Cinici di tutto il mondo uniamoci: il cinema può aiutarci a passare il San Valentino perfetto
Indecisi su come e con chi festeggiare San Valentino? Ma è facile: con chi ci ama più di tutti, con il solo di cui ci si possa fidare, con l’unico che non ci abbandonerà e non ci tradirà mai. Parliamo del cinema, ovviamente.
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I film possono regalarci il 14 febbraio perfetto. Basta cucinare la nostra pietanza preferita, versarci del buon vino e prepararci a trascorrere la serata con il nostro film preferito. Non è forse questo il San Valentino dei sogni? Ecco allora una selezione di commedie romantiche da cui imparare qualcosa di - veramente - utile sulle relazioni sentimentali.Â
Solo un avvertimento, prima di iniziare questa carrellata di consigli cinematografici: in questo elenco di possibili visioni non troverete le (innumerevoli) versioni cinematografiche di Jane Austen nè alcuni dei film più smielati che avete in mente. Vediamo quali sono, invece, i film che hanno almeno provato a raccontarci una versione un po' più onesta dell'amore.Â
La dura verità su cosa vogliono gli uomini
Una visione maschile, ma divertente, della relazioni è data dal film La dura verità (2009) con Gerald Butler e Katherine Heigl. Mike (Butler) è un presentatore tv maschilista e cinico, che in un programma trash illustra al pubblico - e alla romantica Abby (Heigl) - le 5 regole per fare perdere la testa a un uomo.
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Mai criticare gli uomini, perché gli uomini sono incapaci di crescere, cambiare o migliorare. Bisogna sempre ridere di tutto quello che dice un uomo, anche quando è irrilevante e quando non fa ridere. Gli uomini hanno l'occhio lungo, quindi bisogna esporre la mercanzia. Agli uomini non importa dei tuoi problemi, quindi non gliene parlare, non gliene frega niente.
Ok, non prendeteva con me, io ho solo riportato brani del film così come vengono proposti. Così, su due piedi, leggendo queste poche righe, potete immaginare che La dura verità finirà solo per farvi arrabbiare: in realtà sappiate che il film è una commedia romantica che evolve in un modo fin troppo prevedibile.
La verità sull'amore è che non gli piaci
Il film in questione è La verità è che non gli piaci abbastanza e, fin dal titolo, ci dà un monito di come stanno davvero le cose. Se colui o colei con cui usciamo non ci chiama abbastanza, non ci ascolta abbastanza… è perché non gli piacciamo abbastanza. Tutto qui. Inutile farsi paranoie e film mentali: è così e basta.
Nel film a ricevere dei veri e proprio ammonimenti è la protagonista Gigi, che si ritrova in situazioni in cui tutte e tutti, prima o poi ci siamo trovati. Il mantra è sempre lo stesso: se lui non ti chiama, se inventa scuse per non incontrarti… la verità è che non gli piaci abbastanza. Se ti dà il numero invece di chiederti il tuo, vuol dire che non gli piaci. Se dice che per qualche giorno sarà via e non sarà raggiungibile, se non ti chiama dopo una settimana non gli interessa rivederti. Se non ti chiama, non vuole chiamarti. Se ti tratta come se non gliene fregasse niente di te, non gliene frega niente di te. Detta così la situazione sembra molto più chiara, vero?
Gli insegnamenti di Woody
Ma il padre di tutti i cinici, colui che ci regala le migliori riflessioni sulle relazioni, è Woody Allen. Nessuno come lui riesce a farci comprendere, con battute taglienti che vanno dritto al punto, che le relazioni sono effimere e l'amore non è mai per sempre.
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In una sequenza iconica di Io e Annie (1977), Alvy dopo aver perso l'amore di Annie, vaga per le strade di New York e si chiede cos'abbia sbagliato. E non fate i finti tonti, lo so che lo avete fatto anche voi. Vedendo una coppia giovane e felice, domanda loro a cosa attribuiscano la felicità . Le risposte della coppia sono: «Io sono superficiale e vuota, non ho mai un'idea e niente d'interessante da dire», «Io sono esattamente lo stesso». Confortante eh?
Lo so, lo so, apparentemente, sembra che non si ci sia da restare allegri: ma in realtà non è così. Anche qui viene in aiuto il nostro Woody, sempre con quel capolavoro che è Io e Annie e con il suo meraviglioso finale. Ve lo ricordate?
«Pensai a quella vecchia barzelletta, sapete, quella dove uno va da uno psichiatra e dice: "Dottore, mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina" e il dottore gli dice "Perché non lo interna?". E quello risponde: "Ma poi a me le uova chi me le fa?". Beh credo che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo e donna e cioè che sono assolutamente irrazionali e pazzi e assurdi, ma credo che continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova».