Renée Zellweger è una delle attrici più eclettiche del cinema, ma la sua carriera è una delle più altalenanti: un ritratto di questa "diva buffa" di Hollywood
Attrice, cantante, ballerina: eppure per Hollywood non è mai stato abbastanza. La carriera di Renée Zellweger è forse una delle più altalenanti del cinema contemporaneo. Fatta di altissimi, ma anche di bassi.
Eppure, dopo i ruoli romantici, dopo l'Oscar, il musical e la serie tv, dopo la depressione e tanti brutti film, Renée è ancora qui. Un Golden Globe, un Bafta e un Oscar appena vinti per Judy . Che dopo il declino degli ultimi anni... sia di nuovo la volta buona? Vediamo come è andata per Renée in questi anni.
Il successo della ragazza buffa di Hollywood
Renée Zellweger, che sognava di diventare scrittrice, inizia la sua carriera da attrice per caso, con un laboratorio di teatro. Il cinema arriva anni dopo, con esordi dimenticabili come Non aprite quella porta IV, fino alla grande occasione: Jerry Macguire, 1996, al fianco di Tom Cruise. Per i primi riconoscimenti, però, deve aspettare il nuovo millennio: sarà infatti Betty Love a valerle nel 2001 il Golden Globe come Migliore attrice. Inizia da qui la sua scalata, ma anche la sua maledizione: il ruolo della ragazza buffa e impacciata diventa la cifra della Zellweger, e anche una maschera difficilissima da abbandonare.
Dopo aver recitato a fianco di Jim Carrey in Io, me & Irene, la consacrazione è Il diario di Bridget Jones. Questo blockbuster (non solo) del cinema inglese, che tutti noi amiamo e che la stessa Zellweger ha dichiarato di adorare, le incolla addosso un personaggio del quale non riuscirà mai completamente a liberarsi. Tra il 2001 e il 2004, l'attrice recita in un film dopo l'altro, cavalcando l'onda del successo.
Ma è soprattutto nei panni di Roxie Hart in Chicago che tira fuori l'artista poliedrica che è in lei: nel musical di Rob Marshall Renée canta e balla perfino meglio della compagna di scena Catherine Zeta Jones, che si aggiudica l'Oscar come Non protagonista.
Chicago è una svolta nella carriera della Zellweger: il suo primo ruolo “non carino”, sexy e spregiudicato. E dopo avere dimostrato di essere un'artista completa, nel 2003 in Ritorno a Cold Mountain rivela al mondo di sapere anche recitare: Anthony Minghella la sceglie per la parte di Ruby in questo dramma di amore e guerra, in cui affianca Jude Law e Nicole Kidman. Grazie a Ritorno a Cold Mountain, la Zellweger vince l'Oscar come Migliore attrice non protagonista.
Flop e chirurgia estetica: il declino di una diva
Eppure nel 2010 la carriera di Renée ha di nuovo un brusco arresto: l'attrice si prende una pausa fino al 2016, quando esce nei cinema Bridget's Jones Baby. Il film, sequel delle avventure della single più famosa del cinema, è un evento accolto con entusiasmo: peccato che, per quanto divertente, questo terzo capitolo non sia all'altezza dei precedenti.
I media lo stroncano, concentrandosi ancora più che sul girato, sui connotati dell'attrice, cambiati dalla chirurgia plastica. Il botulino (il cui eccesso è da sempre stato smentito da sempre dalla Zellweger) è certamente da incriminare, ma anche la forte depressione che ha afflitto l'attrice negli anni precedenti, a causa dei ritmi forzati dello showbiz.
L'orizzonte di un nuovo Oscar
Renée torna in scena nel 2019, protagonista di una serie tv Netflix: What if. Qui la Zellweger interpreta un personaggio completamente diverso rispetto ai precedenti, una super cattiva che renderà la vita di chi avrà a che fare con lei impossibile.
Il secondo decennio del Duemila sembra aprirsi all'insegna della rinascita, fino al ruolo che - finalmente - riporta sullo schermo tutte le capacità attoriali di Zellweger: quello della star di Hollywood Judy Garland. Il biopic Judy ritrae gli ultimi mesi di vita della diva, completamente distrutta dallo showbusiness, ormai dipendente da farmaci, alcool e sigarette. Una Garland depressa, che fa sciocchezze senza pensare, solo per sentirsi viva e amata.
In Judy due attrici convivono sullo schermo: Garland e Zellweger. E nell'interpretare la decadente star, Renèe Zellweger mette tutta se stessa. Letteralmente.
Si immedesima in Garland e ne restituisce un profilo impeccabile, come se in qualche modo sentisse di poter essere lei quella stessa diva in declino, se solo non avesse lottato fino in fondo per tenersi il suo posto a Hollywood. Ecco allora che nel personaggio si fondono le vite delle due attrici, in un ritratto intenso e onesto.