photo

NETFLIX

copertine blog.jpeg

NOW TV

le parti noiose tagliate
footer

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram
pngwing.com(17)
sis nero
sisbianco
sisbianco

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

un progetto di Piano9 Produzioni

CONTENUTI IN EVIDENZA

Robert Durst, Steve Avery, Jeffrey Epstein: tre docuserie crime raccontano soldi, sesso e potere

22/02/2021 12:01

Marco Filipazzi

Netflix Original, Approfondimento Serie Tv, Serie Tv Crime, Serie Tv Documentario, Serie Tv USA, Jeffrey Epstein, Steven Avery, Robert Durst,

Robert Durst, Steve Avery, Jeffrey Epstein: tre docuserie crime raccontano soldi, sesso e potere

Durst, Avery, Epstein: cosa hanno in comune questi tre uomini? Sono protagonisti di altrettanti casi di cronaca e di serie tv che ne raccontano le vicende

 

 

 

Durst, Avery, Epstein: cosa hanno in comune questi tre uomini? Sono protagonisti di altrettanti casi di cronaca e di serie tv che ne raccontano le vicende, storie di potere e di abusi

 

 

Jeffrey Edward Epstein. Robert Alan "Bobby" Durst. Steven Allan Avery. Forse avete già sentito parlare di questi tre uomini, forse avete sentito nominare solo uno o due di loro, magari non avete la più pallida idea di chi essi siano. In ogni caso, se vi state chiedendo che cosa abbiano in comune: di sicuro tutti e tre hanno avuto dei grossi, grossissimi problemi con la giustizia americana.

Robert Durst è stato accusato di omicidio premeditato e sospettato di essere implicato in altri due omicidi, tra cui quello della moglie nel 1982. Steve Avery è stato accusato di violenza, stupro e omicidio. Jeffrey Epstein è stato accusato di favoreggiamento della prostituzione, abusi sessuali e traffico internazionale di minorenni.

Questi tre uomini hanno in comune anche il fatto di essere i protagonisti di altrettante docu-serie di cronaca che ne esaminano i peculiari casi giudiziari: dall’accusa, al processo, sino alla condanna. The Jinx racconta la vicenda di Durst; Making a murderer quella di Steven Avery; Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione è la controversa storia di Epstein. Ma, a conti fatti, la cosa più interessante non è cosa questi tre uomini abbiano in comune, ma quello che non hanno in comune, in una specie di gioco a “trova l’intruso”. Entriamo dentro le loro storie per capirci qualcosa di più.

schermata2021-02-22alle11-37-57-1613990293.png

La vicenda di Robert Durst: The Jinx

Nel 2001 Robert Durst viene arrestato a Galveston, Texas, dopo che il corpo del suo vicino di casa è ritrovato nella baia, fatto a pezzi e avvolto in sacchi dell’immondizia. Durst viene messo in cella, ma esce nel giro di poche ore pagando la cauzione di 250.000 dollari. Avete presente? «Non li ho qui con me, ma mi faccia fare una telefonata...». Già perché Robert Durst è il rampollo di una dinastia di imprenditori immobiliari newyorkesi, una delle famiglie più ricche e potenti di Manhattan.

Nel corso della sua vita, viene arrestato 3 volte e subisce 2 processi (un terzo è attualmente in corso, rimandato causa Covid alla primavera di quest’anno); nonostante la famiglia lo abbia isolato e lui non abbia più accesso alle risorse finanziarie in modo diretto, i suoi hanno comunque sempre cercato di tutelarlo. Per non infangare il nome della famiglia Durst, ovvio. La sua storia è raccontata dalla miniserie The Jinx – La vita e le morti di Robert Durst.

