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A proposito di Jack: le strabilianti interpretazioni di Jack Nicholson

23/04/2017 14:27

Samantha Ruboni

Ritratto, Jack Nicholson, Film USA,

A proposito di Jack: le strabilianti interpretazioni di Jack Nicholson

Il 22 aprile è il compleanno di Jack Nicholson: ne ripercorriamo la carriera, da Easy Rider a The Departed

Il 22 aprile è il compleanno di Jack Nicholson: ne ripercorriamo la carriera, da Easy Rider a The Departed

Se si pensa al cinema contemporaneo non si può che pensare a Jack Nicholson. Il suo Joker, nel Batman di Tim Burton, si contende le preferenze degli appassionati solo con quello di Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro.

Ma Jack Nicholson non ha bisogno di competizioni. Con una carriera di personaggi eccentrici e cuciti su misura per lui, dal Jack Torrance di Shining al Frank Costello di The Departed, resta uno degli attori più amati di sempre.

E non solo: forse non tutti sanno che, oltre a essere stato uno dei migliori interpreti dei nostri tempi, con 12 nomination all'Oscar e 3 statuette vinte (una per ogni decade), Jack Nicholson è anche regista, sceneggiatore, produttore. Approfittiamo del 22 aprile, compleanno di Jack, per celebrarne la carriera, partendo dagli esordi.

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La prima vera consacrazione di Jack Nicholson sul grande schermo è Easy Rider di Dennis Hopper: il ruolo di George Hanson gli vale la prima nomination agli Oscar, e il film diventa un cult. È in questo periodo che Jack tenta un'altra strada nel mondo del cinema, la regia: nel 1971 si cimenta dietro alla macchina da presa con il film Yellow 33, presentato in concorso al 24° Festival di Cannes, di cui è anche sceneggiatore e produttore. Segue, sempre da regista, Verso il sud (1978).

 

Ma critica e pubblico non ricompenseranno mai abbastanza il Jack Nicholson autore. Dopo le nomination per Cinque pezzi facili (1970) e L'ultima Corvè (1973), nel 1974 Jack è l'indimenticabile protagonista di Chinatown, grande successo di Roman Polanski. Nel 1975 arriva il primo Oscar per Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman: il suo stile attoriale - fatto di smorfie, ammiccamenti, giochi di sopracciglia, sorrisetti e ghigni - può dirsi definitivamente consacrato.

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Gli anni '80 sono per Jack Nicholson il punto massimo di celebrità: interpreta pellicole come L'onore dei Prizzi (1985) e Shining (1980) di Stanley Kubrick. Vince la sua seconda statuetta nel 1983 con il film Voglia di tenerezza, uscendo completamente dai suoi personaggi standard per cimentarsi con un ruolo romantico e comico. A cavallo con gli anni '90 il suo ghigno malefico gli vale l'indimenticabile parte di Joker in Batman (1989) e nel 1990 è la volta dell'ultimo tentativo alla regia con Il grande inganno (1990), sequel di Chinatown.

 

Il terzo Oscar come Migliore Attore Protagonista arriva verso la fine del decennio, nel 1997, con il film Qualcosa è cambiato: una prova attoriale deliziosa, divertente e perfetta, grazie anche alla spalla Helen Hunt, vincitrice del premio Oscar lo stesso anno.

Con la fine degli anni '90, la carriera di Jack Nicholson sembra arrestarsi, fino a far pensare a un suo ritiro dalle scene, se non addirittura a problemi mnemonici. Lui smentisce e ammette, semplicemente, di fare maggiore selezione nella scelta dei film da interpretare. In questi anni sono da ricordare la pellicola A proposito di Schmidt (2002) - un altro personaggio costruito apposta per lui - e le commedie Terapia d'urto (2002) e Tutto può succedere (2003), esilaranti prove d'attore.

 

Ma il vero ritorno col botto è dato dalla collaborazione con Martin Scorsese in The Departed - Il Bene e il Male (2006): Jack Nicholson interpreta Frank Costello, un sadico boss irlandese, affianco a Leonardo DiCaprio e Matt Damon.

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In seguito Nicholson recita in Non è mai troppo tardi di Rob Reiner (2007), Joaquin Phoenix - Io sono qui!, regia di Casey Affleck (2010) e Come lo sai di James L. Brooks (2010). Da allora, è rimasto lontano dai riflettori. E noi non vediamo l'ora di rivederlo sui nostri schermi.

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