Un triangolo amoroso. Al vertice una donna. Lei è Sara (Valentina Lodovini) bella, solare, dolcissima, sensuale. Sara ha una storia burrascosa, appassionata ed estremamente eccitante con un uomo sposato, Giorgio (Alessandro Gassman). La relazione prosegue per due anni tra attese, bugie ed incontri clandestini, finché la storia non termina bruscamente, senza alcun chiarimento, circa la rottura, da parte di Giorgio. Sara, apparentemente uscita dalla tempesta amorosa con il quarantenne fedifrago di professione, incontra una sera ad una festa Leonardo (Luca Argentero). Ragazzo dolce, sensibile, Leonardo rappresenta l'alcova tanto attesa, in cui rifugiarsi per ritrovare se stessa, riscoprendo un amore da vivere, finalmente, alla luce del sole. Ma Sara non ha fatto i conti con il destino, che come una donna, ne sa una più del diavolo. Galeotta infatti risulterà quella festa. Entrambi reduci da disastrose relazioni sentimentali, Sara amante perfetta di un medico sposato tendente al tradimento con una frequenza prossima alla patologia; Leonardo, redivivo in seguito ad un tentato suicidio, a causa di una donna tanto fredda quanto amabilmente calcolatrice. Protagonisti del triste copione “sedotti e abbandonati”, trovano reciproco conforto l'uno nelle braccia dell'altra. Sara finalmente riscopre il dialogo nella coppia, Leonardo acquista fiducia in se stesso. Tutto sembra procedere per il meglio fino alla sera in cui Leonardo invita Sara a cena. Sara dovrà fare i conti con il passato, perché il suo ex amante altri non è che Giorgio, fratello di Leonardo. Versione moderna di quel meraviglioso Partita a quattro di Ernst Lubitsch, con un uomo in meno, la pellicola è una pentola a pressione al cui interno sono ben miscelati gli ingredienti, forse troppi per 92 minuti di visione. L'intreccio ben ordito della trama racconta parallelamente le vicende sentimentali della madre dei due giovani Alba (Stefania Sandrelli) donna seduttrice e madre chioccia, portatrice di stravolgimenti, incomprensioni, tradimenti, bugie, disvelamenti, di cui Sara è solo una eco. D'altronde come dice lei stessa «cosa ha fatto di male, forse ha forzato un po' il destino. Ma che male c'è tanto poi la vera natura viene sempre fuori e un giorno quando meno te l'aspetti, quando pensi di aver fatto tutto per il meglio, tutto esplode». Ed esplode sì. Le persone si riscoprono diverse, lottano per dimostrare a se stesse e agli altri che non esistono nomenclature in amore e che tutti abbiamo diritto ad essere felici. Perché se è vero che tradire è male, non lo è se lo si fa con la donna della propria vita. L'universo femminile è protagonista del lungometraggio. Due generazioni di donne si confrontano. L'amore è al centro della loro vita e del plot. Il regista Luca Lucini, come da sua ammissione, prende le mosse dalla commedia americana anni '50 ambientata in contesti borghesi, dagli intrecci psicologici interessanti e ripropone la sua visione di dramma all'italiana. Ma ancor prima di Hollywood, Shakespeare, maestro di intrecci, insegna: "guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre". Lo sanno bene i protagonisti, e alla fine dei giochi ci si rende conto che in realtà il gioco non è mai finito, piuttosto è appena iniziato. Luca Lucini (3 metri sopra il cielo e Oggi sposi) sorprende il pubblico e strappa un sorriso osando con un finale che sovverte le regole dell'atteso.