Quando finisce una serie tv si prova sempre un senso di vuoto, come dire addio a dei vecchi amici che si stanno trasferendo lontano. La fine (perfetta) di uno show (perfetto) come Breaking Bad è stato un vuoto estremamente difficile da colmare, anche se nel frattempo (era il 9 novembre 2013 quando andò in onda in Italia l’ultima puntata) le serie tv erano prolificate e questo anche grazie a Vince Gilligan.
Lo show aveva coperto un così ampio ventaglio di temi che è bello pensare che ognuno di essi abbia influito in qualche modo su molti altri show che nacquero in quel periodo e non solo.
L’eredità di Gilligan
Gli intrighi, i piani macchiavellici, i giochi di potere e il desiderio di costruire il proprio impero. Questa parte di trama è stata “ripresa” in House of cards, che le declina in chiave politica, e persino ne Il trono di spade. Questi echi di Breaking Bad, i piani maniacalmente studiati per portare a termine colpi senza spargimenti di sangue, si fanno sentire persino ne La casa di carta, che mutua anche l’iconografia delle tute monocromatiche e delle maschere di Dalì al posto di quelle antigas.
Poi c’è tutto il filone delle serie tv incentrate sul narcotraffico, da Narcos in poi.
In Breaking Bad nella puntata 3x08, I see you, Walter jr sta leggendo un libro su Pablo Escobar e, quando il padre gli chiede che cos’è, il ragazzo risponde «Zio Hank dice che i bravi ragazzi non vengono mai ricordati. La gente ricorda solo i criminali, ma mai le persone che gli hanno arrestati». In pratica questa scena è il big bang di Narcos e di tutto il filone del narcotraffico in tv: Snowfall, The Cleaner, ma anche docu-serie come Dope, Murder Mountain e Drug Lords giusto per citarne alcune.
Un altro show profondamente influenzato da Breaking Bad è The Walking Dead. Gli indizi sono sparsi ovunque, dalla blue meth di Heisenberg che Daryl tiene in una borsa alla Dodge Challenger rossa con strisce nere che vediamo in entrambe le serie: che l’auto guidata da Glenn sia la stessa che Walter ha regalato a suo figlio? In entrambe le serie compare anche il Crossroads Motel, che cambia nome (forse gestione?) ma strutturalmente è identico.
Poi c’è la canzone Negro y Azulejo: The Ballad of Heisenberg che apre la 2x07 della serie di Gilligan e si può sentire nella 3x11 di Fear the Walking Dead, prequel della serie. Inoltre, in un gioco di citazioni meta-televisivo, è stato proprio Greg Nicotero (il make up artist degli zombie) a curare il trucco prostetico della faccia di Gustavo Fring dopo l’esplosione all’ospizio. Tutti questi rimandi hanno alimentato una strampalata teoria soprannominata “The Walking Bad” secondo la quale sia stata proprio la metanfetamina cucinata da Heisenberg a causare l’epidemia zombie nel mondo!
E ora che succede?
Questa è la domanda che molti fan hanno posto a Gilligan dopo la fine dello show. Di tutta risposta lo sceneggiatore ha annunciato lo spin-off Better call Saul, che avrebbe avuto come protagonista l’avvocato azzeccagarbugli interpretato da Bob Odenkirk. Presentata come un legal-drama, la serie propone una tematica di fondo molto simile a Breaking Bad. Al centro della storia c’è infatti la trasformazione di un uomo: non più Walter White che diventa Heisenberg, bensì Jimmi McGill che lentamente diventa il Saul Goodman che noi tutti conosciamo.
La serie costruisce una storia originale ambientata nello stesso universo e, pur essendo di fatto un prequel, cerca in tutti i modi di mantenere le dovute distanze. Personaggi e situazioni vengono introdotti con parsimonia, disseminando accenni, indizi, mettendo volti noti di tanto in tanto, soprattutto personaggi secondari o addirittura marginali. A muovere il tutto, anche qui, è sempre e solo il caso: una serie di reazioni collaterali che travolgeranno Jimmi con sempre maggior violenza, stagione dopo stagione, costruendo in modo logico la rete di contatti che poi metterà al servizio di Heisenberg. Pur non raggiungendo mai i picchi adrenalinici di Breaking Bad, la serie può vantare un livello di scrittura e di regia altissimi, difficili da trovare in altri prodotti seriali.
Un’altra analogia con la serie madre è l’utilizzo dei flash forward. Queste scene sono centellinate, utilizzate in apertura del primo episodio di ognuna delle 4 stagioni, girate in bianco e nero come quelli della seconda serie di Breaking Bad. In essi vediamo Jimmi con una nuova identità, acquisita grazie “all’uomo degli aspirapolveri” nella 5x15 di Breaking Bad. Proprio come aveva profetizzato nel corso di quella puntata («Se sarò fortunato nel migliore dei casi tra qualche mese gestirò una pasticceria nel Nebraska») adesso è Gene, il responsabile del punto vendita Cinnabon all’interno di un centro commerciale di Omaha, Nebraska.
Better call Saul è una serie ancora in onda: ad aprile 2020 arriverà finalmente la quinta stagione, e sebbene la trasformazione di Jimmi si stia finalizzando (la battuta «It’s all good, man!» in chiusura dell’ultimo episodio ha messo non poco hype addosso ai fan!) ancora non sappiamo quante stagioni sono previste prima della chiusura dello show.
El Camino
Perché far trascorrere due anni tra la quarta e la quinta stagione di Better call Saul?
Perché nel frattempo Vince Gilligan ha girato in segreto El Camino, il film di Breaking Bad! L’idea di girare un epilogo, magari un film, magari una miniserie, è circolata praticamente sin da subito. Gilligan, ma anche il cast artistico, rispondevano in maniera vaga alle domande dei fan. Poi, come un fulmine a ciel sereno, lo scorso 25 agosto Netflix ha diffuso il trailer di El Camino: un filmato di poco meno di 1 minuto in cui vediamo Skinny Pete interrogato da degli agenti (polizia? DEA? FBI?) in merito a Jesse Pinkman. L’hype è subito schizzato alle stelle!
Perchè, ammettiamolo, Gilligan è stato bravissimo a dare un epilogo a tutti i personaggi, eppure quello di Jesse risulta essere il più abbozzato e meno definitivo. Ok la vendetta su Todd. Ok il sistemare le cose con Walt. Ok la fuga verso la libertà. Ma manca comunque una postilla. La polizia e la DEA di Albuquerque erano già all’erta per la ricomparsa di Heisenberg in città e quei lampeggianti all’orizzonte mentre Jesse si allontana in auto fanno presagire che in qualche modo possano ricostruire quanto accaduto (cosa confermata da un secondo trailer in cui Pinkman ascolta un notiziario alla radio). Ma di lui che ne sarà?