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David di Donatello 2017, ecco cosa aspettarci

27/03/2017 23:38

Andrea Desideri

Storia e tradizione con un occhio alla modernità: chi sarà ad aggiudicarsi le statuette del 2017? Aspettiamo e, come dice Santamaria, speriamo che non scambino

Accoglienza è una parola tornata ultimamente alla ribalta in ogni campo, dando vita a dibattiti più o meno elevati. Può essere accostata anche al cinema: la sala cinematografica è la prima ad accogliere gli spettatori, che sono il vero motore di questa arte e industria. Per questo, il premio cinematografico italiano per antonomasia, il David di Donatello, nasce proprio con una porta che si apre: si tratta dell'Open Gate Club, un ritrovo esclusivo della Roma degli anni ‘50, soprattutto per gli americani. Bisognava aprire le porte agli stranieri e riallacciare i rapporti socio culturali paralizzati dal conflitto bellico: allora, un circolo dove si trasmettevano i film di maggior lustro, per intrattenere gli ospiti fra dibattiti e colpi di scena, sembrava essere il modo giusto per riavvicinare gli animi. Il successo e il consenso inaspettato fece sì che tale appuntamento venisse ripetuto ciclicamente, tanto da azzardare un eventuale premio destinato agli artisti che proponevano i lavori più interessanti. Questa tradizione, nata subito dopo la guerra, diede vita al David: statuetta designata a premiare le opere cinematografiche più meritevoli.


Oggi i David di Donatello sono un rito ma anche un’opportunità per chi vi partecipa. Non c’è più bisogno di ricostruire una tradizione culturale, è vero, ma resta comunque l’esigenza di veicolare certi intenti e contenuti attraverso l'opera filmica. In Italia, negli ultimi tempi, i film non hanno più solamente lo scopo di intrattenere ma si fa strada l’esigenza di catturare chi guarda e raccontare storie utili e importanti. Risulta interessante che premi come questo, una volta destinati a un pubblico di nicchia, i cosiddetti esperti del settore, oggi siano divenuti mainstream. C’erano tempi in cui la cerimonia di premiazione veniva trasmessa a orari inusuali, per coinvolgere solo gli appassionati, ma dall’anno scorso i David di Donatello sono diventati un vero e proprio evento mediatico alla portata di tutti. O quasi. Complice anche il passaggio a Sky, che ne ha acquisito i diritti, la manifestazione ha guadagnato maggiore solennità agli occhi non solo degli amatori ma anche di quelli che vanno al cinema occasionalmente, eppure non disdegnano di sapere chi sia in Italia il miglior attore o attrice protagonista dell’anno piuttosto che il miglior film. Il David ha preso una piega più popolare – in senso positivo – pur restando un prodotto confezionato per chi il cinema lo fa. Uno spettacolo nello spettacolo, che tributa i giusti riconoscimenti a chi ha scelto un percorso artistico tentando la propria scalata. L'edizione scorsa, infatti, ha sancito una rivalsa dei registi e produttori indipendenti (chiedete a Gabriele Mainetti e al suo Lo chiamavano Jeeg Robot, che ha collezionato ben 7 statuette), accompagnata dalle grandi certezze del nostro cinema che, però, non hanno avuto timore di rimettersi in gioco alla ricerca di nuove sperimentazioni (Matteo Garrone docet).


Stasera capiremo chi sarà ad aggiudicarsi le statuette del 2017. Un anno ricco di proposte e progetti. Grande favorito è Paolo Virzì, candidato per la Miglior Regia, con La pazza gioia, opera che ha riscontrato consensi di pubblico e critica. Dovrà vedersela, però, con Marco Bellocchio che ha portato sugli schermi Fai bei sogni, tratto dal romanzo autobiografico del giornalista Massimo Gramellini. Inoltre c’è l’insidia Matteo Rovere che con il suo Veloce come il vento ha battuto record su record di incassi. Senza contare il possibile effetto sorpresa che potrebbero regalare Claudio Giovannesi ed Edoardo De Angelis, rispettivamente con Fiore e Indivisibili.


Tra i candidati per la miglior sceneggiatura spicca il nome di Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, con In guerra per amore. Seguono Roberto Andò e Angelo Pasquini con Le confessioni. Una coppia di opere inedite che darà del filo da torcere alle corazzate di Matteo Rovere, Marco Bellocchio e Paolo Virzì, i cui film compaiono in ogni categoria presente. La statuetta di Miglior Attore Protagonista se la giocano in cinque: Valerio Mastandrea, Michele Riondino, Sergio Rubini, Toni Servillo e Stefano Accorsi. Tra le donne, invece, a esaltarsi è Daphne Scoccia – alla sua prima candidatura – che si contende il titolo di miglior attrice protagonista assieme a Valeria Bruni Tedeschi, le sorelle Fontana, Micaela Ramazzotti e Matilda De Angelis. Per quanto riguarda gli esordienti alla regia, particolare attenzione per Lorenzo Corvino che si presenta con We are the X. Niente è scontato. Ognuno avrà fatto i propri pronostici che, come insegna la storia, esistono per essere ribaltati. Dobbiamo solo aspettare lunedì 27 marzo ore 21.15 su Sky Cinema Uno (e in chiaro su TV8). E, come dice Claudio Santamaria nello spot che annuncia l’evento, speriamo che non scambino le buste.


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