span style="font-style: italic;"Genitori e figli: agitare bene prima dell'uso/span è un titolo di per sé molto significativo, ma span style="font-weight: bold;"Giovanni Veronesi/span stesso, insieme al cast del film, è intervenuto a Roma per rispondere alle domande dei giornalisti. Il dibattito che ne è seguito è molto interessante: vi invitiamo a leggerlo insieme a noi.br /br /Il film esce oggi nelle sale italiane.br /
p span style="font-weight: bold;"Dopo tre film a episodi vediamo il ritorno dell'intreccio narrativo di più storie, non scollegate fra loro. Cosa la ha portata a cambiare approccio al raccontare la storia, stavolta?/spanbr /span style="font-weight: bold;"G.V.: /spanOgni volta che parlo con Luigi e Aurelio (De Laurentiis, N.d.R.) parliamo dell'approccio alla storia e ai personaggi. Amiamo i film a episodi perché ci permettono di raccontare tante storie insieme, ma poi finisce sempre che rimpiangi il non aver potuto sviluppare per bene certi elementi. Già con span style="font-style: italic;"Italians/span avevamo ridotto il numero di storie da quattro a tre rispetto a span style="font-style: italic;"Manuale d'amore/span. Ora abbiamo voluto raccontare con ampio respiro solo due storie, intrecciandole fra loro./p
p span style="font-weight: bold;"Eppure dal trailer sembra un film a episodi. Come mai l'avete montato così?/spanbr /span style="font-weight: bold;"G.V.:/span Il trailer, in uno spazio ridottissimo di tempo, deve convogliare l'attenzione e i sentimenti dello spettatore in un modo diverso da come fa il film, e in pellicole come queste sono tanti gli aspetti e i personaggi da far risaltare. Ad ogni modo invidio il modo di fare i trailer americano e soprattutto il loro posizionamento sul mercato, fatto con molto rispetto: da noi invece è una piccola “guerra” perché oramai i gestori preferiscono la pubblicità commerciale prima dei film./p
p span style="font-weight: bold;"Il suo sguardo sulla famiglia allargata è impietoso.../spanbr /span style="font-weight: bold;"G.V.:/span Sì, perché per me non esiste. Nella società moderna oramai conviviamo con tutto per quieto vivere , compresi questi surrogati di “famiglia”. Ma la famiglia nasce come branco: nei momenti topici solo un ristretto numero di persone è importante per te. La scena finale è un esempio di branco: la famiglia non tornerà insieme, oramai, ma il loro legame, un vero legame da branco, è tangibile e indistruttibile. Ed è una scena autobiografica, che ho vissuto in prima persona./p
p span style="font-weight: bold;"Come mai l'uso così ricorrente della parolaccia? Una precisa rappresentazione del linguaggio moderno?/spanbr /span style="font-weight: bold;"G.V.:/span E' il linguaggio della gente comune. Non ha idea di cosa riescono a scrivere, davvero, i ragazzini nei loro temi. Oramai è intercalare comune, non necessariamente un'offesa, se non si vuole davvero offendere qualcuno./p
p span style="font-weight: bold;"Da dove arriva l'idea di utilizzare due versioni diverse di Over the Rainbow nel film?/spanbr /span style="font-weight: bold;"G.V.:/span L'idea è stata di un mio nipote, che mi ha detto che la versione da discoteca va molto forte tra i giovani, e che si poteva fare un parallelo con l'originale per creare un ponte fra le generazioni./p
p span style="font-weight: bold;"Signor De Laurentiis, interessante la collaborazione che state portando avanti con le scuole. Ce ne parla?/spanbr /Già in fase di scrittura del film abbiamo visionato i temi di tanti ragazzi di Bologna e Foggia per trarne ispirazione. Ora stiamo portando avanti un progetto importante, che vedrà l'assegnazione di un premio di 20.000 euro di borsa di studio al tema migliore e 30.000 alla scuola di appartenenza del ragazzo, per la realizzazione di laboratori tecnici./p
