In occasione dell'uscita nelle sale de I Babysitter, remake italiano del francese Babysitting del 2014, abbiamo incontrato il cast in una breve conferenza stampa nella suggestiva cornice della Terrazza Martini di Milano. Il film parla di Andrea (Francesco Mandelli), un trentenne introverso e insicuro, che sogna di diventare un importante procuratore sportivo. Intanto lavora per Gianni Porini (Diego Abatantuono), uno dei più celebri agenti sportivi italiani. Improvvisamente, Porini si trova in necessità di un babysitter e, trovandosi Andrea sotto mano, gli impone di badare al figlio Remo (Davide Pinter). Peccato che quella sera sia anche il giorno della festa di compleanno di Andrea e i suoi amici Aldo (Paolo Ruffini) e Mario (Andrea Pisani), non hanno intenzione di rinunciare alla festa. Erano presenti alla conferenza stampa, il regista Giovanni Bognetti, il produttore Maurizio Totti, Francesco Mandelli, i Panpers, Andrea Pisani e Luca Peracino, bFrancesco Facchinetti/b, bFrancesca Cavallin/b. L'incontro si è concentrato sul concetto di remake, su come sia nata l'idea e sulle modifiche apportante nel prodotto italiano. Dalle stesse parole del regista è emerso che: «La scrittura funzionava bene, era divertente, quindi abbiamo deciso di fare il remake». Il produttore Maurizio Totti parla già di sequel, dal momento che sono già stati comprati i diritti per un secondo episodio del film. I cambiamenti rispetto al prodotto francese sono tanti, a cominciare dal personaggio del capo di Andrea, Gianni Porini, interpretato da Abatantuono: Bognetti spiega come sia stata una sua decisione trasformarlo da direttore di una casa editrice a un agente sportivo «Gli agenti sportivi sono un po' i ricchi di questo momento, rispetto a un direttore editoriale. Sembrava più adatto per l'Italia». Quanto al protagonista, nel film francese c'era un unico babysitter, mentre nel prodotto italiano si è deciso di «fare le cose in corale. C'è il babysitter, che è Mandelli, ma gli altri diventano dei supporter, dei veri e propri babysitter». Facchinetti ci racconta inoltre com'è nato il suo strano personaggio, il vice ispettore Ermanno: «È nato tutto da una chiamata di Maurizio. Allora ho pensato di essere un vice ispettore, un po' pazzo, un po' psicopatico che crede di vivere all'interno di C.S.I e quindi cerca di aggravare ogni situazione intorno a sé. Sono arrivato sul set il primo giorno, faccio vedere la mia parte ad Abatantuono, lui mi guarda e mi dice: fa cagare. Io penso, mesi per preparare questo ruolo, lo devo recitare fra venti minuti e non va bene. Lui mi dice: guarda no, cerca di alleggerirlo un attimo, perché guardandoti fai già ridere così». Abbiamo intervistato gli attori del cast singolarmente. I Panpers ci hanno parlato delle sequenze amatoriali: «Rendere la naturalezza e il caso è stata la parte più difficile; è la parte più movimentata ed è quella che da ritmo al film; è la prima volta che si fa una cosa del genere in Italia». Ci parlano inoltre dell'avventura con la spogliarellista: «La spogliarellista è stata una scelta di par condicio, o le culate se le prendeva solo Mandelli e lo pagavano di meno, oppure dovevamo farlo tutti; è la nostra tigre da Notte da Leoni: non c'entra niente, ma dici: figata è una tigre!». Parliamo inoltre dell'atmosfera sul set. “Paolo e Diego li conoscevamo già” dicono i Panpers «Francesco lo abbiamo conosciuto qui ma ci siamo trovati subito benissimo con lui. So che è banale dirlo, ma si è creato veramente un bel gruppo. Sai che palle recitare con qualcuno che ti sta antipatico?». Aggiungono inoltre: «La cosa bella di questo gruppo è che nessuno si prende sul serio, si è tutti a disposizione degli altri. Un vero senso di altruismo». Con Francesca Cavallin parliamo di come è stato rivestire i panni del suo ruolo. «Questa donna mi ha incuriosito, mi ha molto divertito; mi spaventa anche da un certo punto di vista perché non mi ritrovo in tantissime cose. Però mi è piaciuto, soprattutto rispetto anche alla versione francese, il fatto che anche lei avesse degli scheletri nell'armadio». Sul lavorare con Abatantuono, Francesca ci parla della sua ansia da performance iniziale, che poi si è dissolta grazie alla simpatia dell'attore «In realtà ho avuto la fortuna di scoprire che non solo è un professionista eccellente, molto generoso e molto rispettoso, ma è anche una persona che mi piace tantissimo e con cui è stato veramente bello lavorare. A parte il fatto che spesso e volentieri dovevo implorarlo di smetterla di farmi ridere. Chiaramente anche questo ha favorito il risultato del film, c'era sintonia da un punto di vista lavorativo e anche umano». Abbiamo anche chiacchierato con Francesco Mandelli. Ci ha parlato del suo personaggio, Andrea, in questo caso diverso dal comico dei precedenti film. «Andrea è quello normale che rimbalza le stupidate degli altri, come se dovesse fare da centrocampista. Deve gestire la comicità degli altri». Aggiunge, inoltre, di avere interesse per la recitazione drammatica. «Mi sono trovato bene a fare questo ruolo, perchè dopo anni dove ho fatto personaggi esagerati e con caricature adesso mi interessa di più esplorare quella parte di me che è più naturale; recitare con un po' più di naturalezza». Dei Panpers, coi quali non aveva mai lavorato, ne parla ormai come di amici «Sono fantastici. Sono dei ragazzi molto intelligenti, bravi, con talento, fanno ridere, hanno idee e sanno scrivere». Parliamo infine della prima sequenza del film girata con Diego Abatantuono, attore visto da Francesco in maniera reverenziale «Il primo giorno di riprese abbiamo girato la scena dove io gli porto la presentazione del progetto, dove lui non mi caga. Quindi è stata una partenza proprio al fulmicotone. L'ansia che avevo sul set era vera. Per me non era Porini, era Diego Abatantuono ed era li a fare una scena con me. Alla fine Diego è un grande, è una persona fantastica».