A 10 anni di distanza dal primo, fortunatissimo, capitolo della serie (The fast and the furious) e a due dall’ultimo episodio (Fast & Furious - Solo parti originali), torna sul grande schermo Dom Toretto e la sua combriccola di speed racers borderline. Dopo aver devastato Stati Uniti e Giappone, tocca al Brasile e in particolare a Rio de Janeiro, tra le favelas e lo spettacolo del Pao de Acucar. Per la terza volta consecutiva, a dirigere Vin Diesel e soci, è Justin Lin che punta, fin da subito, sugli ingredienti che hanno decretato il successo mondiale della serie: ritmo incalzante, adrenalina a mille, muscoli in mostra, facce cattive, macchine da infarto, belle donne e acceleratore sempre a tavoletta. E manda in brodo di giuggiole i die-hard fan del franchise riunendo nel film tutti (o quasi) i personaggi principali dei vecchi episodi, a partire ovviamente dai due protagonisti Dom Toretto (Vin Diesel) e Brian O’Conner (Paul Walker). E pazienza se la sceneggiatura cozza spesso e volentieri contro ogni umana logica fin dalle scene iniziali (che si ricollegano direttamente al finale dell’ultimo episodio) nelle quali Dom viene fatto fuggire da Brian e Mia (Jordana Brewster) dal pullman che lo sta portando in galera. Il gruppo si riunisce in Brasile da Vincent (Matt Schulz) ma si trovano presto contro il potentissimo narcotrafficante locale Reyes (Joaquim De Almeida) e progettano ai suoi danni il colpo che permetterebbe loro di ritirarsi definitivamente dalle attività illecite. A mettergli i bastoni tra le ruote, un gruppo di agenti scelti della polizia statunitense, guidati da Luke Hobbs (l’ottimo Dwayne Johnson) con l’aiuto della poliziotta Elena (Elsa Pataky), già in prima fila per il premio “personaggio più insulso dell’anno”. Justin Lin prova a fondere le tematiche tipiche di Fast and Furious (la famiglia sopra ogni cosa, l’intoccabilità degli eroi, superiori persino alla legge, la fratellanza) con le atmosfere da “stangata” di Ocean’s Eleven e l’impasto funziona soprattutto nella parte centrale del film, grazie anche all’ironia del gruppo di vecchi amici chiamati per fare il colpo, da Roman (Tyrese Gibson) a Tej (Ludacris), dalla sexy Gisele (Gal Gadot) alla coppia in perenne conflitto formata da Leo (Tego Calderon) e Santos (Don Omar). Se negli anni ’80 i fans impazzivano pensando a cosa sarebbe potuto accadere in un confronto diretto tra Jean-Claude Van Damme e Steven Seagal o Chuck Norris, Lin modernizza la questione mettendo di fronte due giganti dell’action-movie, bicipite a bicipite, come Vin Diesel e l’ex icona del wrestling The Rock Dwayne Johnson. Gli amanti della serie, insomma, non potranno essere delusi e troveranno pane per i loro denti: azione senza sosta, tamarragine ben oltre il limite consentito, scene esageratissime e fisicamente impossibili (vedere la rapina al treno e l’assurda fuga finale), musica a palla, montaggio ipercinetico, protagonisti ipertrofici. E anche se l’espressività di Vin Diesel lascia a desiderare, la verosimiglianza va a farsi benedire dopo cinque minuti: ciò che si chiede a film come questo è ben altro. I palati fini stiano ad almeno 100 metri di distanza dalle sale cinematografiche. Il finale potrebbe far pensare a una conclusione della serie... ma non ci crediamo minimamente.