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I liceali - Stagione 1

27/02/2017 12:00

Roberta Maci

Recensione Serie TV,

I liceali - Stagione 1

La scuola che piace ai giovaniIl carisma di un professore rivoluzionario, l’insicurezza di una professoressa stralunata e l’indolenza di una classe romana sono

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La scuola che piace ai giovani


Il carisma di un professore rivoluzionario, l’insicurezza di una professoressa stralunata e l’indolenza di una classe romana sono gli ingredienti de I liceali. Protagonisti sono adolescenti disinteressati, (male)inseriti in una scuola che difficilmente coglie il disagio degli studenti e degli educatori. Ma anche il ritorno a casa non risulta meno drammatico: le famiglie appaiono infatti più svogliate dei ragazzi stessi e i loro modi eleganti celano ipocrisia e debolezze. Serie criticata, per un'immagine dell'adolescenza e della scuola stereotipata e irreale, I liceali ha tuttavia riscosso un discreto successo dalla sua prima stagione messa in onda su Canale 5 nel 2008.


(Ir)realtà scolastica


La vicenda inizia quando Antonio Cicerino (Giorgio Tirabassi), insegnante di letteratura, rimasto di recente vedovo, si trasferisce in un prestigioso liceo classico della Capitale insieme alla figlia adolescente Elena (Carolina Benvenga). Catapultato in una classe "degenerata", si trova a vivere una realtà scolastica che si distacca prepotentemente dalle sue aspettative rivoluzionarie e lungimiranti. A proiettarlo lungo i corridoi di questa nuova vita c'è un corpo docenti piuttosto bizzarro: Enrica Sabatini (Claudia Pandolfi), professoressa di storia dell’arte alquanto demotivata e depressa; Mélanie Desmoulins (Diane Fleri) elegante professoressa di francese, impegnata in un relazione con il preside Pera (Gigio Alberti); il terribile insegnante di greco e latino Gualtiero Cavicchioli (Ivano Marescotti).


Nonostante la rappresentazione dell'ambiente scolastico, talvolta esasperata, non rifletta sempre la realtà, l’incompatibilità tra l’insegnamento troppo radicale dei professori e l’atteggiamento strafottente dei ragazzi crea contrasti che sono alla base del successo della serie tra i più giovani. E non solo. Ci si rispecchia nei ruoli dei personaggi e, nonostante i difetti di sceneggiatura (vuoti di trama, personaggi che vanno e vengono) le microstorie che nascono nel corso dei sei episodi danno sfogo a tutte le frustrazioni della scuola odierna. Il messaggio che arriva è il riflesso dell’inefficace compito degli insegnanti e dei pregiudizi dei giovani studenti. Questi "ragazzi sbandati" e spropositatamente arroganti nei confronti di chi tiene la potestà sono in realtà fragili dietro ai banchi di scuola come nella vita: si disperano per un’interrogazione andata male, per un litigio con un professore o un genitore.


I dialoghi, freschi e semplici, hanno come sfondo i testi altrettanto trasparenti del cantautore romano Fabrizio Moro (vincitore del festival di Sanremo nel 2007 nella sezione Giovani) e dei Tiromancino. Questi brani si intrecciano perfettamente con il contesto e l’orecchiabilità delle canzoni non distoglie l’attenzione dalle fasi più rilevanti delle microstorie.In questa prima stagione de I liceali si respira qualche novità e uno spirito giovanilistico. E seppur priva di riferimenti alla realtà scolastica, questa fiction Mediaset racchiude in sé uno spirito nostalgico.


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