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Star Wars Story: la trilogia prequel tra speranze e delusioni dei fan (vecchi e nuovi)

13/02/2018 15:31

Marco Filipazzi

Approfondimento Film, Star Wars,

Star Wars Story: la trilogia prequel tra speranze e delusioni dei fan (vecchi e nuovi)

La nascita di Darth Vader, le battaglie con Obi-Wan, un po’ di soap opera e tanti giovani spettatori che, per la prima volta, vedevano Star Wars al cinema

La nascita di Darth Vader, le battaglie con Obi-Wan, un po’ di soap opera e tanti giovani spettatori che, per la prima volta, vedevano Star Wars al cinema

Sul finire degli anni ’90, dopo che l’intera trilogia classica venne riproposta al cinema per il ventennale, George Lucas sganciò una delle bombe più clamorose della storia del cinema: l’annuncio che sarebbe tornato nella galassia lontana lontana da lui creata per portare al cinema una nuova trilogia.

 

Il film avrebbero narrato il passato di uno dei personaggi più iconici del XX secolo, Darth Vader, la massima personificazione del Male, al punto che alla National Cathedral di Washington è stato scolpito un gargoyle con le sue fattezze.

 

Quando nel 1998 ha debuttato il trailer di Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma, la gente è impazzita. Eravamo ancora in un’era pre-internet e soprattutto pre-youtube, pertanto per vedere un trailer dovevi sperare in un fortuito passaggio tv oppure vederlo al cinema prima di un altro film.

 

Facile dire che il trailer di Infinity War è stato il più cliccato in 24 ore, con oltre 230 milioni di visualizzazioni: per Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma la gente pagava il prezzo di un biglietto di un qualsiasi film solo per entrare in sala, vedere il trailer e poi uscire prima che lo spettacolo vero e proprio iniziasse.

 

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1999, La minaccia fantasma in Italia

Jar Jar Binks, l’eccesso di CGI posticcia, i dialoghi legnosi: Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma scatenò non poco malcontento, soprattutto tra i fan di vecchia data. Per loro era tutto sbagliato: il piccolo Anakin era insopportabile, le atmosfere inesistenti, le svolte di sceneggiatura a dir poco forzate. Eppure a me piacque non poco. Sarà stato perché era {a href=https://www.silenzioinsala.com/articoli/1896/star-wars-la-prima-volta-non-si-scorda-mai}il mio primo Star Wars{/a} originale visto al cinema, sarà stato che avevo 13 anni e che Episodio I è oggettivamente un film pensato per un pubblico di ragazzini.

 

Anche Jar Jar Binks, per quanto stralunato, insopportabile e inappropriato, a me piacque un sacco: lo ammetto senza vergogna. Avevo 13 anni e quello era il primo personaggio complesso realizzato interamente in CGI che appariva sul grande schermo: poteva essere idiota all’inverosimile, ma ai miei occhi restava una figata! E la chiave di volta per apprezzare la trilogia dei prequel è semplicemente questa: tutto dipende dallo spirito con cui viene approcciata.

 

Ai tempi, in un’intervista, lo stesso George Lucas dichiarò che «Ci sarà gente che odierà i prequel e altri che li ameranno. Probabilmente saranno odiati dai fan della vecchia saga, mentre chi scoprirà Star Wars con questi film sarà più portato ad affezionarsi, esattamente come i vecchi fan si affezionarono ai film di 25 anni fa».

 

A mio avviso questo pensiero centra esattamente il punto: all’interno della stessa saga Lucas crea due trilogie che, a modo loro, possono definirsi generazionali.

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2002, L’attacco dei cloni

Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni è sicuramente il film con la trama più solida e meno scontata della trilogia. Un esercito della Repubblica tenuto nascosto su un pianeta cancellato da ogni mappa, composto da soldati che sono cloni dal metabolismo accelerato di un feroce cacciatore di taglie galattico.

 

C’è anche una grossa fetta di trama (necessaria) che pare una soap opera: ma quando finalmente vediamo esplodere la Guerra dei Cloni – un evento che nell’universo di Star Wars è (vagamente) noto sin dal 1977, in una battuta pronunciata da bObi-Wan/b durante il suo primo incontro con Luke (e storpiata nel doppiaggio italiano) – è un esaltazione pura.

 

Un’escalation che inizia con una lunga sequenza di guerra, cresce nello scontro con il Conte Dooku (interpretato da un sempre magistrale Christopher Lee) e culmina con le striscianti note della Marcia Imperiale che fanno presagire un futuro che già conosciamo.

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2005, La vendetta dei Sith

Il film in cui tutti i nodi vengono al pettine. Incastrato tra le due saghe, Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith non racconta nessun fatto che ogni fan degno di questo nome già non sappia, ma il bello è vedere come accade il tutto. E poi c’è l’atteso ritorno di una delle maschere più iconiche della storia del cinema. Perché diciamoci la verità: potete aver amato o odiato la trilogia dei prequel, ma in ogni caso il prezzo del biglietto per assistere al ritorno di Darth Vader era un dazio da pagare obbligatoriamente!

 

Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith è, ancora oggi, il film che ho visto più volte al cinema: 4 visioni totali, due delle quali nelle prime 24 ore di programmazione. Sicuramente non è perfetto, ha difetti anche evidenti, ma inscena un terzo atto che riesce a strappare applausi a scena aperta. Anche rivisto oggi, a distanza di 12 anni.

 

Sfido chiunque a dire che il duello tra bAnakin/b e Obi-Wan su Mustafar non sia una delle scene migliori della saga. E poi ogni visione in sala era accompagnata dalla triste consapevolezza che un altro Star Wars al cinema non ci sarebbe più stato. Sei film per una sola, grande odissea familiare. O più nello specifico, l’ascesa di un promettente Jedi al Lato Oscuro.

 

Nel 2005 però nessuno sospettava che nel giro di pochi anni ci avrebbe pensato la Disney a iniettare nuova linfa vitale a Star Wars, facendo sì che anche questa bistrattata trilogia di prequel venisse rivalutata dai fan più ostici.

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