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Tutti per uno

06/05/2011 11:00

Tania Marrazzo

Recensione Film,

Tutti per uno

Milana (Linda Doudaeva), una ragazzina di origine cecena, vive a Parigi dove frequenta brillantemente la scuola elementare...

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Milana (Linda Doudaeva), una ragazzina di origine cecena, vive a Parigi dove frequenta brillantemente la scuola elementare. Insieme alla sua comitiva, formata da Blaise (Jules Ritmanic), Alice (Louna Klanit), Ali (Louka Masset), Claudio (Jeremie Yousafat) e Youssef (Dramane Sarambounou), si diverte a spacciare dvd pirata, cellulari, temperini, gomme, caramelle e altri oggetti. Quando Youssef viene rimpatriato perché la sua famiglia non ha il permesso di soggiorno, Milana inizia a temere che lo stesso destino tocchi presto anche a lei. L’ospitalità nella famiglia di Cedrine (Valeria Bruni Tedeschi), madre di Blaise e Alice, non sembra metterla al sicuro, così i bambini organizzano loro stessi un piano per salvare l’amica.


Selezionato nella rassegna "Rendez-vous", la Teodora film porta nelle sale italiane una delle pellicole che ha emozionato Cannes lo scorso anno, si tratta di Les mains en l’air di Romain Goupil, tradotto banalmente in Tutti per uno. Un film che si apre in un ipotetico 2067 in cui una donna anziana ricorda le vicissitudini vissute da bambina quando nella Francia di Sarkozy (di cui però non ricorda nemmeno il nome) sperimentò sulla sua pelle l’esperienza della clandestinità. Tutti per uno è difatti una parabola tragicamente favolistica che trae spunto da fatti di cronaca per affrontare la questione del rimpatrio dei cosiddetti sans-papiers. L’intento di Goupil non è però di stampo documentaristico, ciò che interessa al regista è raccontare quel senso di impotenza e di angoscia che investe le vittime della repressiva politica clandestina francese: nel film viene considerata inaccettabile e inammissibile quasi sessant’anni dopo.


Il punto di vista prediletto è quello dei bambini, non banalmente sfruttato in quanto puro e innocente ma piuttosto inteso come giocosamente inconsapevole e libero da quegli adulti pregiudizi riguardanti l’integrazione. Se il resto della comitiva vive la fuga dalla polizia e il nascondersi nel rifugio come esperienza ludica, fin dal principio si percepisce come lo sguardo di Milana vada invece oltre. Felice di star lontano dalla sua famiglia quando viene accolta da Cedrine, dove finalmente può condurre una vita normale, rimane spesso in disparte ad osservare i suoi coetanei perché tormentata da sensi di colpa che le fanno percepire il divertimento come immeritato. Splendido affresco della condizione esistenziale clandestina, Tutti per uno gode di un cast eccellente (sminuito dal doppiaggio) in cui spicca la naturalezza e il talento dei bambini insieme a quello della toccante Valeria Bruni Tedeschi, madre moderna e unico personaggio veramente in grado di comprendere la situazione che la circonda (e per questo considerata ignorante) e le azioni della comitiva dei suoi figli, al contrario dell’ottuso cognato e del “riformista” marito. La macchina da presa è leggera e poetica nel riprendere quel mondo infantile dove evitare il rimpatrio di una clandestina ha la stessa importanza di riuscire a passarsi i compiti di matematica; sotto una luce naturale e in maniera semplice, Goupil riesce ad evitare qualsiasi tipo di pedagogismo.


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