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The Door

20/05/2011 10:00

Maurizio Encari

Recensione Film,

The Door

Non aprite quella porta...

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Non aprite quella porta. Non avete idea di dove finirete. È l'errore che commette in una sera di ubriachezza David, proprio a cinque anni esatti dalla morte della figlia per una sua negligenza. Infatti mentre la piccola Leonie stava annegando per colpa di un'accidentale caduta in piscina, lui era impegnato a tradire la moglie con una vicina di casa. Da quell'infausto giorno, la sua vita è andata a rotoli, tra rimorsi atroci e il fallimento del matrimonio. Ma qualcosa sta per accadere. Dietro quella porta misteriosa si trova un cunicolo sotterraneo, David lo attraversa e si ritrova dall'altra parte. Il suo vecchio quartiere, come una volta. Ironia della sorte, si ritrova lì proprio a pochi minuti dalla tragedia di mezza decade prima. Un portale magico? Una comunicazione temporale? Poche sono le domande, l'importante è salvare a tutti i costi Leonie. Neanche il tempo di riprendersi dallo shock e comprendere la situazione, che il David di cinque anni prima gli si pone davanti: scoppia, tra la più stupita incredulità, una rissa nella quale il se stesso del passato perde la vita. Cosa fare ora? Naturalmente, seppellire il fresco cadavere e cercare di ringiovanirsi all'apparenza, per riprendere a vivere da dove si era "interrotta" la sua vecchia vita. Ma la figlia comprende che lui non è più lo stesso padre di prima, e uno strano uomo sembra sapere tutto di lui. Il ritorno alla passata esistenza si rivela così una faccenda assai complicata.


The door (in originale Die Tür ), diretto da Anno Saul, è un film strano, di quelli che entrano dentro lentamente, insinuandosi nella mente dello spettatore con un che di diabolico e destabilizzante. Parliamoci chiaro, si tratta di tutto fuorchè di un capolavoro, ma pur ponendosi fortemente imperfetto, non mancano degli spunti godibili. La storia non ha alcunchè di prettamente originale, fondendo qua e là la tematica storica dei viaggi nel tempo con una struttura a L'invasione degli ultracorpi, limitandosi a interagire nell'ambiente di un quartiere, con le sue regole e i suoi misteri. Certo, il perchè di come una tale porta comunicante tra due realtà si trovi in un anfratto scovabile da chiunque, è un punto debole della sceneggiatura, che nel finale perde inesorabilmente colpi, correndo verso un finale comunque meno scontato del previsto. Ma è soprattutto la prima parte che riesce a incutere quella dose di curiosità di cui vivono questi mistery thriller ultimamente in disuso, e di cui perciò fa sempre piacere segnalare un nuovo esponente. Il comparto drammatico si rivela saldo e teso fino a tre quarti, sorretto anche dall'interpretazione di un grande attore come Mads Mikkelsen, ormai diviso tra blockbuster e produzioni indipendenti. Negli ultimi minuti accadono sin troppe coincidenze, che ledono ancor più la già labile credibilità. Difetto che in questo genere può anche esser perdonato.


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