Theo Angelopoulus è indubbiamente un grande rappresentante del cinema non solo greco, ma europeo, dotato di una forte sensibilità artistica e umana. I suoi sono spesso film impegnati, su temi profondi, ma da una così grande carica sentimentale che raramente può lasciare indifferenti. Il regista de I cacciatori, Il passo sospeso della cicogna e Lo sguardo di Ulisse, nel 2004, firma La sorgente del fiume, primo film di una trilogia che vede questo La polvere del tempo come suo secondo tassello. Sebbene si tratti di due opere che hanno come punti di effettiva comunanza solo le tematiche storiche ed i nomi dei protagonisti. Sono gli ultimi giorni del ventesimo secolo. A. (Willem Dafoe) è un regista di film d'autore, che sta cercando di concludere a Cinecittà le riprese di un film ispirato alla vita e alla storia d'amore dei suoi genitori, Spyros (Michel Piccoli) ed Eleni (Irène Jacob). Ma la sua storia, filmica e personale, si intreccia anche con quella dell'eterno amico di famiglia Jacob (Bruno Ganz) e di sua figlia, la piccola Eleni (Tiziana Pfiffner)... Arrivato nei nostri cinema con un paio d'anni di ritardo, l'ultima opera di Angelopoulus rischia di disorientare e dividere il suo pubblico. Ad una realizzazione tecnica di alta scuola, che si pregia tra l'altro di una stupenda fotografia (ad opera di Andreas Sinanos) e dei melodiosi temi musicali di Eleni Karaindrou, fa da contraltare una vicenda in sé piuttosto lineare, resa però nebulosa dai continui e confusionari salti temporali, che permettono di ricostruire la vicenda solo sul finale, giocando spesso con la pazienza dello spettatore. Si tratta, chiaramente, di un'opera che ricerca elevati simbolismi, andando a scavare nelle storie degli uomini per conferire un senso all'umanità , tesa a raggiungere chissà quali traguardi nonostante la caducità del suo stesso destino. Purtroppo, nonostante l'indiscutibile bravura di un cast di un certo livello, il tutto sembra rimanere su un piano puramente formale, senza che riesca a toccare, se non per brevi istanti, il cuore dei suoi spettatori.