Se c'è un regista in grado di rappresentare appieno il cinema contemporaneo, questo è David Lynch: ecco perchè il suo Oscar alla carriera è un vero evento
La sera del 27 ottobre 2019 si sono tenuti gli Academy's 11th Annual Governors Awards, dove sono stati consegnati il Jean Hersholt Humanitarian Award a Geena Davis e gli Oscar alla carriera a Wes Studi, Lina Wertmuller e David Lynch. Se c'è un regista in grado di rappresentare appieno la contemporaneità , nonchè la parte più oscura e nascosta del nostro io, questo è sicuramente Lynch. Perturbante, angoscioso: David Lynch sa indagare il lato oscuro dell'uomo con occhio critico, un po’ voyeristico. Senza, tuttavia, mai privarci della speranza che il Bene trionfi sul Male.
Nelle opere di Lynch arte e cinema si uniscono in un connubio intrigante e ipnotico.
Il pubblico rimane attaccato allo schermo, a chiedersi che cosa stia guardando. Fino a che le domande finiscono e non resta, semplicemente, che godersi lo spettacolo. Quella di Lynch è una sfida: una sfida che il regista si diverte a lanciare allo spettatore, senza dare mai spiegazioni alle sue criptiche narrazioni. Ciò ha permesso il proliferare - con l'avvento di internet - di blog, gruppi fandom e pagine dedicate in cui avviene un continuo scambio di pensieri e opinioni sulle opere di Lynch. Dalle più strampalate alle più illuminanti.
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Gli appassionati di David Lynch sono una sorta di famiglia allargata, completamente dedita al regista. A un autore che ha creato un mondo, per lo più onirico e parallelo, dove non ci sono freni né inibizioni. Di contro al più irrazionale caos delle sue storie, il suo stile di regia resta preciso e minuzioso, in qualche modo classico.
Proprio per questo l'Oscar alla carriera è una grande festa per tutti, fan compresi. Soprattutto dopo le nomine a The Elephant Man nel 1981, Velluto Blu 1986, Mulholland Drive 2001 (per il quale Lynch vinse la Palma d'Oro) era ora di festeggiare - finalmente - l'Oscar a uno dei registi più criptici della storia del cinema.
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Lynch è il regista che ci ha donato visioni che mai avremmo potuto immaginare su schermo.
Un autore che ha inventato un nuovo modo di fare cinema, più vicino all'arte e alla sperimentazione, che in ogni caso ha saputo generare dei cult. Che ha dato il via a un nuovo modo di fare televisione, con I segreti di Twin Peaks, dove l’autoriale incontra la cultura popolare e ha generato la serie tv contemporanea. David Lynch è di poche parole, ma non ha vergogna di commuoversi per la standing ovation a Cannes e non si perde in discorsi autoreferenziali.
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«Tu» - dice rivolto all'Oscar - «hai proprio una bella faccia! Buona notte!»: quando parla così al suo meritatissimo premio, come si fa a non volergli bene?