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I predatori (2020): la recensione del film esordio di Pietro Castellitto

19/10/2020 10:09

Marcello Perucca

Recensione Film, Festival, Festival di Venezia, Film Commedia, Film Italia, Pietro Castellitto,

I predatori (2020): la recensione del film esordio di Pietro Castellitto

Dopo aver ottenuto il premio sceneggiatura Orizzonti a Venezia77, I predatori arriva in sala il 22 ottobre

Dopo aver ottenuto il premio per la miglior sceneggiatura nella sezione Orizzonti alla 77 ª Mostra del Cinema di Venezia, esce sugli schermi italiani I predatori, prima regia del ventinovenne figlio d’arte Pietro Castellitto.

 

Due famiglie agli antipodi. L’una, i Pavone, borghese e intellettuale. Composta dal padre Pierpaolo (Massimo Popolizio) medico, dalla madre Ludovica (Manuela Mandracchia), affermata regista cinematografica, e dal figlio Federico (lo stesso Pietro Castellitto) giovane assistente esperto di Nietzsche che subisce il torto di essere lasciato fuori dal gruppo di ricercatori che dovrà riesumare e studiarne il corpo, cercando così di risolvere i molti misteri che aleggiano ancora intorno alla figura del filosofo. L’altra proletaria, quella dei Vismara, profondamente fascista. Dove Claudio (Giorgio Montanini), il capofamiglia armaiolo per professione (sia legale che illegale) insegna al figlioletto a maneggiare le armi e, allo stesso tempo, si lascia sottomettere brutalmente dal feroce zio, boss della malavita romana. Nell’incipit - un lungo piano sequenza - osserviamo un uomo camminare sul lungomare di Ostia. Lo vediamo quindi farsi accogliere, con una scusa, in casa di un’anziana signora (la nonna della famiglia Vismara) e venderle con l’inganno un orologio.

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Successivamente un incidente metterà in relazione le due famiglie, che altrimenti nulla avrebbero da spartire fra loro, con Pierpaolo che presta i primi soccorsi alla vecchia signora.

I predatori è una pellicola spiazzante e irriverente, dotata di una buona dose di cinismo.

 

Un film corale dove al centro della vicenda ci sono le storie, spesso meschine, dei vari protagonisti, al di là della loro estrazione sociale. Una raffigurazione grottesca di un paese ormai alla deriva, nel quale i rapporti umani sono inquinati dall’egoismo e dalla smania di potere. Non importa se a voler primeggiare siano i borghesi, smaniosi di successo nell’élite, o i fascisti immersi nel loro mondo di sopraffazione, violenza e delinquenza. Tutti appaiono colpevoli. Tutti sono personaggi imbruttiti che vivono in un paese ormai deturpato, nel quale ciascuno è, allo stesso tempo preda o predatore.

In questo panorama desolante spicca il personaggio di Federico, interpretato dal regista. Un giovane ricercatore che, una volta subito il torto di essere stato estromesso dal gruppo dal proprio professore - che ha sempre servito portandogli anche i pasti da consumare in ufficio – arriva a mature l’idea, per altro in maniera alquanto stramba, di vendicarsi nei confronti di un sistema che lo ha marginalizzato. Ma la sua vendetta sarà sterile perché, per il modo in cui viene concepita e messa in atto, risulterà completamente inutile.

I predatori è una bella opera prima, che si avvantaggia dell’interessante sceneggiatura dello stesso Castellitto e grazie al taglio delle riprese spesso poco scontate. 

 

Forse in alcuni casi soffre di un eccesso di didascalismo. Ad esempio quando osserviamo Federico spaccare un enorme salvadanaio usando, come martello, una delle statuette vinte dalla madre Ludovica ai David di Donatello. O, ancora, nella figura di Ludovica stessa, aggressiva regista che non si ferma davanti a nulla, neanche a un incidente che avrebbe potuto causare la morte sul set di uno degli attori del suo film.

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Un bell’esordio dove si ride, ma in maniera estremamente amara. Un film cinico, in cui nessuno viene risparmiato; né il singolo, né le coppie che, pur odiandosi, si costringono a restare insieme per opportunismo o mancanza di alternative. Neppure i giovani si salvano, incapaci di guardare oltre un mero individualismo. Anche la loro rabbia, per quanto possa essere giustificata, risulta essere improduttiva, come testimoniato dal gesto di Pietro, fine a sé stesso.

 

I predatori è, in conclusione, un’interessantissima opera prima impreziosita dalle prove degli attori, a partire da un surreale Castellitto che infonde al suo personaggio un’agghiacciante dose di quieta ferocia. 


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Genere: commedia

Titolo originale: I predatori

Paese/Anno: Italia, 2020

Regia: Pietro Castellitto

Sceneggiatura: Pietro Castellitto

Fotografia: Carlo Rinaldi

Montaggio: Gianluca Scarpa

Interpreti: Massimo Popolizio, Nando Paone, Orsetta De Rossi, Pietro Castellitto, Renato Marchetti, Rosalina Neri, Vinicio Marchioni, Anita Caprioli, Antonio Gerardi, Claudio Camilli, Dario Cassini, Giorgio Montanini, Giulia Petrini, Liliana Fiorelli

Colonna sonora: Niccolò Contessa

Produzione: Fandango, Rai Cinema

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 109'

Data di uscita: 22/10/2020

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