedkin del 1973, è inevitabile in quanto cult di quello che si potrebbe definire una sotto-categoria del thriller horror. Da allora innumerevoli pellicole hanno invaso gli schermi a scadenze quasi fisse, con un particolare incremento che interessa gli ultimi vent’anni in cui sono state passate al vaglio tutte le possibili varianti della possessione e dell’esorcismo, quest’argomento/strumento così tabù le cui pratiche sono tenute sotto chiave dalla chiesa data la loro pericolosità, almeno così dicono.


Il demonio è dunque tornato, ad invocarlo stavolta è stato Mikael Håfström che dirige Anthony Hopkins, Rutger Hauer e l’esordiente Colin O'Donoghue in Il rito, storia ispirata al libro inchiesta di Matt Baglio dal titolo Rito. Storia vera di un esorcista di oggi a cui i produttori del film si sono interessati quando era ancora in fase di stesura. La trama ruota tutta intorno a Michael Kovak (Colin O'Donoghue), seminarista scettico e poco convinto della sua effettiva vocazione ma dotato di grande forza spirituale e inviato a Roma per imparare il rito dell’esorcismo. Giunto in Vaticano Michael non perde mai occasione per sfidare i suoi superiori essendo convinto che la maggior parte delle persone che si dicono possedute siano in verità affette da disturbi psichici. Per questi motivi viene mandato dall’esperto e poco ortodosso esorcista Padre Lucas (Anthony Hopkins) al quale dovrà fare da assistente.


Nulla di nuovo dunque sul fronte satanico. Il rito non è altro che l’ennesima pellicola super pubblicizzata con frasi apocalittiche ad effetto e trailer accattivanti che mirano ad impressionare lo spettatore. A nulla servono la bella regia di Håfström e la fotografia di Ben Davis se non a creare immagini esteticamente interessanti; perché tranne qualche balzo sulla poltrona, Il rito non è nemmeno lontanamente in grado di incutere quel senso di terrore e di angoscia interiore de L’esorcista. Anche non volendo osare termini di paragone così elevati basti pensare che il voler troppo sottolineare a parole la grandezza del male finisce per ridicolizzarlo o ridurlo a una sorta di superstizione. Cavalli dagli occhi rossi, grandi quantità di rettili che invadono case e a cui piace nascondersi nelle federe dei cuscini o nelle valigette, gente che vomita chiodi, felini inquietanti non aiutano a rendere la pellicola credibile, visto che si dice che la vicenda prenda spunto da fatti reali.


Se va meglio per quanto riguarda la trattazione del complicato rapporto fra Michael e suo padre, appena abbozzata è la presenza della possibile partner Angeline (Alice Braga), giornalista alla ricerca della fantomatica verità, per non parlare delle comparsate nostrane e della rappresentazione tardo stereotipata di Roma e dei romani. Mentre Hopkins biascica l’italiano una muta Maria Grazia Cucinotta accompagna la nipote posseduta Rosaria (Marta Gastini), ragazzina incinta dal look incredibilmente povero/retrò e protagonista di qualche scena degna di nota ma recitativamente ancora acerba, mentre la catapecchia nella quale vive l’esorcista non è precisamente databile e Michael per chiamare il padre deve ricorrere ad una cabina telefonica. A parte ciò Il rito, confezionato secondo tutte le logiche commerciali, rimane dunque un film inconcludente, senza capo ne coda, un prodotto per nulla degno dell’incarnazione del male.


ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

cinemadvisor

Silenzioinsala.com © | All Right Reserved 2021 | Powered by Flazio Experience e Vito Sugameli


facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

ULTIMI ARTICOLI

joker