Michele (Clemente Russo) è un ragazzo cresciuto nei malfamati quartieri di Marcianise; vive con il nonno e passa le sue giornate a compiere malefatte insieme al suo amico Rosario (Carmine Recano). In una delle tante fughe sfrenate dalla polizia si rifugia in una palestra dove si tira di boxe sotto la supervisione dell’allenatore Sabatino (Giorgio Colangeli) e in poco tempo si appassiona alla disciplina. Per difendere il suo amico Rosario, però, Michele finisce in carcere e quando dopo alcuni anni esce di prigione tenta di riprendere la sua carriera sportiva. Ma talento e camorra cozzano ineluttabilmente e la fuga sui ring clandestini di Berlino sarà solo una soluzione temporanea. Sulla scia del caso Gomorra per il suo secondo film - dopo La vera leggenda di Tony Vilar - Giuseppe Gagliardi sceglie di ispirarsi a Tatanka scatenato, racconto tratto dal vincitore del Premio Libro Europeo 2010 La bellezza e l’inferno di Roberto Saviano. Autore ormai affermato in Italia e che ancora una volta, dopo Matteo Garrone, ha la fortuna di beneficiare di una trasposizione cinematografica di grande qualità . Tatanka, distribuito dalla Bolero Film in 189 copie (di cui 38 solo in Campania), è imprescindibilmente legato al suo territorio, a quell'atmosfera che impregna totalmente un film: ultimo esempio di un filone che, nel nostro Paese, ha nel tempo costituito quasi un genere a sé. "Avere un talento al sud non significa niente. Ci sarà sempre qualcuno pronto a denigrarlo, deriderlo o addirittura infamarlo". È partendo da questa triste verità che Gagliardi gira Tatanka, a cui il vero pugile Clemente Russo presta il volto e il soprannome che si è guadagnato grazie al suo particolare stile di combattimento (tatanka è una parola americana che significa bisonte). Una storia di riscatto che si svolge in quelle palestre fatiscenti considerate ormai "l’ultimo baluardo della legalità " in Campania; in una provincia retta, costruita e al contempo avvelenata dalla camorra. Michele, ex criminale, cerca di cambiare, spinto dalla passione (la bellezza) per la boxe che lo definisce come persona e gli da uno scopo nella vita, ma una volta entrati nel soffocante circolo mafioso (l’inferno) uscirne vivi è un'impresa disperata, sebbene non impossibile. Caratterizzato da un approccio neorealistico, alla ricerca di una sorta di verismo (a partire dal dialetto sottotitolato), il film assume nei momenti di gloria e di redenzione del protagonista accezioni che appartengono a quella finzione cinematografica tipica delle pellicole sportive, che tendono all’esaltazione e alla mitizzazione del gesto. Gagliardi, come Saviano, si mostra speranzoso nonostante tutto. Dà prova di una grande originalità registica, esaltata dall’alto livello tecnico e artistico della pellicola nel suo insieme: sceneggiatura, montaggio, fotografia, colonna sonora, fino alla resa recitativa di un cast in cui sorprendentemente Russo mostra un talento inaspettato. Tatanka è un ottimo lavoro di squadra che emoziona e mantiene alta la tensione narrativa senza cedimenti, non risultando mai scontato e sostenendo con grande dignità il cinema del dopo-Gomorra.