Eddie Morra (Bradley Cooper) è un aspirante scrittore sull’orlo di una crisi depressiva per l’incapacità di dare inizio al proprio romanzo. In aggiunta a questo blocco creativo, e alle bollette che si accumulano, la sua ragazza Lindy (Abbie Cornish) decide di lasciarlo, vista anche la sua incapacità di darsi da fare per uscire da questa situazione. Quando tutto sembra ormai perduto, Eddie incontra Vernon, fratello della sua ex moglie, che gli offre una soluzione inaspettata: un nuovo farmaco capace di stimolare il cervello in modo tale da permettergli di esprimere il 100% delle sue possibilità in luogo del 20% usato normalmente. Gli effetti di questa droga sono sbalorditivi e proietteranno Eddie verso una strepitosa scalata al successo, ma anche in un intrico di enormi problemi, a partire dal misterioso omicidio di Vernon. Neil Burger, già noto al grande pubblico per The Illusionist, si cimenta con un nuovo thriller, reso molto interessante non tanto da una sceneggiatura che, seppur divertente, pecca in alcuni frangenti di fluidità e presenta una serie di buchi, quanto da un montaggio molto serrato e da trovate estetiche di impatto - per quanto concerne la prima metà del film e la resa degli effetti della droga assunta dal protagonista. Questi aspetti risultano particolarmente evidenti ed efficaci durante la prima ora, durante la quale si ricorre ad un interessante effetto zoom prolungato, a cambiamenti di luce – si potrebbe quasi dire di fotografia – che accompagnano l’uso della sostanza stupefacente e il ricorso a sovraimpressioni grafiche ed effetti speciali molto ben integrati nel contesto. Il risultato per lo spettatore è una messa in scena accattivante, che pone in secondo piano i difetti di cui si è detto sopra. Menzione di merito va anche riconosciuta a Bradley Cooper, persuasivo nel dare vita ad un personaggio la cui ambiguità morale e i cui difetti sono messi in secondo piano dal carisma e dalle trovate d’intelletto, sicuramente esaltate dall’uso della droga, che gli consentono di destreggiarsi nella serie di situazioni al limite dell’insolubile nelle quali si trova coinvolto. Nel cast è presente anche Robert De Niro, in un ruolo che è forse il più stereotipato del film, ovvero il magnate della finanza alla Gordon Gekko che prende il protagonista sotto la sua ala, o per meglio dire che vorrebbe sfruttarne le straordinarie capacità : la mancanza della giusta cattiveria e una certa scontatezza impediscono a De Niro di risultare determinante in un film che resta inesorabilmente centrato su Cooper. Altra nota di merito si può rintracciare nella colonna sonora, composta da Paul Leonard-Morgan, molto ben assortita e caratterizzata anche dall’inserimento di alcuni pezzi estremamente orecchiabili, come Power di Kayne West e Walking di Ash Grunwald. Limitless è un film assolutamente lontano dalla perfezione, che presenta un paio di lati deboli cui lo spettatore più scafato non potrà non fare caso, ma che complessivamente soddisfa e regala un paio d’ore di efficace intrattenimento.