Non è passato troppo tempo dall’uscita di Cafè Society di Woody Allen, ed ecco che il binomio cinema e jazz torna a far sognare gli spettatori grazie al talento di Damien Chazelle e al suo La La Land. Due film che hanno in comune temi e alcune riflessioni, seppure sviluppati in forma ben diversa. L’amore per il cinema e per la sua storia; la Los Angeles dei sogni e delle grandi produzioni, la rappresentazione della vita pulsante degli studios, in cui si costruisce l’immaginario del mondo intero, filtra da ogni fotogramma di entrambi i film. In entrambi c’è una vena di critica del sistema, di diverso il modo in cui La La Land sa raccontare la favola mediando fra i sogni e la realtà, in modo altrettanto malinconico ma meno cinico del film di Allen. Il jazz dà il suo ritmo a entrambi i film: anima le iniziative del protagonista maschile, coinvolge quello femminile e tutto il pubblico in una riflessione sistemica sulla tradizione e la rivoluzione, sulla capacità di crescere nel rispetto dei nostri punti fermi, mantenendo all’orizzonte un obiettivo e muovendoci verso di esso, evitando di omologarci. Se quello che vogliamo è distinguerci. Altro tema in comune è l’amore: quello che sa radicarsi nel profondo del cuore, quello che rimane anche quando non c’è più, che ti fa pensare a come sarebbe potuta andare, che ti dona uno stato d’animo per il quale ti sembra davvero di poter ballare fra le stelle, quelle vere, anziché fra le celebrità di una città magica. L’amore che non è tutto rose, anzi spesso ti lascia a contare le ferite inferte dalle spine, ma che alla fine ti strappa comunque un sorriso dato dalla consapevolezza di averlo vissuto. Questa accettazione in La La Land è più potente che in Cafè Society, dove emerge la malinconia alleniana; mentre il film di Chazelle riesce a conservare la propria dolcezza anche quando la realtà dei protagonisti sembra meno accettabile… e quindi più vera. La La Land e Cafè Society sono dichiarazioni d’amore per il cinema e per il jazz. Entrambi vengono esaltati al massimo, sfruttandone i linguaggi e le tecniche, variando fra i registri e i ritmi in modo perfetto. A questo in La La Land si aggiunge l’alchimia raggiunta da due interpreti che non potevano esprimersi meglio in ruoli scritti benissimo: Ryan Gosling e Emma Stone, nei panni di Sebastian e Mia, sono personaggi senza tempo; il loro stesso abbigliamento li accosta a una Hollywood leggendaria e ai divi che restano tali anche se calati nella nostra contemporaneità. La loro storia parla alle corde della passione, sa raccontare in modo ironico e scanzonato, lirico e commovente, emozionante e doloroso, le stagioni dell’amore, la ciclicità, il lasciarsi e il riprendersi nella consapevolezza di non essersi mai persi, anche quando ormai si è andati oltre. La realtà e la fantasia, la favola e la vita vissuta: il cinema e la musica, nella loro massima espressione, sanno raccontare e contaminarsi in modo sublime. E se Cafè Society coglie questo legame, La La Land ne è un’espressione concreta, un frammento di sublime che colpisce al cuore.