Ci sono film che ti risucchiano. Che mentre fissi i titoli di coda hai stampata in faccia un'espressione ebete e che allora devi riguardare. Per decifrarne i messaggi nascosti, cogliere i dettagli, districarne la trama e interpretarne il senso. Sono i cosiddetti mindfucker. E ce n'è per tutti i gusti: dai drammi romantici come Eternal Sunshine for a Spotless Mind a quelli esistenziali come Mother! e Enemy; dai trip onirici di David Lynch (guardate la serie di cortometraggi Rabbits) e Jodorowsky, sino ad arrivare ai blockbuster di Christopher Nolan. Prendiamo Tenet, un film che parla di viaggi nel tempo sfruttando il concetto in modo "non convenzionale" e ingarbugliando tutto anche più del necessario. Molti spettatori (e molti critici online) hanno espresso la loro frustrazione nel non aver capito nulla del film, ma forse non hanno mai visto dei veri mindfucker. E, soprattutto, non hanno mai visto Primer.
Questo minuscolo film indipendente del 2004 - girato con un pugno di attori, quattro location e un budget di circa 7000 dollari - è la dimostrazione che si può fare fantascienza senza ricorrere a mezzi colossali e manovre a tenaglia temporale, ma anche solo con ottime idee ben sfruttate.
A scrivere, dirigere, montare, recitare e comporre la colonna sonora vi è Shane Carruth, un matematico teorico che sviluppava software per simulatori di volo prima di darsi al cinema. E il film (sappiatelo) è in buona parte una lunga "lezione" in cui si parla di viaggi nel tempo, matematica, fisica, chimica e probabilità dei paradossi. Spiegoni insomma, ma che non cercano di indorare la pillola come fa Nolan e non citano ogni mezz'ora il "paradosso del nonno" per sentirsi intelligenti.
I protagonisti di Primer sono due amici ingegneri, che nel loro tempo libero inventano per caso una macchina del tempo. Le regole però sono ben più stringenti di quelle a cui ci ha abituati Hollywood: la macchina può solo rimandarti indietro, mai avanti, di un numero di ore pari a quelle trascorse dentro il box temporale.
Quindi, scordatevi la DeLorean che salta di 30 anni in pochi secondi. I due amici perciò decidono di attuare un piano molto semplice, che non implica il salvataggio dell'umanità o altre cose di portata mondiale: trascorrono la loro giornata chiusi in una camera d'albergo a studiare l'andamento del mercato azionario, dopodiché tornano indietro di 6 ore e sfruttano la loro conoscenza per giocare in borsa. Ma i viaggi nel tempo, si sa, sono insidiosi e la smania di potere è dietro l'angolo.
Carruth martella lo spettatore di nozioni, di eventi (che a causa del budget ristretto non vediamo), di nomi di personaggi che facciamo fatica a contestualizzare. Poi inizia a ingarbugliare tutto con un continuo riavvolgere la narrazione, mostrandoci punti di vista diversi e cose che... non si capiscono. Primer dura appena 77 minuti, ma ha la densità di un fim di almeno 2 ore. Al contrario di altri mindfucker, il cui significato è nebuloso perché mancano alcune conoscenze specifiche (ad esempio, per Enemy, era tutta l'interpretazione mitologica e filosofica dei ragni), in Primer lo spettatore ha tutti gli elementi per capirlo: basta solo prestare molta, ma molta attenzione ai dettagli più insignificanti, come ad esempio un auricolare infilato nell'orecchio.
Alla seconda visione si consiglia di prendere carta e penna e farsi uno schema del flusso temporale e degli eventi chiave del film, giusto per essere sicuri di non perdersi nulla.
Alla fine vedrete che comunque tutto quadrerà alla perfezione, segno che Carruth ha curato in modo maniacale la struttura del film, senza lasciare nulla al caso. Una volta che Primer si capisce (più o meno) ci si sente gratificati, appagati e... molto intelligenti! Un'ultima cosa: all'interno dei box temporali di Primer l'entropia scorre al contrario, perciò i protagonisti devono indossare una mascherina collegata a una bombola di ossigeno per poter sopravvivere. Chissà se quel furbone di Christopher Nolan ha preso da qui la sua ispirazione per Tenet.
Genere: fantascienza
Titolo originale: Primer
Paese/Anno: USA, 2004
Regia: Shane Carruth
Sceneggiatura: Shane Carruth
Fotografia: Shane Carruth
Montaggio: Shane Carruth
Interpreti: Shane Carruth, David Sullivan, Casey Gooden, Anand Upadhyaya, Carrie Crawford
Produzione: ERBP
Durata: 77'