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Roubaix, une lumière (2019): la recensione del nuovo film di Arnaud Desplechin

04/10/2020 20:45

Marcello Perucca

Recensione Film, Film Drammatico, Film Francia, Arnaud Desplechin,

Roubaix, une lumière (2019): la recensione del nuovo film di Arnaud Desplechin

Roubaix, une lumière, il nuovo film del regista Arnaud Desplechin, si colloca nel nobile filone dei polar francesi

Arriva in sala, dopo un lungo ritardo dovuto alla pandemia di Covid-19, Roubaix, une lumière: il nuovo film del regista Arnaud Desplechin. Il film, presentato al festival di Cannes nel 2019, è ispirato a Roubaix, commissariat central, affaires courantes, un documentario del 2008 di Mosco Boucault su un fatto di cronaca nera realmente accaduto nella città transalpina.

 

Località industriale posta ai confini con il Belgio, nella regione della Hauts-de-France, Roubaix, oltre a essere il luogo natale di Desplechin - nonché l’arrivo di una delle corse ciclistiche più antiche e affascinanti - detiene il non invidiabile primato di essere fra le città più povere e depresse di Francia. Infatti, come viene a un certo punto sottolineato nel film, il 45% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Un dato che fa rabbrividire ma che rende perfettamente l’idea che sta alla base del film di Desplechin: descrivere, attraverso la quotidianità di un gruppo di poliziotti del commissariato locale, un ambiente degradato, popolato da gente povera, per lo più immigrata dal sud del mondo. Dove i fatti di microcriminalità sono all’ordine del giorno. 

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In questo ambiente vive e lavora il commissario Yacoub Daoud, magnificamente interpretato dall’attore francese di origini marocchine Roschdy Zem. Daoud è un uomo solitario, pacato. Costretto a convivere con un dolore che, dapprima, intuiamo soltanto, ma che poi scopriamo essere dovuto a un nipote in carcere che lui stesso ha contribuito a far condannare.

Lo vediamo guidare per le vie deserte, la notte di Natale. In una città altrettanto solitaria, ripresa in maniera eccellente dalla fotografia di Irina Lubtchansky, che riesce a metterne in risalto tutta la mestizia e, al contempo, l’orgoglio insito nei luoghi decaduti. La vita del commissario si sviluppa fra l’appartamento in cui abita da solo, qualche sosta in un elegante locale della città per bere un drink e, soprattutto, il suo lavoro alla centrale di polizia. Coadiuvato da colleghi che lo stimano e con i quali è riuscito a formare una squadra molto affiatata.

 

Un film, Roubaix, une lumière, che si colloca nel nobile filone dei polar francesi e che è idealmente diviso in due parti. In tutta la prima ora abbondante assistiamo al lavoro della squadra di Daoud, impegnata a mantenere l’ordine fra i vari episodi di microcriminalità che si susseguono quotidianamente nel quartiere. Sino a quando non viene scoperto l’omicidio di una donna anziana, uccisa per rapina nel proprio letto. L’indagine verrà affidata al giovane tenente Louis Cotterelle (Antoine Reinartz) che, con l’aiuto del commissario, arriverà a sospettare di due giovani donne: Claude (Léa Seydoux) e Marie (Sara Forestier). Inizia così una lunga indagine per arrivare a scoprire la verità. Ed è proprio a questo punto che il film inizia ad attorcigliarsi attorno a un interrogatorio e una ricostruzione dei fatti che si protrae troppo a lungo, facendogli perdere molta dell’intensità e dell’interesse che aveva stimolato descrivendo l’ambiente, l’emarginazione e la solitudine dei personaggi

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Attraverso l’uso delle inquadrature che ritraggono spesso i protagonisti con intensi primi piani, Desplichin è bravo nel descrivere, senza per altro dare un giudizio etico, un mondo che vive ai margini. Dove il delinquere diventa la tragica conseguenza della mancanza di prospettive future. 

Anche Claude e Marie, all’inizio marginali nella dinamica del film ma che poi diventano il fulcro di tutta la seconda parte, sono osservate dal regista in maniera distaccata. Non c’è giudizio né pietas nello sguardo di Desplechin, solo la volontà di raccontare e descrivere un’ambiente complesso e tragico, come è quello della propria città.

 

Restano, al di là delle imperfezioni, alcune grandi prove attoriali.

 

Su tutte, quelle di Seydoux e Forestier che riescono a rendere espressivamente intriganti i rispettivi personaggi, nonché quella di Roschdy Zem che regala al commissario Daoud le giuste dosi di disillusione e malinconia necessarie a descriverne in maniera perfetta il personaggio. Alla fine si esce dalla sala con l’impressione di aver assistito a un film non perfettamente riuscito ma che va, in ogni caso, visto.


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Genere: drammatico

Titolo originale: Roubaix, une lumière

Paese/Anno: Francia, 2019

Regia: Arnaud Desplechin

Sceneggiatura: Arnaud Desplechin, Léa Mysius

Fotografia: Irina Lubtchansky

Montaggio: Laurence Briaud

Interpreti: Léa Seydoux, Roschdy Zem, Antoine Reinartz, Sara Forestier

Colonna sonora: Grégoire Hetzel

Produzione: Why Not Productions, Wild Bunch

Distribuzione: No.Mad Entertainment

Durata: 120'

Data di uscita: 1/10/2020

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