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Oltre le 50 sfumature: breve viaggio tra cinema ed erotismo

20/08/2018 11:13

Emanuela Di Matteo

Approfondimento Film, Film Drammatico, Film Erotico,

Oltre le 50 sfumature: breve viaggio tra cinema ed erotismo

Quando i film raccontano la sessualità: breve viaggio nel cinema erotico

Quando i film raccontano la sessualità: breve viaggio nel cinema erotico

Dal primo seno nudo di Clara Calamai ne La cena delle beffe (Alessandro Blasetti, 1942) sono trascorsi molti decenni, eppure il cinema non sembra voler rinunciare a svelare corpi e raccontare storie attraverso la sessualità.

Nei puritani anni Cinquanta a una donna, per essere peccaminosa, bastava non dedicarsi a sorridere e sfornare torte: le restava allora da scegliere tra il suicidio e la vita da reietta (Catene di Raffaello Matarazzo, successo epocale nonostante la sua visione fosse sconsigliata dal Centro Cattolico Cinematografico). Finchè non arriva lo splendido Lolita. Stanley Kubrick nel 1962 ha il coraggio di portare su pellicola lo scandaloso romanzo di Vladimir Nabokov, che firma anche la sceneggiatura: un attempato professore si innamora di una giovanissima e maliziosa fanciulla, dando vita a una storia torbida e al contempo poetica dai tratti indelebili.

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Ma è nel pieno dei contestatari e sognatori anni Settanta che il cinema si lancia in produzioni più estreme, facendo emergere capolavori come Ultimo Tango a Parigi di Bernardo Bertolucci: un dramma erotico nel quale il quarantacinquenne Paul (Marlon Brando) e la ventenne Jeanne (Maria Schneider), senza svelarsi né il rispettivo passato né i nomi, si dedicano ad amplessi appassionati (e disperati) nel non-luogo di un appartamento vuoto a Parigi. Ultimo tango a Parigi è un successo clamoroso ma anche l'inizio di svariate controversie legali, tanto che il 30 dicembre del 1972 il film fu sequestrato con l’accusa di «esasperato pansessualismo fine a se stesso».

Ancora tra '70 e '80 L'Impero dei Sensi di Nagisa Oshima si basa sul perfetto dualismo amore/morte: è accolto trionfalmente al Festival del Cinema di Cannes del 1976. Vestito per uccidere di Brian De Palma (1980) vede il compassato Michael Caine e la sensuale Angie Dickinson diretti in un thriller che trasuda un desiderio erotico represso che esplode nel sangue.

Non meno adrenalinico, Brivido caldo di Lawrence Kasdan del 1981, porta sulla scena Kathleen Turner, una dark lady accaldata e vestita di bianco, capace di intortare a suo piacimento il sex symbol dell'epoca William Hurt. L'anno dopo Tinto Brass, all'epoca regista ancora credibile, sforna l'erotico La Chiave che vede il ritorno di una sensuale, matura (oggi dimenticata) Stefania Sandrelli.

Nel 1992 il cinema parla ancora di sesso più che volentieri: nello stesso anno arrivano Basic Instinct di Paul Verhoeven, che ha fatto nascere la diva Sharon Stone, altra dark lady biancovestita e armata di rompighiaccio; l'ossessivo Tokyo Decadence, che descrive gli incontri sessuali di una giovane prostituta giapponese; L'amante di Jean Jacques Annaud, ambientato in una malinconica Indocina negli anni Venti, dove una ragazza di povere origini comprenderà la differenza tra attrazione a amore grazie agli incontri sessuali con un ricco trentenne.

Malato, fetish, perverso: come non citare Crash del 1996 di David Cronenberg, pioniere del body horror, nel quale il piacere deriva da incidenti stradali provocati solo al fine di ferire e mutilare i propri corpi. Stesso anno, ma di tutt'altra pasta, il romance Kamasutra: a Tale of Love della regista indiana Mira Nair, esotico e bello da guardare.

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Gli amanti della letteratura non potranno non restare scioccati e ammaliati da I Racconti del Cuscino (1997) dell'enigmatico maestro Peter Greenaway: il corpo come carta su cui scrivere poemi erotici,d'amore e di morte. Stanley Kubrick nel 1999 lascia di nuovo il segno con la sua ultima opera Eyes Wide Shut nel quale la coppia di star Tom Cruise e Nicole Kidman, all'apice del loro splendore e amore, si ritrova a partecipare a un festino apparentemente erotico, ma denso di significati oscuri.

Dello stesso anno il bellissimo Une liaison pornographique del belga Frederic Fontenoy presentato in concorso alla 56ª Mostra internazionale del cinema di Venezia, una storia d'amore adulto venata di dolore, pudicamente tradotto Una relazione privata. Non per nulla siamo ormai alle soglie degli anni 2000, nei quali desiderio di sperimentazione, ribellione e libertà vengono repressi a favore di un erotismo seriale, estetizzante e patinato. Per fortuna ci sono alcune eccezioni.

Deliziosamente folle, e perfino romantico, è Secretary di Steven Shainberg (2002), inno alla felicità nella diversità, nel quale una segretaria insicura e un capo ufficio di rara cattiveria trovano un equilibrio perfetto, insieme. Il punto di vista esclusivamente maschile predomina in Shame (2011) dove il sesso è malattia, nevrosi, con un Michael Fassbender decisamente malato.

Il regista tunisino Abdellatif Kechiche porta sullo schermo la bellezza perfetta di Lèa Seydoux, guadagnandosi la Palma d'Oro a Cannes nel 2013 con un limpido ritratto di giovane donna: La Vita di Adele. Nello stesso anno a restituire al sesso la sua valenza liberatoria e ribelle è Lars Von Trier, con Nymphomaniac - Volume 1 e Nymphomaniac - Volume 2, nel quale la filiforme Charlotte Gainsbourg le prova un po' tutte. 

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Eppure il più grande successo letterario e cinematografico erotico dell'ultimo decennio è un film perdibile tratto da un più insulso romanzo rosa: Cinquanta Sfumature di Grigio (2015) di Sam Taylor-Johnson, sequel annessi. C'è qualcosa su cui riflettere.

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