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Perchè Arancia Meccanica è il "padre" di tutti i film estremi

01/12/2021 16:14

Marco Filipazzi

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Perchè Arancia Meccanica è il "padre" di tutti i film estremi

Il cult di Stanley Kubrick è un film estremo, uno dei più importanti della storia

Il cult di Stanley Kubrick è un film estremo, uno dei più importanti della storia: capace di unire messaggio politico a una rappresentazione unica della violenza

Il 1971, anno in cui esce in sala Arancia Meccanica, il clima clima sociale globale non è dei più sereni. Mentre nel mondo è tempo di contestazione, il Regno Unito (uno dei paesi co-produttori del film) è in pieno conflitto con l’Irlanda del Nord: a causa delle lotte tra Unionisti e Nazionalisti, si respira repressione e violenza. Intanto negli Stati Uniti (anche loro produttori) i cortei pacifisti e le marce per i diritti black, si incrociano alle manifestazioni contro la Guerra in Vietnam, che aleggia come uno spettro sul Paese. Mentre sul mondo si stende l’ombra della Guerra Fredda.

 

Insomma, la violenza è parte del contesto socio-culturale in cui Stanley Kubrick realizza il suo film, un'opera che emblematicamente parla di violenza in rapporto alla società. Sarà un caso che Arancia Meccanica sia stato prodotto da due nazioni che, di fatto, in quel momento erano in guerra?

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A dirigere Arancia Meccanica il più grande regista contemporaneo: Stanley Kubrick. Uno il cui ultimo lavoro era stato 2001: Odissea nello spazio, uscito nel 1968 e diventato premonitore dell’allunaggio avvenuto un anno più tardi (oltre che una gran fonte di speculazione per i complottisti).

 

Nel 1971 Stanley Kubrick spariglia le carte con quello che, all’epoca, poteva essere tranquillamente definito il film più violento della storia del cinema. Un prodotto che, tra le altre cose, sbatte in faccia alla critica borghese e benpensante tutta la sua ipocrisia. Ma di cosa parla davvero Arancia Meccanica?

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La violenza in Arancia Meccanica

Come ogni opera d’arte degna di questo nome, non esiste un’interpretazione univoca del film, che si presta a svariate chiavi di lettura. Il protagonista della vicenda è l’ormai iconico Alex, interpretato da un perfetto Malcolm McDowell che a questo ruolo, volente o nolente, rimarrà legato per il resto della vita: in compagnia di tre amici, “i Drughi”, si aggira per una Londra ucronica a caccia di sesso, furti e violenza per le strade della metropoli e facendo irruzione in abitazioni private.

Nella celebre scena in cui i Drughi entrano nella villa dello scrittore e di sua moglie tutto sembra suggerirci che questa famiglia alto borghese nasconda dei segreti: Alex taglia il vestito della donna con un coltello e rivela il suo corpo nudo, metafora di una libido latente e soffocata che si contrappone alla violenza dei Drughi, che stuprano (e uccidono) lei e picchiano selvaggiamente lui.

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Evoca una sessualità perversa ma mascherata anche la sequenza dell'irruzione nella clinica dimagrante, dove una donna borghese, dopo aver chiamato la polizia per avvisare che dei ragazzi stavano cercando di entrare in casa, si trova faccia a faccia con Alex. L’intera scena è costruita attorno a una scultura che altro non è che un grosso fallo in erezione. Qui la depravazione sessuale è filtrata attraverso l’arte, usata come scudo per giustificare i nostri istinti e renderli socialmente accettabili.

Si potrebbe pensare che la violenza insita in Alex derivi dal contesto sociale da cui proviene, tra degrado e disagio. Invece quando facciamo la conoscenza della sua famiglia, questa ci appare perfettamente comune; e lo stesso Alex, pur provenendo da un proletariato operaio, è colto e raffinato nei suoi gusti, ossessionato dalla musica del buon vecchio Ludovico Van (come chiama lui Beethoven) e attratto dal sottobosco di artisti e personaggi famosi che frequentano il Korova Milk Bar.

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Arancia Meccanica è un film politico

Nella seconda parte del film, Alex viene catturato e riabilitato attraverso la miracolosa cura Ludovico: una terapia d’urto che lo costringe a guardare immagini di violenza proiettate incessantemente, ancora e ancora, sino a instillare in lui un autentico senso di nausea verso questi atteggiamenti. Un lavaggio del cervello, per diventare socialmente accettabile.

Conclusa la cura, due anni più tardi, il ragazzo viene rimesso in libertà, ma quello che si aggira per la città è solo l’ombra del vecchio Alex. Il suo girovagare lo porterà ad avere una serie d’incontri con alcune vecchie conoscenze; in questo senso il più emblematico è quello con i suoi vecchi compari di scorribande. Gli ex-Drughi (la cui violenza era esplosiva quanto la sua) sono diventati poliziotti e si sono messi al servizio della società in un concetto riassumibile con “reprimi la violenza con la violenza”. In pratica quello che stava succedendo nel conflitto nordirlandese o durante le manifestazioni in USA, dove la polizia non si faceva scrupoli a infierire sui manifestanti.

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L’altra sequenza estremamente simbolica è quando Alex torna nella villa dello scrittore, ricollegandosi all’inizio del film: l'uomo, ora invalido e vedovo dopo la morte della moglie avvenuta in seguito allo stupro, decide di aiutare Alex (non lo riconosce a causa della maschera che indossava la notte dell’aggressione) in quento vittima del trattamento Ludovico. Lo scrittore, infatti, è un fermo oppositore del governo.

 

Ma quando Alex si tradisce, canticchiando Singin’ in the rain, lo scrittore perde il lume della ragione: narcotizza il ragazzo, gli estorce le informazioni necessarie per screditare il governo, dopodiché lo tortura con il suo amato Ludovico Van. Violenza che genera violenza a scopo politico.

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La scena finale vede Alex, finito in un circo mediatico, parlare proprio con un rappresentante del governo, il Segretario degli affari interni: lo scrittore è stato messo nelle condizioni di non nuocere più e ad Alex viene offerta la possibilità di diventare capo della polizia, di passare dall’altra parte della barricata, di entrare nel sistema che ha sempre combattuto e disprezzato, ma in posizione privilegiata, da cui potrà sfogare la sua rabbia repressa in modo legale e avere la sua vendetta sugli ex-Drughi, ora di nuovo suoi sottoposti. Le ultime immagini del film sono una fantasia erotica di Alex, un connubio di sesso, musica e violenza, ma questa volta sotto l’ala protettrice della legge: ora le sue depravazioni sono diventate socialmente accettabili. Tutt’attorno una piccola folla di borghesi ben vestiti lo applaude mentre fa sesso in modo animalesco, forse mettendo in scena ciò che loro hanno sempre sognato di fare ma non ne hanno mai avuto il coraggio.

 

Diretto e prodotto da Stanley Kubrick. Se lo avesse realizzato chiunque altro, non sarebbe stata la stessa cosa.

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Arancia meccanica è un film estremo a tutti gli effetti, uno dei più importanti della storia. Il messaggio politico di questa pellicola, le accuse rivolte a una società ipocrita - fondata sulla violenza ma che condanna la violenza stessa - diventa quindi un vero e proprio manifesto di questo tipo di cinema.

 

Molti opere di questo genere colpiscono duro proprio per il messaggio che viene scaraventato addosso al pubblico: non cercano mezze misure, non cercano compiacimento o acclamazioni. La sola cosa che interessa loro è far riflettere lo spettatore, non importa con quale mezzo o con quanta violenza, l’importante è che quel messaggio arrivi.

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