Tra le sceneggiature premiate agli Oscar della tv ci sono due episodi di Black Mirror e Master of None che raccontano l'omosessualità femminile
Agli Emmy di quest'anno abbiamo visto, dopo la schiacciante vittoria di The Handmaid's Tale e di Little Big Lies, altre due vittorie a modo loro molto importanti e indicative dell'evoluzione televisiva di questo periodo. Le serie si mostrano infatti sempre più attente a tematiche delicate e a tabù come, in questo caso, l'omosessulità femminile.
Stiamo parlando dei premi per Miglior Sceneggiatura a Thanksgiving, la 2x08 di Master of None e a San Junipero, 3x04 di Black Mirror. Quest'ultima puntata ha anche stabilito un importante primato: è la prima volta che una donna di colore, Lena Waithe, vince il premio.
Innamorarsi il Giorno del Ringraziamento
L'episodio è strutturato in maniera molto semplice. La storia tratta come punto focale il Thanksgiving Day (che in America è perfino qualcosa in più del nostro Natale) e narra, di anno in anno, il cambiamento di consapevolezza della protagonista nello scoprire di essere omosessuale e la reazione della sua famiglia “allargata”, riunita in questa particolare occasione.
Gli abiti in cui la protagonista non si ritrova, le cotte adolescenziali, la consapevolezza, gli spinelli, il coming out, le prime ragazze e poi l'arrivo della donna giusta. Tutto ruota attorno al rito della festa, mentre intorno le mode, i vestiti, le acconciature, gli arredi e lo stile di vita cambiano; così come cambiamo noi e i nostri familiari, scoprendo sempre di più noi stessi. E anche le rivelazioni più difficili e ingombranti divengono normalità, scaldata da un abbraccio avvolgente.
La vita sognata, a San Junipero
Una problematica simile la riscontriamo nell'episodio 3x04 di Black Mirror. Ma l'ambientazione è completamente diversa. Siamo negli anni '80: Yorkie, una ragazza introversa e impacciata, conosce Kelly in un locale. Da subito tra le due scoppia la scintilla. Ma quello che vediamo non è la realtà, quanto piuttosto la vita che le due donne vorrebbero avere; più propense a divertirsi e a dare sfogo al loro vero io, che a vivere la realtà e le sue regole. Una storia d'amore, che nasce in un luogo destinato allo svago, di una purezza e di una semplicità che difficilmente percepiamo altrove.
La fine di un tabù
In entrambe le serie, tutte e due targate Netflix i casi queste storie passano attraverso gli anni e le epoche. Amori veri, che vanno oltre lo stereotipo LGBT legato al cinema della sperimentazione giovanile. Le relazioni che vediamo nascere in queste puntate, premiate agli Emmy 2017, sono guidate da sentimenti veri e profondi che vanno anche oltre alla morte. Black Mirror e Master of None non sono le uniche serie tv targate Netflix che ne parlano: anche Sense 8 e Orphan Black non si approcciano a questa tematica come a un tabù né con una rappresentazione per forza trasgressiva.
Eppure l'amore tra donne fatica a emergere perfino nel cinema LGBT dedicato e solo di recente sta iniziando a trovare uno spazio tutto suo. Anche se fa eccezione (come sempre) David Lynch con l'antesignano Mulholland Drive (2001), di recente ricordiamo il bellissimo Carol (2015, vincitore della Palma d'Oro); La Vita di Adele (2013). Anche se, parlando di operazioni pionieristiche, non possiamo dimenticare uno dei primi baci tra donne visti sul grande schermo: nel 1930 in Marocco Marlene Dietrich è la protagonista di una delle sequenze più sensuali della storia del cinema.