Nel 1999 in sala esce Matrix, un film che rappresenta un ponte tra due millenni e che, visto oggi, risulta ancora più seminale
Era il 1999, il millennio stava per finire e nell’aria c’era un sacco di fermento per ciò a cui si stava andando incontro. Nella testa di tutti il 2000 era il Futuro, e il Futuro ci ha sempre spaventati. Vi ricordate tutte le paranoie mediatiche sul millennium bug che ci avrebbe rispediti all’età della pietra allo scoccare della mezzanotte?
Ecco, quella era la paura più grande nel 1999: non essere in grado di gestire la tecnologia che noi stessi avevamo creato. Una paura sicuramente non nuova, ma che si acuì in modo allarmante. Erano anche gli albori di internet, ci si connetteva con i modem 56K che fischiavano, si aspettavano le ore per il caricamento di una pagina animata in flash, si stavano creando i primi forum e chat e tutti cercavano un nickname cool dietro cui nascondersi. Il massimo della tecnologia online era Napster, primo sito di file-sharing di massa, dove potevi scaricare canzoni sentendoti un hacker.
Da parte delle masse c’era un’idea appena nebulosa di che cosa fosse realmente la rete: un bene o un male, il futuro della comunicazione o si sarebbe risolta in nulla? E soprattutto, la rete era pericolosa? Nell’immaginario collettivo sembrava essere uno strumento incontrollato e incontrollabile, dove solo pochi “eletti” erano in gradi di muoversi: gli hacker. Creature mitologiche in grado di reperire qualsiasi informazione e che, potenzialmente, avrebbero potuto rispedire l’umanità nel medioevo digitando misteriosi codici sulle loro tastiere.
Ecco, in questo clima uscì nel 1999 Matrix, la sublimazione cinematografica di tutti questi concetti.
Nerd is the new cool
Nel 1999, quando Matrix arrivò nei cinema, il pubblico che andò in sala a vederlo poteva facilmente distinguersi in due grosse fazioni. Da una parte, avidi divoratori di un certo tipo di fantascienza, che conoscevano il cyberpunk, che conocevano a memoria Neuromante di William Gibson, che avevano dimestichezza con la paranoia di Philip K. Dick e il controllo oppressivo del Grande Fratello di George Orwell. Che erano in grado di citare anime e manga seminali come Tank Girl, Akira, Ghost in the shell, Alita e avevano tra i loro cult personali le opere sperimentali di Shin'ya Tsukamoto.
Dall’altra vi erano tutti quelli per cui quel mondo rappresentava una novità assoluta. Era il 1999, per molti (tra cui chi scrive, allora 14enne) la fantascienza iniziava con Guerre Stellari e finiva con Alien; il cyberpunk era un germoglio appena fiorito con Johnny Menmonic.
Matrix è stato una folgorazione. L’’estetica cool, fatta di occhiali da sole e impermeabili neri. Le idee incredibili, paranoiche, ribelli. Gli effetti speciali, oggettivamente qualcosa di mai visto prima.
Com’era possibile che due persone da sole avessero partorito tutte quelle idee? Anni dopo avremmo scoperto che le sorelle Wachowski si erano inventate poco o nulla, ma comunque non importava. Come Mopheus con Neo, avevano aperto gli occhi su un mondo nuovo, insegnando che la fantascienza non erano solo alieni e astronavi, ma poteva essere un genere molto più freddo, squallido, terribile e al contempo sublime; uno dei modi più duttili per far critica sociale, senza però trascurare l’intrattenimento mainstream.
Che cos'è Matrix?
Il film perfetto uscito nel momento perfetto. Il cyberpunk era nato 20 anni prima, ma con l’avvento di internet, della rete e dei cellulari si stava rapidamente trasformando nella nostra realtà, amplificato dall’incombere del nuovo millennio con tutte le paranoie che si portava dietro.
Matrix è il film protagonista del 12esimo episodio di Le Parti Noiose Tagliate, il podcast di Silenzioinsala.com che racconta storie di cinema. Per ascoltarlo clicca qui sotto, oppure cerca LPNT sulle principali piattaforme (incluso Spotify).
Matrix arrivò nei cinema come un attacco terroristico, cogliendo tutti di sorpresa, travolgendo sia la cultura di massa che l’industria cinematografica, rendendo mainsteram una serie di concetti che sino a quel momento erano rimasti di nicchia.
Il cyberpunk, ovviamente, ma anche il fascino per la cultura orientale, un concentrato dell’action di John Woo, dei combattimenti di kung fu, delle acrobazie da film wuxia. Spaziava attraverso i richiami alla mitologia greca, il mito della caverna di Platone, il superuomo di Nietzsche. E ancora, citazioni spicce di Lewis Carroll, l’influenza di correnti musicali come l’industrial metal e il big beat degli anni ’90, una pesante critica a nazismo, marxismo e capitalismo imperante.
Per quanto la visione del mondo raccontato da Matrix sia pessimistica, ancora oggi è impossibile negare che racchiuda in sé tutto ciò che di bello esisteva in quel momento.
Che poi il mondo (Hollywood e non) abbia interpretato male la maggior parte di questo messaggio e preso solo ciò non andava preso… bè, questo è tutto un altro discorso.