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Eddie Munson, a chi si ispira il personaggio vincitore della stagione 4 di Stranger Things

16/07/2022 00:21

Marco Filipazzi

Netflix Original, Approfondimento Serie Tv, Stranger Things, Serie Tv Fantascienza, Joseph Quinn,

Eddie Munson, a chi si ispira il personaggio vincitore della stagione 4 di Stranger Things

Il personaggio più amato di Stranger Things 4 è Eddie Munson: ecco perchè.

Il personaggio più amato di Stranger Things 4 è Eddie Munson: ecco perchè.

Parliamo di Eddie Munson, il vero vincitore di questa stagione 4 di Stranger Things. Un personaggio che ha bucato lo schermo e che si è guadagnato sin da subito l’affetto dei fan, facendolo deflagrare in quella scena là della 4x08. Ma è anche un personaggio profondamente contraddittorio proprio a causa della popolarità che ha acquisito. A interpretarlo vi è il misconosciuto (ma bravissimo) Joseph Quinn che, a parte le comparsate in Game of Thrones e in Overload, qui ha la sua grande occasione di mettersi alla prova. E che prova! 

Chi è Eddie Munson

I fratelli Duffer scelgono di dare corpo a un personaggio che è un distillato della quintessenza degli anni ’80, un concentrato di cultura pop made-in-eighties. Metallaro, con i capelli lunghi, suona in una band (i Corroded Coffin, letteralmente Bara acida), fa il Dungeon Master dell’Hellfire Club di D&D; occasionale spacciatore di marijuana, è generalmente il bersaglio preferito dei bulli che lo etichettano con il nomignolo di “svitato”. Un cliché ambulante? Beh, in parte sì, dato che di film con protagonisti personaggi simili ce ne sono stati diversi; sia lungo tutti gli anni ’80 che in tempi più recenti.

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Da dove arriva l'ispirazione per Eddie

Eddie trae la propria ispirazione da tragici fatti di cronaca reale. Sì perché, per quanto i Duffer ci abbiano indorato la pillola - presentandoci Eddie Munson come carino e coccoloso, un nerd dall’aspetto ostile ma dal cuore d’oro - questo tipo di personaggio era ed è tutt’altro che ben accetto, 4 decadi fa come ancora oggi.

 

Eddie Munson è il diverso. Eddie Munson è la vittima ideale del bullismo scolastico. Eddie Munson è il capro espiatorio. Ed è inutile che ora milioni di telespettatori facciano il tifo per lui. 

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Prototipi di Eddie Munson sono facilmente rintracciabili all’interno della filmografia horror. C’è Eddie Weinbauer, protagonista di Morte a 33 giri, un giovane metallaro emarginato che, attraverso un CD inizia a ricevere consigli su come vendicarsi dei bulli dal suo defunto cantante preferito.

 

Poi c’è Terry Chandler, co-protagonista di Non aprite quel cancello, in cui due ragazzini si imbattono in un grosso buco in giardino e scoprono che è una porta verso gli Inferi; sarà Terry (giovane metallaro con il chiodo dei Sacrifice) a scoprire che il rituale per richiudere il portale è nascosto tra le strofe di un disco metal. 

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Uscendo dagli anni ’80 abbiamo Brodie, protagonista di Deathgasm, un metallaro che si trasferisce nell’anonima Greypoint, dove il metal si fonde con D&D quando conosce Dion e Giles; sonando uno spartito chiamato Inno Nero evocherà nel nostro mondo un’orda di demoni che iniziano a possedere gli abitanti della città. Infine, in tempi recentissimi, Netflix ci ha regalato anche il divertente Metal Lords, dove due ragazzini emarginati con la passione del metal decidono di prendersi la loro rivalsa vincendo la gara delle band della scuola. 

 

Cos’hanno in comune tutti questi personaggi? Sono diversi. Sono il nemico da perseguire. ​Sono Eddie Munson, a cui ora vogliamo bene perché abbiamo avuto l’opportunità di conoscerlo meglio, ma a cui difficilmente la maggior parte degli spettatori avrebbe dato credito nel mondo reale. E la vicenda dei Tre di West Memphis ne è la prova. 

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Il Satanic Panic

Non appena l’ira omicida di Vecna si manifesta ad Hawkins, subito Eddie e il suo Hellfire Club diventano i principali indiziati degli omicidi. Eddie viene etichettato dalla comunità bigotta come satanista e perseguito nemmeno fossimo ai tempi dell’Inquisizione, il che trova un parallelismo con il fenomeno del Satanic Panic che fu una fiammata a cavallo degli anni ’80 e ’90.

 

Una sorta di psicosi collettiva che si diffuse nell’America conservatrice e iniziò a ricondurre l’aumento di casi di abusi e molestie sessuali a un diffuso culto satanista.

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Crimini perpetrati a scopo rituale da persone condannate unicamente per la propria cultura heavy metal, che si stava imponendo proprio in quegli anni. Un mondo che a più riprese sfiorava anche quello del dark fantasy (mai sentito parlare dell’artista Frank Frazetta, la cui estetica riecheggia dell’epica scena di Master of Puppets?) sconfinando in un gioco di ruolo innoquo come Dungeons & Dragons. E questo ci porta alla tragica storia di Damien Echols.

 

I tre di West Memphis 

Nel 1994 a West Memphis, Arkansas, Damien venne accusato e condannato - insieme agli amici Jessie Misskelley Jr. e Jason Baldwin - per il brutale omicidio di tre bambini. Il processo si trasformò in un caso mediatico in cui fu sostanzialmente l’opinione pubblica a condannare, ma senza l’avvallo di reali prove, bensì basando l’accusa unicamente sul fatto che i tre erano diversi nell’abbigliamento, avevano capigliature eccessive e una forte passione per l’heavy metal. Tutti indizi che comprovavano un movente di tipo rituale e satanico, almeno secondo loro.

«La società deve incolpare qualcuno e noi siamo i tipi giusti» dichiara uno dei membri dell’Hellfire Club nella loro prima scena insieme. Allo stesso modo la sentenza condannò Jessie Misskelley Jr. e Jason Baldwin all’ergastolo, mentre Damien Echols, il solo dei tre a essere maggiorenne, alla pena di morte. La nota più curiosa è che una delle vittime si chiamava Byers (come Will di Stranger Things).

 

Nel 2007, 13 anni dopo la sentenza, venne riaperto il caso e solo nel 2011 i tre vennero scarcerati dopo 18 anni di reclusione ingiustificata. Nel gennaio 2012 venne presentato al Sundance Film Festival il documentario West of Memphis, prodotto da Peter Jackson e Fran Walsh. E indovinate? I fratelli Duffer hanno rivelato che Eddie Munson, e più in generale la storia dell’Hellfire Club, sono ispirati proprio al Satanic Panic e alla vicenda di Damien Echols, oggi artista e scrittore.

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