Che siamo stressati è un dato di fatto. Una sequela di scandenze da rispettare, di orari entro cui arrivare, agende fittissime di impegni, il fatto di avere un telefono in tasca ed essere costantemente reperibili da chiunque, sotto un incessante bombardamento di notifiche, pubblicità , news, fake news e quant'altro. Insomma, benvenuti nel XXI secolo. D'altra parte Un giorno di ordinaria follia ha quasi 30 anni e se già nel 1993 era possibile immaginare un uomo che sbrocca dopo aver ricevuto una serie di pessime notizie, figuriamoci quanto questo archetipo sia diventato familiare oggi.
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Il giorno sbagliato è un po' un remake aggiornato del film di Joel Schumacher, ne presenta tutti i capisaldi e i presupposti, ma estremizzati ancor di più.
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O forse siamo noi a essere davvero sull'orlo del baratro? D'altra parte la sequenza dei titoli di testa è un martellante collage di telegiornali che mostrano incidenti stradali e gente che dà di matto al volante; non una cosa poi così distante dalla realtà per chi è costretto quotidianamente a sfidare il traffico. E la storia del film inizia proprio con un ingorgo stradale.
La protagonista Rachel è per l'ennesima volta in ritardo nell'accompagnare suo figlio a scuola. Tra traffico, ingorghi e sfighe varie che le vengono comunicate al telefono mentre è alla guida, le capita anche di imbattersi in un gigantesco pickup che al semaforo verde non vuole saperne di partire. Lei allora si attacca al clacson e poi lo supera. Errore fatale (un po' come uccidere il cane di John Wick, a livello di presupposti narrativi siamo da quelle parti): al volante del pickup vi è infatti un mastodontico (in tutti i sensi!) Russel Crowe che non sta passando un buon momento.
Gentilmente chiede a Rachel di porgerle le sue scuse. Lei si rifiuta. Lui le promette che non ha idea di cosa voglia dire avere una brutta giornata e inizia a perseguitarla, d'apprima inseguendola in auto (tutta la prima parte è un bellissimo richiamo a Duel), poi stalkerandola pesantemente, infine iniziando a uccidere persone a lei care in una spirale di violenza sempre più stringente.Â
I presupposti ci sono tutti e la durata è perfetta: 90 minuti di tensione (merce rarissima oggigiorno!) che non cede mai di un millimetro.
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Su questo il film non sbaglia, regalando più di una sequenza godibilissima. Ma per stare al gioco bisogna scendere a compromessi con la propria sospensione dell'incredulità perché alcune scene risultano essere spudoramante forzate. A partire dal casting: se Russel Crowe è perfetto e spietato nella sua parte, altrettanto non si può dire per la coppia madre-figlio (che nella realtà hanno 13 anni di differenza).
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Poi ci sono gli incidenti stradali, dove le macchine fanno salti carpiati in aria nemmeno fossimo in un film di Michael Bay. Anche se l'apice dell'idiozia è toccato dall'uso dello smartphone nel film: quante persone conoscete che non hanno un blocco qualsiasi (pin, sequenza, riconoscimento facciale o digitale) sul proprio telefono? Direte che è un dettaglio insignificante, una forzatura di trama necessaria... e in parte avete anche ragione. Il problema, però, è che senza quella forzatura probabilmente non avrebbe potuto svilupparsi il film! E non si limita alla mancanza di pin di sblocco («L'ho tolto perché una volta stavo richiando di fare un incidente»​ è la giustificazione del film), ma anche ad app sensibili come quelle della banca e dei conti correnti. A parte questo, il film è un discreto thriller che regge bene la tensione e non si fa remore a mostrare un po' di sangue e violenza.
Genere: thriller
Titolo originale:Â Unhinged
Paese/Anno: USA, 2020
Regia:Â Derrick Borte
Sceneggiatura:Â Carl Ellsworth
Fotografia:Â Brendan Galvin
Montaggio:Â Steve Mirkovich
Interpreti: Russell Crowe, Jimmi Simpson, Lucy Faust, Gabriel Bateman, Caren Pistorius, Anne Leighton, Michael Papajohn
Produzione:Â Solstice Studios
Distribuzione:Â 01 Distribution
Durata:Â 93'
Data di uscita:Â 24/09/2020