Se ognuno di noi avesse la possibilità di sviluppare i propri talenti e di fare nella vita ciò per cui è nato, il mondo sarebbe di certo un luogo più felice. Il desiderio migliore che si possa esprimere alle soglie del nuovo anno, probabilmente, non è quello di trovare ricchezza e amore, ma di riuscire a diventare se stessi. Il cinema, fabbrica di sogni - talvolta con ispirazione, altre volte con furbizia - mette in scena la storia che ognuno vuole da sempre sentirsi raccontare: il piccolo uomo qualunque, magari inizialmente un po' sfortunato (picchiatello, coi dentoni, di umili origini o con genitori psicopatici) che diventa qualcuno, grazie alle sue forze e talvolta a un aiuto esterno (la bacchetta di una fatina, un pigmaliane, un agente musicale) e dimostra a se stesso e al mondo ciò che vale. img Nelle tue mani di Ludovic Bernard ne è l'esempio più recente: dietro un ragazzo delle banlieue, che vive di espedienti e furti, si nasconde un eccelso pianista. Il direttore di un conservatorio lo ascolta per caso, durante l'esibizione alla stazione di Parigi su un pianoforte pubblico e ne riconosce il talento. Commedia romantica ed edificante, il film spinge l'acceleratore su strade già battute, per portare lo spettatore alle lacrime. Passando dalla musica classica al rock, anche Bohemian Rhapsody di Bryan Singer non si allontana da questo modello: l'eccelso protagonista, non ancora Mercury, è un ragazzo di origini indiane, con genitori molto conservatori, dotato di una voce potentissima e di incisivi non meno appariscenti, che riesce a diventare una rockstar. Nella realtà , il futuro musicista lavorava in una bancarella vendendo abiti usati e disegni. Summer, del 2018, diretto e co-sceneggiato da Kirill Serebrennikov, è basato sul periodo giovanile del cantante rock russo Viktor Coj. Nell'Unione Sovietica degli anni Ottanta, diventare una rockstar non era semplice, eppure il bel Viktor, morto giovanissimo, è diventato ispirazione e leggenda nel suo paese. Presentato in Concorso a Cannes, il film è delicato, poetico e fluente come un fumetto pop. img Per restare in tema musicale, La vie en rose raccontava nel 2008 la travagliata vita della cantante francese Édith Piaf: l'usignolo di Francia nacque poverissima, crebbe in una casa di tolleranza e da bambina veniva fatta esibire prima in un circo e poi per le strade di Parigi. Due premi Oscar. In Shine, film del 1996 diretto da Scott Hicks, l'attore Geoffrey Rush è David Helfgott, pianista talentuoso, mentalmente fragile e vessato da un padre padrone. Il ruolo ha permesso all'attore australiano di vincere numerosi premi, tra cui un Oscar e un Golden Globe. Ma il genio, la passione e il talento, naturalmente, non sono solo musicali. L'Uomo che Vide l'Infinito di Matt Brown racconta di un prodigio matematico del tutto autodidatta; come il celeberrimo Will Hunting - Genio Ribelle di Gus Van Sant porta in scena il rissoso e disagiato ragazzino Matt Damon, che si rivela un genio dei calcoli. img Anche i bambini possono sognare: il delizioso Ratatouille di Brad Bird è un film d'animazione su un topolino di fogna che, per inseguire la propria vocazione, riesce a diventare un grande chef, in barba persino alle differenze di specie. Insomma, non dimentichiamoci mai che Mick Jagger lavorava come facchino in un ospedale psichiatrico; e che David Bowie, quando aveva 13 anni, faceva il garzone per un macellaio per potersi pagare le lezioni di sax. Franz Kafka ha avuto un passato da impiegato e Stephen King faceva il bidello. Il cinema ha imparato la lezione e ci dice: non perdere mai la speranza. Non importa in che condizione sei nato, importa solo quanto in alto sai guardare.