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Mr. Beaver

20/05/2011 11:00

Luca Mogini

Recensione Film,

Mr. Beaver

Walter Black (Mel Gibson) è un uomo sconfitto...

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Walter Black (Mel Gibson) è un uomo sconfitto. Afflitto da una grave depressione Walter ha tentato di tutto senza riuscire a uscire dal baratro nel quale è finito. La moglie Meredith (Jodie Foster ), resasi conto dell'influenza negativa esercitata su tutta la famiglia, decide di allontanare Walter dalla casa e dai figli: Henry (Riley Thomas Stewart) di 7 anni, vittima degli attacchi dei compagni e incapace di reagire, e Porter (Anton Yelchin), diciassettenne geniale terrorizzato dal pensiero di diventare come suo padre. Sull'orlo del suicidio e preda dell'alcolismo Walter incontra in un cassonetto chi saprà risollevare la sua esistenza: il Castoro, una marionetta da ventriloquo che diventa il tramite fra l'uomo e la sua vita. Black ritorna sulla cresta dell'onda, ma non tutto è come sembra e non sempre le magie risolvono la vita.


La storia di un uomo e del suo disperato tentativo di risollevarsi grazie all'inaspettato aiuto di una marionetta di pezza; così viene presentato Mr. Beaver, strizzando l'occhio alla commedia e a un certo genere di "realismo magico". Eppure il film che segna il ritorno alla regia di Jodie Foster non è solo quel che sembra. La sceneggiatura firmata da Kyle Killen, pur non mancando di gag e umorismo, racconta una storia dura (più simile ad American Beauty) tentando di inserirsi in quel filone cinematografico che fa della rappresentazione del reale il proprio punto di forza. A rendere vera la magia riesce l'abilità dietro la macchina da presa della Foster, in grado di tenere gli eventi sempre in un equilibrio sottile tra le meccaniche tipiche della commedia e un sospeso senso di inquietudine e dramma, per un film che riesce a dare quel che promette.


Grande mattatore della pellicola è senza dubbio Mel Gibson, che conferisce credibilità tanto a Walter Black nelle sue espressioni di uomo in gabbia, quanto allo scatenato Castoro, yuppie in carriera, amante focoso e vincente a 360 gradi. Lo affiancano attori di spessore, a partire dalla stessa Foster, brava nel mettersi in disparte e lasciare palcoscenico e riflessioni al punto di vista emozionale del protagonista e di Yelchin. L'attore scelto per interpretare il figlio di Black è protagonista di un aspetto della storia che segue maggiormente i canoni cinematografici classici, in cui si trova a fuggire dalla figura paterna in una complicata storia d'amore con la compagna di classe Norah (una bravissima Jennifer Lawrence). In Mr. Beaver tutto è riuscito, grazie anche all'apporto di grandi professionisti alla fotografia (Hagen Bogdanski), scenografia (Mark Friedberg) e montaggio (Lynzee Klingman); per un prodotto in bilico tra la commedia e il dramma, con il grande merito dell'umiltà: non è e non sarà il film dell'anno, anche a causa di un finale che riporta la situazione su binari cinematografici più canonici, ma Mr. Beaver riesce a essere leggero e appassionante, un po' a far ridere e molto a far riflettere su una dura lezione: non esistono vittorie facili e non esistono scorciatoie. Alcune cose non hanno motivo di accadere, senza consolazione né contropartita, e tutto il resto sta a noi. Così è, se vi piace, e vale la pena di andare al cinema per sentirselo dire da un castoro.


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