L'ultimo film di Gianni Amelio, La tenerezza, esce in sala il 24 aprile. Abbiamo incontrato a Roma il regista e parte del cast, tra cui Renato Carpentieri, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti ed Elio Germano. Il film è liberamente ispirato al romanzo La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone (da cui il protagonista del film prende il nome): Gianni Amelio ha mantenuto l’atmosfera del romanzo, ma al ritratto di una Napoli borghese (magistralmente fotografata da Luca Bigazzi) accosta vicoli brulicanti e Quartieri Spagnoli. Il film vede come protagonista Lorenzo (Renato Carpentieri) un anziano avvocato che nel corso della sua vita ha creato il vuoto intorno a sé, allontanando anche la propria famiglia. Fino al momento in cui, conosciuti i suoi nuovi vicini, riceve una spinta che lo porta a riscoprirsi capace di prendersi cura di qualcuno, lasciandosi dunque andare alla tenerezza. Ma che cos’è questa tenerezza? «È un sentimento sfaccettato, qualcosa di cui spesso ci si vergogna, qualcosa che si omette per paura che venga scambiata per debolezza» risponde così Gianni Amelio alla domanda che ricopre il senso dell’intero film. «Ma al tempo stesso è un’emozione che non va dilapidata, e concessa solo quando è autentica». Nel film, la tenerezza è una mano che afferra un’altra, scaldandola all’improvviso: il regista cita, non per caso e come fonte di ispirazione, il momento in cui in Ladri di biciclette di Vittorio De Sica il bambino tiene stretta la mano di suo padre, proprio nel momento in cui viene umiliato. La tenerezza è protagonista, in maniera molto sottile e sempre diversa, di molte scene del film, tra cui alcuni momenti che, come ha dichiarato Gianni Amelio, sono stati creati dagli attori stessi: grazie alla loro percezione fisica e immediata della scena, sono stati in grado di arricchirla di significati non direttamente presenti in sceneggiatura. In particolare si è discusso di una sequenza che ha per protagonisti Micaela Ramazzotti ed Elio Germano: i due ricreano in scena, quasi spontaneamente, il momento in cui il marito imbocca sua moglie, senza guardarla in faccia, poiché conosce il suo volto alla perfezione; il protagonista Lorenzo riconosce questo gesto intimo e quasi si imbarazza, convinto di aver assistito a una cosa molto privata. È un momento quasi impercettibile, ma che ricopre una sua “essenzialità” nel mostrarci il rimpianto del protagonista nei confronti del suo passato. «Gianni ci abita» dichiara Elio Germano, sottolineando il modo in cui la direzione di Gianni Amelio abbia condotto gli attori ad arricchire il film di sensazioni non scritte ma perfettamente coerenti con la trama e con i personaggi. E l’importanza di mettersi a disposizione del personaggio, ci viene raccontata anche da Giovanna Mezzogiorno: «Bisogna essere pronti a farsi prendere dal personaggio e a calcolare un margine molto più ampio, non si può sapere tutto prima, lo scopri solo dopo dove va a finire». L’attrice interpreta l’importante ruolo di Elena, figlia di Lorenzo, che ha con suo padre un rapporto drammatico fatto di silenzi e malintesi sedimentati nel corso degli anni. «Viviamo un momento in cui i sentimenti non sono facilitati, sempre più difficili, i rapporti non sono mai distesi» conclude l'attrice «Solo con i bambini piccoli riusciamo davvero a tirare fuori la tenerezza, poiché la loro percezione dei rapporti interpersonali non è ancora inquinata e nutrono sentimenti spontanei e senza ostacoli».