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Habemus Papam

15/04/2011 10:00

Martina Calcabrini

Recensione Film,

Habemus Papam

Nanni Moretti: l’irriverente regista italiano, l’attore dalla faccia di gomma, il politico irruento...

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Nanni Moretti: l’irriverente regista italiano, l’attore dalla faccia di gomma, il politico irruento. Nessuno meglio di lui riesce a scuotere la critica prima ancora di aver realizzato un’opera. Incredibile come riesca a far parlare di sé; azzardato (?) il coraggio con cui attacca i personaggi più in vista. Dopo Il caimano, Nanni Moretti torna dietro la macchina da presa e punta l’obiettivo sul Vaticano e su alcuni dei suoi maggiori esponenti.


Habemus Papam racconta la difficile storia di un brav’uomo, di un indulgente cardinale scelto dal volere divino come nuova guida della comunità cattolica. Davanti alle grandi responsabilità derivanti dal suo nuovo status, l’uomo ha una crisi di panico, un forte crollo di nervi e il bisogno di essere curato da uno psicologo. La sede papale sceglie allora il migliore della capitale, Moretti, che si ritrova suo malgrado rinchiuso nella prigione dorata insieme agli altri 105 cardinali, finché il Papa non verrà pubblicamente presentato al popolo. Spaventato, l’uomo - di cui lo spettatore non conoscerà mai il nome - fugge dal Vaticano per godersi tranquille passeggiate all’aperto tra la gente comune e per dedicarsi alla sua eterna passione per il teatro. Nel frattempo, lo psicologo organizza un torneo di pallavolo nel cortile di San Pietro, dividendo i cardinali per squadre “di residenza” e trovando il modo per allietare le monotone giornate dei “prigionieri”.


Moretti mette a segno un altro colpo lasciando l’amaro in bocca a tutti coloro che credevano avrebbe realizzato un impietoso ritratto della (decadente) situazione religiosa contemporanea, attaccando indirettamente il (vero) Papa in carica che detiene lo scettro. Il regista sfida di nuovo il giudizio del pubblico che è convinto di avere la situazione sotto controllo ma a cui, invece, sfugge l’umanità di ogni persona, persino di quella che viene formalmente chiamata “Santità”. Possibile, dunque, che l’agguerrito politico di sinistra, che l’attore nevrotico e anticonformista, che il regista impietoso, chieda umana comprensione ad un popolo bisognoso di una guida pronta ad amare tutti? Habemus Papam? No, habemus (molti) problemi da risolvere: prima lo ammettiamo meglio è. Il Non-Papa docet.


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