p span style="font-weight: bold;"Bizzarra l'idea del ragazzino delle elementari “apertamente” razzista./spanbr /span style="font-weight: bold;"G.V.:/span E' tratto da una storia vera, raccontatami da un mio amico professore, che conosceva un bimbo di Prato, nato in una famiglia progressista, eppure assolutamente intollerante riguardo ai tanti cinesi della sua città. E' uno spunto interessante, ma al contempo inquietante: non è colpa della famiglia se lui la pensa così, il razzismo, come dice uno psicologo nel film, “si respira nell'aria”. Come tante altre realtà dei giovanissimi d'oggi che fanno cose una volta impensabili, come le baby-cubiste che vediamo anche nel film./p
p span style="font-weight: bold;"E della scena al campo rom, cosa ci dice?/spanbr /span style="font-weight: bold;"G.V.: /spanE' una scena, più che realistica, particolarmente vera. Conosco bene i rom e so che la loro reazione sarebbe stata esattamente quella. Volevo punire il personaggio piccolo borghese che va lì e crede di pulirsi la coscienza. Non è una scena comica, anche se ha dell'assurdo./p
p span style="font-weight: bold;"Tra tanti reality, ha scelto proprio il Grande Fratello come terreno di scontro generazionale./spanbr /span style="font-weight: bold;"G.V.:/span E' un pretesto per rappresentare questo tipo di litigate fra familiari, in cui si litiga fino a trovare, all'una di notte, il bandolo della matassa e poi si continua a litigare e sfogarsi fino alle quattro. Le avevo anch'io con mio fratello e mio padre. Però l'idea base è quella della difficoltà di comunicare tra genitori e figli. In questo caso il personaggio di Placido è indignato dall'atteggiamento del figlio, che vuole trovare una scorciatoia facile per il successo, foss'anche una bischerata come il Grande Fratello. Ma riuscire a far valere le proprie ragioni di genitore non è facile, servono argomentazioni convincenti, non si tratta più di bambini a cui si possono imporre le cose./p
p span style="font-weight: bold;"Orlando, Littizzetto, cosa ci raccontate dei vostri ruoli e della vostra prima esperienza attoriale insieme?/spanbr /span style="font-weight: bold;"S.O.:/span Personalmente mi sono trovato benissimo, stimo profondamente Luciana. E anche Giovanni, perché riesce a creare un ponte fra gli attori, attori con ruoli diversi magari. Non si basa, come molti altri, su una maschera centrale, e fa sentire tutti a proprio agio. Cosa che non mi capita sempre.span style="font-weight: bold;"br /L.L.:/span L'idea di essere la moglie di Silvio in questo film mi attirava, perché è un attore di grande esperienza e sapevo avrei avuto molto da imparare. Per il resto, impariamo a conoscere i due da quello che succede nel film, sappiamo poco del loro passato: e più che altro passano il loro tempo a litigare. Lei è una donna indaffaratissima ma con poca fortuna con gli uomini: è sposata con un uomo fragile, senza spina dorsale, e si trova come amante...un balengo! E' un po' l'emblema delle donne di oggi, che si spaccano la schiena per fare seimila cose assieme...ma per forza di cose finiscono per farle male.br /span style="font-weight: bold;"S.O.:/span E tutta la nostra vicenda passa attraverso gli occhietti di Chiara (Passerelli, che interpreta la giovane Nina, figlia della coppia, nel film N.d.R.), che attraversano con candore le brutture dei segreti degli adulti. E' un po' una Alice nel paese delle volgarità.br /span style="font-weight: bold;"G.V.: /spanAver trovato Chiara è stato un colpo di fortuna, ne avevo provinate 500 prima di lei. Ma l'orchestra di attori di questo film suona in grande armonia, e lei ha dato una grande prova. Tutti, dagli attori di esperienza come la Degli Esposti, alla giovane Chiara, hanno risposto bene alla chiamata, riuscendo ad esprimere sia i momenti drammatici che quelli divertenti./p