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Banksy è un artista misterioso, amato e controverso. Esce il 26-27-28 ottobre, al cinema, il documentario Banksy: L’arte della ribellione: ma per lo street artist più famoso al mondo non è la prima volta sul grande schermo
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La prima volta di Banksy al cinema è il docu-film Exit through the gift shop. Inizia come un documentario sulla street art e sui suoi protagonisti, ma pian piano la narrazione si va a indirizzare verso colui che ha ripreso tutti gli street artist presenti nel documentario: Thierry Guetta. Thierry, a inizio documentario, oltre a essere ossessionato dalla telecamera e dal riprendere tutto quello che gli accade, scopre di essere il cugino del famoso street artist Invaders. Da lì inizia la sua avventura nella street art, venendo in contatto con alcuni dei suoi maggiori interpreti: da Shepard Fairey a Swoon, da John English a Borf, conquista la loro fiducia e li filma mentre creano le loro opere nel mezzo della notte. Ora il desiderio di Thierry è di riprendere la primula rossa della street art: Banksy. Per un fortuito caso riesce nell’impresa, diventando l’unico a riprenderlo mentre lavora ed entrando nel gruppo di pochi amici di fiducia che lavorano con lui. Prendendo spunto da tutti i metodi di lavoro a cui ha potuto assistere, Thierry diverrà uno degli artisti di street art più richiesti, Mr. Brainwash, e il tutto senza passare dalla gavetta.Â
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Di certo questo documentario ci fa comprendere come il mondo dell’arte di strada sia labile e senza un vero principio; chiunque in sei mesi può diventare un artista affermato, al punto da essere chiamato da Madonna a illustrare la copertina del suo Greatest Hits. Inutile a dirlo: gli street artist detestano Mr. Brainwash.
Chi ha detto che Banksy è amato da tutti? Come ogni vero street artist ha anche lui i suoi rivali. Di questo parla il documentario Graffiti Wars, in cui si racconta la rivalità tra Banksy e Robbo a suon di graffiti e stencil, che racchiude in sé lo scontro che da sempre esiste tra graffiti e street art. Bisogna però ricordarsi che quando Banksy seppe che Robbo era in coma, ridipinse un’opera di Robbo come segno di rispetto e di fine guerra.Â
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Banksy does New York, tutto dedicato all’esperienza newyorkese di Banksy, avvenuta quando l’artista era ormai all’apice della sua fama. Il film affronta la difficoltà di realizzare le sue opere in una città dove le autorità non le accetta e le vede come un atto di vandalismo. Questo documentario racconta anche la "febbre Banksy" dilagata a NYC: dalla smania di farsi foto con le sue opere all'appropiarsi di interi muri o saracinesche che venivano letteralmente divelte, sfociando in vere e proprie risse per averne un pezzo da portare con sè.
Da qui la giusta continuazione sull’argomento è il documentario Saving Banksy che si pone proprio questo tipo d’interrogativo: come si può salvare la street art e come è giusto agire su di essa? Una vera problematica se pensiamo a tutti i galleristi che si sono appropriati indebitamente di opere di Banksy che si trovavano sui muri delle città . La conversazione coinvolge i principali street artist: nomi come Bleck le rat, Anthony Lister, Glen Friedman, Doze Green.
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Un dialogo interessante su fin dove il mercato dell’arte si può spingere e dove deve invece fermarsi, rispettando l’etica e la volontà dell’artista stesso. Ricordiamoci che all’epoca i Blu decisero di cancellare tutte le loro opere per evitare di finire in una galleria: un gesto enorme di cui ancora troviamo traccia in città come Berlino, dove nel luogo in cui si trovava il graffito c'è ora un’enorme macchia nera come monito.Â
Continua su questo tema il film L’uomo che rubò Banksy, che racconta del furto di un Banksy rappresentante un soldato e un asino da un muro a Betlemme. Seguiamo il viaggio dell'opera attraverso la vendita e il suo approdo a una famosa fiera d’arte. Quanto è giusto togliere le opere dai muri e quanto sbagliato?
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Le opere di street art devono restare dove sono o è giusto che facciano il loro corso nelle collezioni?
Come possiamo vedere, fino a ora tutti i documentari dedicati a Banksy trattano parti della sua poetica e le sviluppano per lo più in discorsi generali dedicati alla street art. Chi ha visto questi film, più o meno ormai ha presente le facce di chi conosce Banksy e ne è collaboratore. Questi stessi personaggi li ritroviamo in Banksy: L’arte della ribellione, che a differenza degli altri documentari è un ritratto completo dello street artist più famoso del nostro tempo.
Il film divide la storia di Banksy attraverso luoghi simbolo, permettendoci di comprendere al meglio il contesto in cui l’artista opera. Banksy: L’arte della ribellione è un documentario completo, che ci permette di capire e comprendere al meglio lo street artist, le sue opere e il suo occhio critico sul mondo.Â