Making a murderer, la serie su Steven Avery

Chi ha visto su Netflix Making a murderer conosce la storia. All’età di 23 anni, Steven Avery viene arrestato e condannato per stupro e tentato omicidio, nonostante un solido alibi lo collocasse a 40 miglia dal luogo del reato. Viene rilasciato dopo 18 anni, grazie a una prova del DNA che incrimina un altro aggressore, comprovando l’innocenza di Steve. Ma solo due anni più tardi finisce ancora nei guai con la giustizia, questa volta con l’accusa di omicidio e, anche questa volta, si dichiara innocente.

Sono trascorsi 15 anni dal secondo arresto e Steven Avery, a oggi, ha trascorso 33 anni su 58 dietro le sbarre. Più di metà della sua esistenza, forse senza nemmeno essere colpevole. Il problema di Steven è che arriva da una famiglia umile, potremmo dire di redneck, che vive in trial prefabbricati e campa alla giornata. Steven non ha le risorse per pagarsi i migliori avvocati sulla piazza, non può permettersi i soldi della cauzione, non può fare nulla che gli consenta di avere una chance in più rispetto a quelle che il sistema (corrotto? Il caso è ancora aperto, ma è indubbio che qualcosa non quadri del tutto) gli offre.

Attraverso il normale iter giuridico, la sua causa viene portata avanti con determinazione, tappa dopo tappa, sino alla Corte Suprema. Il fatto che si senta ripetutamente negare la possibilità di riaprire il processo per essere giudicato innocente, nonostante evidenti coercizioni da parte delle forze di polizia e non solo, fa davvero riflettere sul fatto che alle spalle ci possa essere un onnipotente demiurgo che ce l’abbia a morte con Steve.

La parabola di Jeffrey Epstein

Jeffrey Epstein è stato latitante fino al 2008. Anzi, “latitante” non è la parola corretta dato che sino a quel momento, all’età di 55 anni, non ha mai avuto problemi con la giustizia. Questo nonostante le numerose accuse e denunce mosse contro la sua persona. Accuse di ragazze, per la maggior parte minorenni, che dichiarano di essere state molestate da lui, di aver ricevuto un compenso di 200 dollari in cambio di un “massaggio”, di essere state stuprate e messe a tacere sotto minaccia.

Perché Epstein, multimiliardario arrichitosi a suon di ricatti e furti finanziari, si considerava intoccabile. E per un lunghissimo periodo di tempo è stato effettivamente così. Le sue risorse economiche gli spalancavano le porte dorate dell’alta società e il suo carisma ammaliante faceva sì che le persone più disparate (avvocati, giudici, ma anche figure di spicco del mondo dello spettacolo e della politica, da Bill Clinton a Donald Trump) lo prendessero in simpatia. Il suo potere, unito ai suoi soldi, gli hanno permesso di molestare, stuprare e letteralmente vendere giovani ragazze come se fossero schiave sessuali.

Tutto ciò perpetrato per decenni, a scapito di un numero incalcolabile di vittime cadute ignare nella sua rete. È stato necessario l’intervento dell’FBI, spronata da un crescente numero di denunce a suo carico, unito al dilagare del movimento #metoo per far sì che giustizia venisse fatta. E nemmeno del tutto. Jeffrey Epstein, la cui vicenda è narrata dalla serie Netflix Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione, è la dimostrazione di quanto soldi e potere magari non possano fare la felicità, ma possano proteggerti anche se sei una delle persone più deplorevoli che camminino sulla terra.

24797577-1601985632-1613991699.jpg

Queste tre docu-serie, se messe in relazione tra di loro, sono la riprova che la legge non è sempre uguale per tutti. Di certo qualche conoscenza ben inserita nel contesto sociale e un bel po’ di soldi (meglio se in contanti) possono aiutarla a far pendere il piatto della bilancia da una parte piuttosto che da un’altra. E non è sempre detto che sia quella giusta.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

cinemadvisor

Silenzioinsala.com © | All Right Reserved 2021 | Powered by Flazio Experience e Vito Sugameli


facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

ULTIMI ARTICOLI

joker