Si è tenuta nella mattinata del 16 Gennaio, nel gelo di una Roma che promette neve, la conferenza stampa del film a href="/recensione-warm-bodies.html"Warm Bodies/a, nuovo film di ba href="/biografia-jonathan_levine.html"Jonathan Levine/a/b, regista che ha al suo attivo pellicole come a href="/recensione-fa-la-cosa-sbagliata-the-wackness.html"Fa la cosa sbagliata/a e a href="/recensione-50-e-50.html"50/50/a. A presentare la pellicola alla stampa, nella cornice uggiosa dello storico cinema Adriano, è stato ba href="/biografia-nicholas_hoult.html"Nicholas Hoult/a/b. L’attore inglese, famoso al grande pubblico per essersi trasformato in Bestia in a href="/recensione-x-men-l-inizio.html"X-Men: L’inizio/a, interpreta il ruolo di R, uno zombie sui generis, una sorta di ibrido tra umano e inorganico, la cui esistenza cambia quando incontra Julie (bTeresa Palmer/b). Tratto dal romanzo omonimo di bIsaac Marion/b, edito in Italia da Fazi Editore, Warm Bodies racconta l’incontro tra questi due personaggi che, loro malgrado, daranno inizio ad una rivoluzione.
pAccompagnato da un nutrito gruppo di followers, munite di cartelloni e di buona volontà, Hoult ha risposto alle domande dei giornalisti con poche parole di italiano stentato e una buona dose di simpatia, probabilmente anche grazie all’accettazione, da parte della stampa, di evitare di toccare elementi attenenti alla sfera personale dell’attore, come ad esempio la sua relazione con l’attrice candidata all’Oscar per Silver Lining Playbook bJennifer Lawrence/b. Non dovendo difendere la propria vita privata, l’interprete di A single man ha risposto affabilmente alle domande più varie, anche a quelle più scanzonate o maliziose. Il punto più sviscerato, in conferenza, è stato l’ipotetico rapporto di competizione che potrebbe venirsi ad instaurare tra Warm Bodies e la saga appena conclusa di Twilight. Una competizione che, va detto, i produttori e gli addetti marketing non celano minimamente, tanto da scriverlo a caratteri cubitali sulle locandine della pellicola. Da vero british gentleman, tuttavia, Hoult specifica come: «non c’è mai stato l’intento di fare una saga. Anche se, al giorno d’oggi, come sapete, si fa il sequel di ogni cosa. Ma quando il film è stato realizzato, nessuno ha pensato ad un sequel». Poi, sospinto dalle domande che tendevano ad indicarlo come il metodo per liberarsi dell’ombra di bRobert Pattinson/b, bNicholas Hoult/b ha voluto precisare altre differenze tra la sua pellicola e quelle inerenti il mondo di Edward e Bella: «Sono film molto diversi» ha specificato, con un sorriso. «E sono diversi perché è il tono ad essere diverso. Warm Bodies si prende molto meno sul serio: riesce a far ridere degli zombies, senza arrivare a farne una vera e propria parodia. Il nostro film è pieno di ironia, ed è anche più leggero». Dopo aver ammesso di aver visto Twilight solo dopo aver cominciato a lavorare al personaggio di R e, dunque, di non aver potuto usufruire dell’ispirazione derivante dall’interpretazione di Pattinson, Hoult ha sottolineato che le differenze tra la saga di bStephenie Meyer/b e il libro di Marion stanno anche – e soprattutto – nel diverso modo di concepire i personaggi che, quanto a comportamento, stanno su binari opposti. «Edward cerca di stare lontano da Bella perché sa di essere pericoloso e ha paura di quello che potrebbe farle. Ha paura di farle del male. Qui è tutto l’opposto: R vuole stare il più vicino possibile a Julie, perché, in fin dei conti, lei lo rende migliore. Lo fa sentire di nuovo umano»./p
pArchiviato l’argomento Twilight, che ha rubato la maggior parte del tempo a disposizione, Hoult ha risposto anche alle domande inerenti il suo personaggio. È partito sulla percezione che personaggi come R, ma anche come il precedente Bestia, possono risvegliare negli altri esseri umani. «Vengono percepiti come mostri e da fuori sono visti come mostri, ma alla fine le loro intenzioni sono buone. Quello che vogliono è entrare in contatto con gli umani e sentirsi accettati da loro. Alla fine non sono persone di cui avere paura, ma persone che hanno bisogno di essere capite». Hoult ha voluto sottolineare che il personaggio di R – a sua detta difficile da interpretare, ma incredibilmente soddisfacente – è un outsider che cerca di rientrare nel mondo; da qui deriva quella voglia di rimanere accanto a Julie di cui si parlava sopra. «Lui sa di essere in grado di proteggerla». Non a caso una delle frasi che si rincorre durante tutta la narrazione è “tenere al sicuro”. In un certo senso, comunque, Warm Bodies, che si potrebbe definire uno splatter ironico indirizzato agli adolescenti, ha al suo interno vari messaggi, il più importante dei quali sembra essere il tema della diversità. Infatti Hoult è stato sorpreso da una domanda in cui veniva posto il quesito se il fatto di voler assolutamente trovare una cura ad una malattia che viene identificata dalla diversità non possa essere un cattivo messaggio da tramandare ai ragazzi d’oggi, sempre più spesso vittime di bullismo e affini. Hoult ha risposto affermando che Warm Bodies è, al contrario, una pellicola che tende a difendere la diversità. «Se ci pensa, Julie accetta e si innamora di R anche dopo aver scoperto che è stato lui ad uccidere il suo ex; lo accetta quando pensa che R sarà costretto per tutta la vita a mangiare cervelli»./p
pInfine Hoult ha parlato delle sue fonti di ispirazione per la costruzione del personaggio di R. «Abbiamo visto molti film sugli zombies. Probabilmente tutti quelli che avevano la parola dead (morti, ndr) nel titolo. Io, però, ho visto anche pellicole più recenti, come Zombieland, ma anche Edward Mani di Forbice». In altre parole l’interprete inglese ha visionato tutte quelle pellicole che offrivano la visione di un personaggio principale desideroso di comunicare con il mondo circostante ma impossibilitato a farlo per tutta una serie di motivazioni. br /br /(foto: a href="http://mr.comingsoon.it/imgdb/foto/24453.jpg"comingsoon.it/a)br //p