bAldo, Giovanni e Giacomo/b. Un trio che, basta nominarlo, e subito scatta un sorriso o una citazione. Sono tanti quelli che li hanno seguiti nel tempo, sia a teatro sia al cinema, dove – peraltro – sono arrivati in sordina. Se Tre uomini e una gamba festeggia nel 2017 il suo primo ventennio, lo dobbiamo a Massimo Venier, co-regista e sceneggiatore del film: mentre assisteva a uno spettacolo del trio con suo figlio, Venier si accorse che il ragazzo rideva a crepapelle; fu così che decise a portare Aldo, Giovanni e Giacomo sul grande schermo.
Il risultato, Tre uomini e una gamba, uscito nel dicembre 1997, fu un record d’incassi: una generazione intera si è ritrovata, anch’essa, quasi inavvertitamente, a ridere scena dopo scena, battuta dopo battuta.
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Sicuramente, la forza del trio – formatosi quasi per caso nel 1985 (Aldo Baglio e Giovanni Storti già si esibivano insieme, quando conobbero Giacomo Poretti sul set di Professione vacanze, dove lavorava con Marina Massironi) – sta nella scrittura che, negli anni, ha saputo riproporre alcuni esilaranti stereotipi della società . Pensiamo alla gag dell’autobus: almeno una volta al giorno potremmo imbatterci in un bAjeje Bratzorf/b che tenta di sfuggire al controllore severo.
Ritmi cinematografici, ma con occhio sempre volto al teatro: nei momenti più divententi di Tre uomini e una gamba, loro esordio cinematografico, resta evidente quella formazione, quell'impostazione da palcoscenico che garantisce al trio un affiatamento e una complicità spendibile ovunque. Che si parli di controllori, di scalatori di montagna («La roccia frana, non è che fria») o del leggendario Conte Dracula, la sostanza non cambia: ci si diverte.
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Alle soglie del 2000, dopo essere stati catapultati in quello che oggi chiameremo mainstream, escono le prime due produzioni cinematografiche in qualche modo concepite come veri film, in netta separazione con gli show teatrali: Così è la vita (1998) e Chiedimi se sono felice (2000). Stavolta si alza l’asticella. Non si tratta più solo di sketch e personaggi, ma in scena arriva la vita vissuta. Vere e proprie storie, «romanzi di formazione» potremmo dire citando Giacomo Poretti, che trovano il favore del pubblico ed entrano nell’immaginario collettivo con frasi cult.
«Crapanzano: meno male che oggi esci. Avrò dormito un'ora in due anni!»; «Chi sa fare, sa capire!» (che non è un proverbio, ma è la vita) sono massime ormai entrate a far parte della nostra quotidianità quasi quanto la maglietta di Sforza usata come pigiama (perché quella di Ronaldo era finita). Quelli di bAldo, Giovanni e Giacomo/b sono film leggeri, ma ogni tanto nelle sceneggiature si annida qualche colpo di filosofia contemporanea in cui è facile immedesimarsi. C'è chi vive nel rischio, come un due fisso a Inter-Cagliari; chi ha capito il simposio di Platone meglio da «tre che hanno un negozio di ferramenta» che dalle spiegazioni dei professori al liceo.
Un film per Aldo, Giovanni e Giacomo non è altro che la riuscita rappresentazione del loro modo di vivere. Per questo, oltre alla comicità , c’è tanto spazio per i sentimenti: per amore, amicizia e complicità , descritti anche con l’ausilio di colonne sonore intramontabili. Roberto Vecchioni, Samuele Bersani, Negrita, Vinicio Capossela e tanti altri cantautori hanno prestato le loro note alle storie di un trio che sembra quasi essere una persona sola.
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Col nuovo millennio, parallelamente al teatro (Tel chi el telùn, 1999; Potevo rimanere offeso!, 2001; Anplagghed, 2006) arrivano altri progetti: La leggenda di Al, John e Jack, 2002, sulla cui riuscita c'è ancora oggi molto dibattito; Tu la conosci Claudia?, 2004, che vede avvicinarsi a loro la presenza femminile (e prorompente) di Paola Cortellesi. Negli anni più recenti, invece, i tre comici tornano in sala con Il cosmo sul comò, 2008, (diretto da Marcello Cesena, che ha fatto di meglio in TV al fianco della Gialappa’s Band); La banda dei Babbi Natale, 2010; Il ricco, il povero e il maggiordomo, 2014 e Fuga da Reuma Park, 2016.
Dopo oltre venticinque anni di carriera per il trio sembra esserci una battuta d’arresto e una (comprensibile) discesa. La critica non ha preso troppo bene il loro ultimo lavoro nelle sale, di cui è stata messa in discussione la sceneggiatura, il ritmo, i personaggi. Certamente negli ultimi film si è notata un’inversione di rotta rispetto al passato, con la sensazione che Aldo, Giovanni e Giacomo preferiscano vivere di rendita piuttosto che reinventarsi.
Il giudizio, degli addetti ai lavori (e anche del pubblico) deve aver lasciato un qualche segno perchè, a metà di quest’anno, era trapelata l’indiscrezione di un possibile scioglimento del trio. Aldo Baglio, sempre secondo la stampa, starebbe lavorando a un progetto da solista al fianco della moglie Silvana Fallisi. Quando,però, sui social i fan hanno espresso il loro disappunto, i tre hanno smentito qualsiasi indiscrezione. Di sicuro, siamo a un punto di svolta: chissà se bAldo, Giovanni e Giacomo/b saranno un piacevole ricordo, oppure continueranno a fare parte del teatro e del cinema italiano. Intanto, concorderete con noi che i vent'anni di Tre uomini e una gamba sono un evento da festeggiare. Magari con una maratona di film del trio?
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