Netflix ce l'ha fatta: è finalmente riuscita a produrre un film italiano di genere. Il legame è comparso nel catalogo della piattaforma streaming un po' all'improvviso, senza troppa pubblicità ad anticiparlo. Un giorno abbiamo aperto il nostro account e ci siamo ritrovati a vedere un trailer in cui Riccardo Scamarcio se la deve vedere con qualche oscura entità sovrannaturale. Ammettetelo: siete rimasti spiazzati.
Francesco (Scamarcio) sta portando la sua compagna Emma e la figlia Sofia nel suo paese natale, in Puglia, per presentarle alla madre in vista del loro matrimonio. Ma le cose non andranno nel verso immaginato.
Al loro arrivo, infatti, la famiglia si scontrerà con un muro di tradizioni fortemente radicate e perlopiù criptiche agli occhi di un forestiero. Mano a mano che i giorni trascorrono, tali tradizioni si fanno sempre più sinistre ed inquietanti, al punto che Emma dovrà svelare un antico segreto.
Inutile girarci intorno, Il legame è proprio un film riuscito, soprattutto per quanto riguarda atmosfere e suggestione. La regia di Domenico De Feudis cerca di trapiantare lo stile di James Wan nel soleggiato sud Italia. Un’impresa non da poco, non aiutata (almeno sulla carta) dalla gavetta come regista della seconda unità di molti film di Paolo Sorrentino (compresa La grande bellezza): perché se c'è una cosa diametralmente opposta al genere horror, quella è il cinema di Sorrentino. E invece Il legame funziona alla grande su tutti i fronti tecnici ed è supportato da attori capaci (nessuno da mai l'impressione di trovarsi lì per caso) e dialoghi credibili (non è una cosa scontata come più sembrare). Anche se verso il finale il film viene frenato da qualche jumpscare di troppo: eliminarne qualcuno forse avrebbe giovato alla tensione, che comunque riesce a reggere bene i canonici 90 minuti. Dove invece De Feudis è riuscito a far tesoro della lezione di James Wan è nel donare alla grande casa di campagna una dimensione propria, al punto da trasformarla in un vero personaggio. Proprio come accadeva nei due The Conjuring: è qualcosa di vivo, una presenza incombente che abbraccia i protagonisti sino a stritolarli, che manifesta il proprio disappunto attraverso una macchia d'umidità sul muro.
Anche l'atmosfera del film è quella giusta. Il progredire lento della prima metà serve a calare lo spettatore nel mood. Il continuo susseguirsi di fatti misteriosi e oscuri, il lasciar intravedere nei personaggi una storia trascorsa, antica, fatta di credenze popolari e superstizioni, è senza dubbio la parte più intrigante, che rievoca molto del nostro vecchio cinema.
I riti sussurrati di Suspiria la placida provincia custode di orribili segreti come ci ha insegnato Pupi Avati, ma anche gli sterminati campi soleggiati eppure così inquietanti della Puglia che ricordano da vicino le distese torride della Lucania di Non si sevizia un paperino. Anche nel film di Lucio Fulci c'era una maciana (una strega delle leggende popolari meridionali) e anche lì la storia si macchiava di superstizione e folklore. De Feudis (autore anche della sceneggiatura insieme a Daniele Cosci e Davide Orsini) riesce là dove Curon aveva fallito miseramente: costruire una storia che, parafrasando Alessandro Borghese, «riesca a valorizzare e far riscoprire il territorio e le antiche tradizioni». Tenendo come fulcro il malocchio (o "fascinazione" come viene chiamata nel film), antiche leggende popolari e dicerie di paese vengono sapientemente rielaborate e trasposte ai giorni nostri per dimostrare come quelle vecchie superstizioni siano ancora attuali e, soprattutto, in grado di farci ancora paura. Senza dubbio questa è l'aspetto più affascinante della pellicola. Insomma, Il legame ha mostrato la via da percorrere per fare horror italiani riusciti... speriamo solo che Netflix continui a percorrerla.
Genere: horror, thriller
Titolo originale: Il legame
Paese/Anno: Italia, 2020
Regia: Domenico de Feudis
Sceneggiatura: Domenico de Feudis, Davide Orsini, Daniele Cosci, Gianluca Bernardini
Fotografia: Luca Santagostino
Montaggio: Giancarlo Fontana
Interpreti: Mia Maestro, Riccardo Scamarcio, Mariella Lo Sardo, Giulia Patrignani, Federica Rosellini, Raffaella d’Avella
Colonna sonora: Massimiliano Mechelli
Produzione: HT Film, Indigo Film e Lebowski
Distribuzione: Netflix
Durata: 93'