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Il dilemma

09/06/2011 10:00

Maurizio Encari

Recensione Film,

Il dilemma

A due anni da Angeli e Demoni, seconda trasposizione dei libri di Dan Brown (dopo il poco convincente Il codice Da Vinci), Ron Howard torna dietro la macchina d

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A due anni da Angeli e Demoni, seconda trasposizione dei libri di Dan Brown (dopo il poco convincente Il codice Da Vinci), Ron Howard torna dietro la macchina da presa per dirigere Il dilemma, nuova divagazione nella commedia americana, genere che l'autore non aveva più indagato da diverso tempo. Per ottenere il successo al botteghino (risultato non andato poi pienamente a segno, visto i "soli" circa cinquanta milioni di dollari incassati) ha assoldato due star della comicità a stelle e strisce come Vince Vaughn e Kevin James nei panni dei protagonisti e le sempre splendide Jennifer Connelly e Winona Ryder nel ruolo delle rispettive mogli. La ricetta, visto il cuoco d'eccezione, avrebbe potuto regalare un gustoso spuntino, ma la poco gradevole sensazione di amaro in bocca è purtroppo presente.


Ronny (Vince Vaughn) e Nick (Kevin James) sono migliori amici, nonchè un vero e proprio team lavorativo. I due stanno infatti progettando un nuovo, rivoluzionario, tipo di motore da presentare alla Chrysler. Il loro progetto viene accettato, ma il tempo in cui deve essere trasformato in realtà è breve e Nick, mente della coppia, passa ore e giorni a lavorarci sopra. Le cose si complicano inesorabilmente quando Ronny scopre casualmente che Nick viene tradito da sua moglie Geneva (Winona Ryder) con il giovane e aitante Zip (Channing Tatum). Il dilemma ora attanaglia la mente di Ronny: svelare tutto al compagno di una vita, rischiando di mandare all'aria il loro lavoro, o attendere pochi giorni per rivelargli poi la verità? Nel frattempo la situazione finisce per incrinare sensibilmente anche il rapporto di Ronny con la fidanzata Beth (Jennifer Connelly), preoccupata per le sue insolite assenze da casa.


Il dilemma poggia le proprie fondamenta su una sceneggiatura scombinata, che strizza più volte l'occhio al dramma ma trascinandosi per quasi due ore in un limbo in cui la poca originalità delle idee e qualche lungaggine di troppo la fanno da padrone. È quasi paradossale che gli istanti più divertenti siano proprio nell'epilogo, mentre si fa fatica a seguire il resto della visione e ad appassionarsi alle vicende di questo strambo assortimento di amici/coppie. Si vorrebbe raccontare la storia di un'amicizia, di un rapporto in crisi, dell'importanza dell'onestà all'interno di una relazione, ma tutti questi temi vengono tratteggiati con una disarmante semplicità, persi in luoghi comuni e in dialoghi fin troppo simili ad altre pellicole di genere. Gli stessi attori sembrano vagare spaesati, e se almeno Vince Vaughn e Winona Ryder ci mettono dell'impegno, Kevin James e Jennifer Connelly sono letteralmente due pesci fuor d'acqua. Non c'è anima, manca una solida base narrativa e invece di impersonificarsi nel protagonista, come dovrebbe essere sempre d'uopo nel mezzo cinematografico, per lo spettatore diviene disagiante osservare l'intromissione nelle vite altrui, soprattutto dopo esser venuti a conoscenza che la fedigrafia è reciproca. Il detto "chi si fa i fatti propri, campa cent'anni" non è mai stato più veritiero. Peccato che Ron Howard non gli abbia dato ascolto.


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