13 gennaio 2010. Hotel St. Regis, ore 12:20. Drappeggi, cristalli e luci soffuse fanno da sfondo alla conferenza stampa del patinato span style="font-style: italic;"Nine /span(a href="/recensione-nine.html"span style="font-weight: bold; text-decoration: underline;"qui/span/aspan style="font-weight: bold; text-decoration: underline;" /span potete leggere la nostar recensione), nuova commedia musicale diretta dal regista dell’acclamato span style="font-style: italic;"Chicago/span,span style="font-weight: bold;" Rob Marshall/span, tratta dall’omonimo musical di Broadway, a sua volta liberamente ispirato all’onirico span style="font-style: italic;"8 ½/span del Maestro Fellini.br /br /Applausi e sospiri velati iniziano ad alzarsi all’arrivo del cast. span style="font-weight: bold;"Penelope Cruz/span e span style="font-weight: bold;"Marion Cotillard/span arrivano divine e “divistiche” assieme a colei che matrona del divismo lo è stata sul serio, la grande span style="font-weight: bold;"Sophia Loren/span nazionale. La figura di span style="font-weight: bold;"Rob Marshall/span rimarrà così moderatamente oscurata dalle signore, per non parlare del cast italiano (tra cui una span style="font-weight: bold;"Martina Stella/span leggermente infastidita dalla situazione) chiamato solo per fare presenza in sala e rilegato alle prime file del pubblico.
La chiacchierata con la stampa inizia moderatamente, Marshall prende subito le distanze in patria e premette che il film non è assolutamente una versione cinematografica di span style="font-style: italic;"8 ½/span ma è stato liberamente tratto, a livello concettuale, dal musical span style="font-style: italic;"Nine/span. L’obiettivo del regista è stato quello di riadattare l’opera teatrale per cogliere la bellezza e l’eleganza dell’Italia negli anni Sessanta, quella dei paparazzi, della dolce vita e delle dive da copertina, riproducendo un’epoca attraverso la fusione di buona parte della filmografia felliniana per rendere omaggio al grande regista emiliano.
La Cruz e la Cotillard ascoltano silenti, raramente vengono interpellate per spiegare la psicologia dei personaggi interpretati, l’amante e la moglie, Carla e Luisa, che si scoprono molto legate alle originali, avendo ammesso entrambe che per preparare la parte hanno tratto ispirazione proprio dalle testimonianze dispan style="font-weight: bold;" Sandra Milo /spane dispan style="font-weight: bold;" Giulietta Masina/span.br /br /Protagonista indiscussa di questa tarda mattinata nel maestoso St. Regis però è proprio span style="font-weight: bold;"Sofia Loren/span, che si destreggia abilmente con la spontaneità che la contraddistingue tra le domande dei giornalisti, riportando alla memoria la figura del compianto regista nel momento della consegna dell’Oscar alla carriera - ricordando la frase che Fellini pronunciò riferendosi alla moglie Giulietta Masina: span style="font-style: italic;"“Adesso vedete tutti che mia moglie si metterà a piangere!"/span - e dichiarando il dispiacere provato proprio per il mancato rapporto cinematografico con l’autore di span style="font-style: italic;"8 ½/span. Così la Loren cerca di spiegare la partecipazione-cameo al cast di span style="font-style: italic;"Nine/span, rivelando di aver cercato di avvicinarsi al mondo felliniano paradossalmente attraverso questa grande produzione americana e di aver esaudito in questo modo uno dei grandi desideri che aveva dai tempi in cui girava estasiata per le strade di Broadway negli anni sessanta, quello di partecipare ad un musical, anche perché,span style="font-style: italic;" Nine/span, diciamolo pure, visto l’alone di storia del cinema che è stato creato attorno al film nel corso della conferenza stampa, questo è, nient’altro che un musical!